10 aprile 2014

Sherrilyn Kenyon
Il lato oscuro della notte

Serie Were-Hunter 4/Dark-Hunters 9
Titolo originale Dark Side of the Moon

Trama
Fanucci
pag. 350 | € 9,90
Susan Michaels era una reporter molto quotata, fino a quando la sua reputazione non è stata messa in discussione e macchiata per sempre. Ora lavora in un piccolo giornale di Seattle, alle prese con tarme assassine e avvistamenti alieni, ed è convinta che la sua vita non possa andare peggio di così. Ma un giorno, nonostante la sua allergia ai felini, si ritrova costretta a adottare un gatto. Susan aveva messo in conto qualche starnuto, ma non aveva previsto che l’animale si sarebbe rivelato un affascinante e letale mutaforma, Ravyn Kontis, un Cacciatore oscuro. Ravyn è stato ferito da coloro che amava di più: senza pace e senza pietà, ha vissuto per tre secoli combattendo contro i demoni per salvare l’umanità. Per la prima volta, davanti a Susan, prova un sentimento di tenerezza. Prova desiderio. Amore. Proprio adesso che la battaglia decisiva sta per cominciare.
"Conosci la leggenda. Trafiggi loro il cuore e moriranno." E le dette il paletto. Gli occhi di Susan tradirono una certa paura, ma afferrò il paletto e gli indirizzò un sorriso coraggioso. "Chiamami Buffy. Sono anche bionda, ma non chiedermi di indossare un top con scollo all'americana." Poi lanciò un'occhiata a Zoe. "O un corsetto."
Commento
Lo dico subito, così mi levo il pensiero e smetto di sentirmi colpevole.
I quattro cuoricini sono regalati. Sono troppo affezionata alla Kenyon e ai Dark-Hunters per essere obiettiva e razionale, così mi sono allargata perché non ho saputo resistere. D'altronde quando ci sono in ballo sentimenti e ricordi si può chiudere un occhio - e a volte anche due - su ogni possibile difetto.
La Kenyon è un'autrice che spesso sorvola sulla precisione, sulla raffinatezza e sulla concretezza della trama per dedicare il suo slancio narrativo ai sentimenti, all'umanità e ai drammi dei suoi personaggi. Non me la sento di farne un dramma e di sottolineare come, a volte, la storia faccia acqua o di come i colpi di scena siano prevedibili e le risoluzioni affrettate. Se, durante la lettura, tutto questo passa in secondo piano di fronte all'empatia che l'autrice sa suscitare nel lettore allora bisogna riconoscere che, nonostante tutto, il romanzo è riuscito.
Strettamente collegato con il volume precedente, Il lato oscuro della notte si apre con una delle scene più spassose di sempre. Il protagonista è sia Dark-Hunter sia Were-Hunter Arcadico ed entra in scena nella sua forma animale. Ravyn è un leopardo mannaro ma, causa collare che blocca i suoi poteri, la sua forma animale si è ridotta fino a raggiungere le dimensioni di un gatto. Un bel gattone arruffato e incazzato nero, chiuso nella gabbia del veterinario apollineo che lo vuole castrare e poi immolare alla causa di Stryker.
Se non che dalla porta entra Susan, giornalista con la carriera rovinata, messa in guardia dal suo amico Jimmy su un giro di corruzione della polizia, in combutta con le creature della notte. Costretta dai suoi amici Angie e Jimmy ad adottare il gattaccio come copertura, Susan non crede ad una sola parola di ciò che le è stato detto. Perché lavorare in un giornale che vive di titoli assurdi e ridicoli non l'ha resa meno realista e razionale. Per niente felice di doversi accollare un gatto, Susan resiste durante il tragitto in macchina anche se la sua allergia al Puss in boots (tradotto in Gatto con gli stivali) raggiunge il livello che sfiora il maltrattamento di animali.
Tempo di arrivare a casa e dopo pochi secondi il gatto riesce chissà come ad uscire dalla gabbietta e, una volta che Susan gli toglie il collare, questo si trasforma in un uomo. Un uomo molto sexy, molto nudo, molto assurdo! Ravyn dimostra di avere un aplomb invidiabile nel momento in cui riesce a gestire il primo attacco improvviso, dirigendo Susan, evitando di venire ammazzatti e non perdendo mai il sangue freddo. Questa caratteristica è ciò che lo rende stabile, sicuro, un personaggio che cambia poco durante il romanzo e solamente in meglio. Ravyn riesce a non uscire dal suo personaggio e, contemporaneamente, fare spazio per un'umana con cui è costretto a condividere questo casino. Naturalmente, come la maggior parte dei personaggi della Kenyon, anche Ravyn ha un passato nero e deprimente con la differenza che, essendo Were-Hunter, la sua famiglia è ancora in vita e lo odia. La sfiga del nostro eroe è controbilanciata dalla sua concretezza, dal fatto che la sofferenza non lo rende più debole. Ravyn segue la sua strada e non permette a nessuno di fermarlo.
Susan, da parte sua, è il personaggio che subisce lo shock maggiore: non solo i suoi migliori amici vengono assassinati, ma tutta la sua vita e il mondo così come lo conosce si capovolgono, lasciandola in balia degli eventi. Eppure, nonostante ogni momento le riservi una svolta inaspettata, Susan vive tutto un secondo alla volta, un momento alla volta, elaborando una stranezza dopo l'altra con un sangue freddo degno di un Dark-Hunter. Susan è divertente, è folle quanto basta per riuscire ad integrarsi in un mondo fatto di mostri e di demoni, per capire e seguire un personaggio come Ravyn e per riuscire a rendersi indispensabile.
Nonostante entrambi i protagonisti siano piacevoli e ben inseriti nella trama, e nonostante il numero consistente di personaggi secondari arricchisca notevolmente la riuscita del romanzo, secondo me il punto forte di questo libro è la presenza sostanziosa del punto di vista di Stryker, il cattivo cattivissimo che ormai sta tramando nell'ombra da un po' di tempo. Il fatto che sia lui che i suoi scagnozzi siano una presenza attiva e non solo un'ombra rende tutto più critico, quasi che il senso di pericolo e di catastrofe imminente siano la parte più forte della trama. E forse è proprio così, perché dal momento in cui la vita di Susan si incrocia con il mondo di Ravyn è un susseguirsi di sparatorie, di attacchi di demoni, di tradimenti e di colpi di scena che proprio si potevano prevedere.
Per quanto riguarda lo stile, anche in questo caso, devo dire che la Kenyon ha una penna particolare che si riconosce subito anche dopo la traduzione. Mantiene la semplicità del lessico e l'ironia che la contraddistinguono e i suoi dialoghi sono ritmati, frizzanti, veloci e mai ripetitivi, così come le scene d'amore e d'azione. Un'altra cosa che apprezzo della Kenyon è il suo saper mantenere con costanza, durante i libri della serie, l'identità dei personaggi ricorrenti attraverso l'uso di diversi toni - passatemi il termine. Così come Acheron, anche Savitar, Nick e Artemide si riconoscono appena hanno una battuta ed è per me un conforto poter contare sulla sicurezza di incontrare i miei personaggi preferiti ancora una volta.
Tutto sommato, quindi, per me questo è un ottimo romanzo dei Dark-Hunters, ancora una volta non uno dei migliori ma riuscito meglio di tanti altri romanzi di altre autrici che continuo a vedere pubblicate. Non è privo di difetti eppure basta un pochino di fiducia e di relax mentale per non farci troppo caso e gustarsi la lettura.

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