Serie Jaz Parks 1
Titolo originale Once bitte, twice shy
Trama
Il mio nome è Jaz Parks, e sono una killer professionista. Ma state tranquilli, uccido soltanto i cattivi: vampiri e altre creature della notte che si nutrono di sangue umano. La CIA mi ha appena assegnato un nuovo incarico: da oggi sarò l’assistente di Vayl, un agente specializzato in missioni top-secret ad altissimo rischio. Vayl per me è un maestro: da quando lavora per la CIA non ha mai fallito. E ha un fascino irresistibile… Peccato che sia così avanti con l’età: ha 291 anni! Infatti è un vampiro, ma un vampiro buono. Ora però devo mettere da parte certi pensieri audaci e concentrarmi sul nostro compito: Vayl e io siamo sulle tracce di un pericoloso terrorista, il chirurgo plastico Mohammed Khad Abn-Assan, che sta tramando qualcosa di molto, molto grosso: un piano criminale che rischia di mettere in ginocchio il mondo intero. Dopo tante missioni impossibili, non mi sarei mai aspettata di incontrare un nemico così insidioso…
Che dire, non tutti i romanzi devono per forza piacere, giusto? Aimé, in questo caso devo proprio dirlo: sono rimasta delusa, assai. Eppure le basi c'erano tutte: un'eroina spacca chiappe, un eroe vampiro bello e misterioso, un super cattivo che minaccia il mondo, un passato oscuro...eppure l'autrice è riuscita a mandare tutto a rotoli. 3 Cuoricini se li prende, ma con sommo dispiacere perché ne avrei voluti dare di più. Jaz tanto per cominciare è un personaggio indeciso, non si capisce qual'è il suo carattere o quello che vuole, un momento è una super cacciatrice e quello dopo è una specie di bambina capricciosa, non c'è continuità nei suoi cambiamenti e il fatto che i suoi ricordi non siano contestualizzati la rende ancora più confusa. Vayl, l'eroe vampiro, appare come un pezzo grosso: affascinante e misterioso, super potente e professionale...si trasforma in un lunatico che si lascia prendere dal momento, e questo non vuole dire passione, ma agitazione ed isterismo. Come ciliegina sulla torta, la trama non è un granché perché è confusa, sconclusionata, abbozzata e unita grossolanamente. Il risultato finale è quello di un romanzo approssimato, incompleto e confuso: doveva lavorarci di più, smussare alcuni angoli e perfezionare lo stile; può anche essere 'colpa' della traduzione, ma francamente stento a credere che si perda così tanto nel passaggio. La Rardin poteva fare sicuramente meglio, ma forse questi sono i limiti e i difetti classici del primo romanzo di una serie...anche se, sinceramente, nessuno dei personaggi mi ha conquistata abbastanza da pensare di comprare il seguito. Tristezza infinita.
Nessun commento:
Posta un commento