24 maggio 2018

Monica Peccolo
Il senso del nostro amore

Trama
Linee Infinite Edizioni
pag. 554 | € 15,00
Ai fratelli Tyler la vita ha riservato grandi successi ma anche enormi dolori. Nathan, famoso attore di Hollywood dal carattere scontroso, all'apice della carriera ha detto addio a Eva, pediatra dolce e grintosa, unico amore della sua vita. Troppi sbagli, troppi malintesi, due mondi troppo distanti. James, reduce da un incidente stradale, cerca di tornare alla normalità e si trova ad affrontare un’inaspettata speranza: Judy.
I due fratelli decidono di ritrovare le loro radici, ma il percorso è complesso e quando tutto sembra perduto, Nathan cade nella disperazione: non ci sono fama o soldi che valgano un vero affetto. Così torna a cercare Eva. Riuscirà a convincerla che il loro amore ha un senso che possono scoprire soltanto insieme? Dopo Il senso interno del tempo ritorna, a grande richiesta, il seguito della storia di Nathan ed Eva. Appassionante, coinvolgente e ricco di colpi di scena, il nuovo romanzo vi farà emozionare con le vicende di tutti i suoi protagonisti.

Commento
A distanza di quattro anni, finalmente mi sono decisa a leggere il seguito di Il senso interno del tempo (QUI la recensione) di Monica Peccolo che ha stoicamente e gentilmente sopportato il mio silenzio nonostante mi abbia mandato il romanzo alla sua uscita.
Per molto tempo ho lasciato il romanzo in libreria in tutta la sua mastodontica gloria, dando precedenza a romanzi che mi attiravano o a romanzi facili da leggere, perché sapevo che per rendere giustizia a questo libro avrei dovuto concentrare tutta la mia attenzione e la mia pazienza.
Ho approfittato del riposo forzato dopo un mese che non prendevo in mano un libro, sicura di avere la voglia, l'energia, e soprattutto l'attenzione per immergermi completamente nella storia.
Anche se ho dovuto forzare la mano, perché come sempre la pigrizia mi orienta verso storie poco impegnative, ho letto tutte le oltre 500 pagine in una settimana senza nemmeno mettermi fretta.
Ricordo bene che il primo romanzo mi aveva impegnata per più tempo e mi aveva messa in difficoltà, ma in questo caso la differenza tra uno e l'altro è talmente forte che non ho potuto fare a meno di dare un voto alto.
Senza ombra di dubbio lo stile di Monica è migliorato tantissimo, si è fatto più fluido e accattivante e anche la punteggiatura si è ridotta a favorire un ritmo più veloce e coinvolgente; così come il lessico, che ha messo da parte la pesantezza di termini o espressioni un po' artificiose e fuori moda per assestarsi su una miscela matura e apprezzabile di classico e moderno.
Ho trovato ancora delle costruzioni che mi hanno fatto pensare ma c'è chi parla così? però non ho mai storto il naso, non ho mai trovato eccessivo questo modo di esprimersi perché, tutto sommato, nella sua totalità aveva armonia.
Se c'è una cosa che mi preme dire è che, dopo tante email scambiate con Monica nel corso degli anni, la sua personalità e il suo modo di fare traspaiono dai suoi romanzi e in questo forse più che mai. Proprio perché risulta essere più ordinato e pulito, l'identità della storia arriva più facilmente al lettore e si sente in modo netto e preciso che rispecchia l'autrice.
Il punto forte del romanzo, secondo me, sono la maturità e l'equilibrio con i quali l'autrice narra lo sviluppo delle vicende di Eva, Nathan e James. L'approccio stesso è rilassante, tranquillo, non si lascia andare a crisi estreme o a scene fatte con lo scopo di scuotere, qui c'è l'intento di raccontare una storia fuori dagli schemi però attraverso pensieri, reazioni e scelte del tutto normali, in un certo senso umani.
E' quasi un lezione su cosa mettere al primo posto nella propria vita, a cosa dare spazio nelle priorità e come trovare un significato vero a ciò che ci succede per poi applicarlo alla propria filosofia di vita. E' strano perché non riesco ad esprimere a parole un concetto e una sensazione che ho assorbito attraverso la lettura, nella sua semplicità mi sono sentita coinvolta nella storia ad un livello più alto, quasi meditativo, come se gli episodi dei personaggi venissero colti in prima lettura e poi il cervello elaborasse il loro significato più ampio.
Non so se tutto questo è voluto e Monica è una specie di reincarnazione del Buddha, o se semplicemente ha filtrato la storia di fantasia attraverso le sue esperienze di vita, in ogni caso credo che in particolare questo romanzo sia una lettura che si apprezza di più se si ha superato un certo scoglio, cioè se si è in una posizione mentale, sentimentale, spirituale che ti permette di apprezzare soprattutto le piccole cose, le sfumature, la tranquillità, la serietà, se si è in grado di tralasciare le apparenze per vedere il quadro d'insieme.
In questo romanzo la storia di Eva e di Nathan ha raggiunto il punto di rottura e niente sembra andare per il verso giusto. Nathan è ricaduto nel vizio di chiudersi e respingere tutti, compresa Eva, che a sua volta si trova a fare i conti con il cuore spezzato, con la delusione per il comportamento di Nat e con una situazione personale che sembra peggiorare ogni giorno.
I percorsi separati dei due protagonisti sono di crescita interiore: di fronte agli ostacoli materiali e spirituali imparano a fare i conti con i propri problemi e soprattutto con gli strascichi di traumi passati. Mentre Nathan è un personaggio schivo e respingente praticamente fino all'ultimo, Eva è più semplice da comprendere ed è anche la chiave emotiva del romanzo, è lei che ci permette di provare più trasporto emotivo ed è sempre lei che lascia la sua impronta sui vari personaggi del romanzo.
Non ci sono solo Nat ed Eva, ma anche James e Judy.
James è il fratello di Nathan, e ha perso l'uso delle gambe in seguito ad un incidente. Non è in fase di recupero, è paralizzato e così rimarrà, mentre Judy è un'infermiera collega di Eva. Tra i due ha più impatto la storia di James perché pone il personaggio di fronte a degli scogli realistici: l'intimità, l'indipendenza, la felicità, tutto quello che per una persona senza problemi fisici non richiede un secondo pensiero, per James sono momenti di grande difficoltà e di lotta con se stesso e con il mondo.
In questo romanzo non manca il romanticismo, forse ce n'è addirittura di più rispetto al primo libro, ma è delicato e non invadente, è un tipo di romanticismo che non grida ai quattro venti ma che rispecchia la realtà: le incomprensioni, le paure e le insicurezze ma anche saper perdonare, vedere il bello nel brutto ed essere felici per le piccole cose.
Auguro a Monica tanta tanta fortuna, è una bella persona e anche se i suoi romanzi sono di nicchia sono sicura che i pochi che la leggono la apprezzano sul serio.  

1 commento:

Monica Peccolo ha detto...

Ti ringrazio per i bei pensieri che hai espresso. Tengo molto a questa storia e sono sempre felice che arrivi con tutto quello che si porta dentro. Grazie infinite <3 e spero che la mia nicchia di lettori aumenti piano piano, dando fiducia a quello che scrivo :)