20 gennaio 2012

Jennifer Rardin
Love Blood. Il potere del vampiro

Serie Jaz Parks 1
Titolo originale Once bitte, twice shy
Trama 
Il mio nome è Jaz Parks, e sono una killer professionista. Ma state tranquilli, uccido soltanto i cattivi: vampiri e altre creature della notte che si nutrono di sangue umano. La CIA mi ha appena assegnato un nuovo incarico: da oggi sarò l’assistente di Vayl, un agente specializzato in missioni top-secret ad altissimo rischio. Vayl per me è un maestro: da quando lavora per la CIA non ha mai fallito. E ha un fascino irresistibile… Peccato che sia così avanti con l’età: ha 291 anni! Infatti è un vampiro, ma un vampiro buono. Ora però devo mettere da parte certi pensieri audaci e concentrarmi sul nostro compito: Vayl e io siamo sulle tracce di un pericoloso terrorista, il chirurgo plastico Mohammed Khad Abn-Assan, che sta tramando qualcosa di molto, molto grosso: un piano criminale che rischia di mettere in ginocchio il mondo intero. Dopo tante missioni impossibili, non mi sarei mai aspettata di incontrare un nemico così insidioso… 

Commento


Che dire, non tutti i romanzi devono per forza piacere, giusto? Aimé, in questo caso devo proprio dirlo: sono rimasta delusa, assai. Eppure le basi c'erano tutte: un'eroina spacca chiappe, un eroe vampiro bello e misterioso, un super cattivo che minaccia il mondo, un passato oscuro...eppure l'autrice è riuscita a mandare tutto a rotoli. 3 Cuoricini se li prende, ma con sommo dispiacere perché ne avrei voluti dare di più. Jaz tanto per cominciare è un personaggio indeciso, non si capisce qual'è il suo carattere o quello che vuole, un momento è una super cacciatrice e quello dopo è una specie di bambina capricciosa, non c'è continuità nei suoi cambiamenti e il fatto che i suoi ricordi non siano contestualizzati la rende ancora più confusa. Vayl, l'eroe vampiro, appare come un pezzo grosso: affascinante e misterioso, super potente e professionale...si trasforma in un lunatico che si lascia prendere dal momento, e questo non vuole dire passione, ma agitazione ed isterismo. Come ciliegina sulla torta, la trama non è un granché perché è confusa, sconclusionata, abbozzata e unita grossolanamente. Il risultato finale è quello di un romanzo approssimato, incompleto e confuso: doveva lavorarci di più, smussare alcuni angoli e perfezionare lo stile; può anche essere 'colpa' della traduzione, ma francamente stento a credere che si perda così tanto nel passaggio. La Rardin poteva fare sicuramente meglio, ma forse questi sono i limiti e i difetti classici del primo romanzo di una serie...anche se, sinceramente, nessuno dei personaggi mi ha conquistata abbastanza da pensare di comprare il seguito. Tristezza infinita. 

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