3 aprile 2013

Sherrilyn Kenyon
L'eternità della notte

Serie Dark-Hunters 7

Fanucci | 288 pagine | € 8,42
                                     Trama
Valerius Magno è il meno popolare di tutti i Cacciatori oscuri. Quand'era un essere umano era disprezzato dal suo stesso padre, da Cacciatore oscuro è odiato dagli altri per ciò che Roma ha fatto alla Grecia e ciò che lui ha fatto ai greci. e il suo atteggiamento altezzoso, derivante dai suoi nobili natali, non fa altro che peggiorare le cose. Il peggio che poteva capitargli era di finire invischiato con Tabitha Devereaux, piena di vita e con la testa più calda mai vista sulla faccia della terra, ma anche cognata di Kyrian, il mortale nemico di Valerius. Ma Tabitha è anche un'esperta cacciatrice di vampiri, e ben presto lei e Valerius si troveranno a combattere fianco a fianco contro il demone più pericoloso di tutti, capace di tornare dal regno dei morti e mettere fuori combattimento persino il grande Acheron.

"Sono come la muffa, ti cresco addosso molto lentamente."
Commento
Non durano mai abbastanza, i romanzi della Kenyon. Finiscono troppo in fretta e lasciano sempre - ogni volta - una voglia matta di continuare a leggere la serie, un libro dietro l'altro. Peggio delle M&M's, peggio delle patatine, peggio di qualsiasi junk food che crea dipendenza.
La Kenyon zitta zitta ti entra in circolo e ci vogliono dei giorni per depurarsi. Non che questo sia un male, ma si rischia di rimanere insoddisfatti e indisposti verso il prossimo libro che prendiamo in mano.
I romanzi della Kenyon hanno un pregio: nella loro semplicità sanno toccare le corde giuste, si fanno ricordare. Non importa se le trame sono tirate per i capelli, se il lieto fine arriva di corsa e puf all'improvviso tutto è bene ciò che finisce bene. Quello che conta è il pacchetto completo: il libro e la storia per come sono e per quello che ti fanno provare durante la lettura.
Aggiungiamo che la Kenyon ha una penna magica nel creare personaggi maschili iper complicati, tenerelli e virili nello stesso involucro, e personaggi femminili fuori dai canoni e abbiamo la ciliegina sulla torta.
A distanza di 1 anno dalla storia di Bride e di Vane ("Il gioco della notte"), torniamo nell'universo dei Dark-Hunters con la storia di Valerius e Tabitha. Ora, se Tabitha è sempre stata un ospite fisso negli altri romanzi, Valerius ha avuto sempre e solo comparse negative. Nominato con disprezzo, odiato, escluso peggio di Zarek - ed è tutto dire - boicottato dai suoi stessi Scudieri, Valerius è il cattivo universalmente riconosciuto: è il cattivo, punto. A nessuno importa del suo background, di come e perché abbia compiuto certe azioni, nessuno vede le cose dalla sua prospettiva, dal suo punto di vista, nessuno eccetto Acheron. Sei un romano? Allora ti meriti tutta la sfiga del mondo. La pensano così tutti i personaggi comparsi fino ad ora - tranne Ash - e nessuno si risparmia dal rendere noto il suo disprezzo: Zarek gli lancia i fulmini e gli fa piovere addosso, gli Scudieri gli svuotano in testa secchi di acqua sporca insomma, la vita di Valerius non è certo semplice eppure lui non si lamenta, nemmeno una volta.
Valerius è il tipico personaggio che accetta la sua situazione senza fiatare perché, sotto sotto, si sente in colpa: pur non avendo colpe, o quanto meno colpe non così gravi, riconosce il suo ruolo nelle sofferenze degli altri. La sua famiglia era orribile, fatta di uomini malvagi, e per quanto si sia sempre sforzato di essere giusto, se voleva sopravvivere doveva per forza mantenere le apparenze. Per Valerius questo equivale ad aver compiuto gli stessi atti dei suoi fratelli e di suo padre, e accetta ogni singolo rifiuto sociale anche se soffre profondamente. Nonostante il rimorso, Valerius ha sempre cercato un porto sicuro: famiglia, amici, amore, qualsiasi cosa purché potesse sentirsi accettato e amato. All'improvviso, catapultato a New Orleans, si ritrova nel bel mezzo di un gruppo di persone affiatate, unite da amicizia e da uno scopo comune. Come un pesce fuori dall'acqua, Valerius rimane nell'ombra evitando accuratamente gli altri Dark-Hunters finché nella sua vita arriva Tabitha.
La citazione che ho scelto è la sua: ho adorato Valerius, ma Tabitha è la vera forza motrice del romanzo. Un uragano di vitalità, di ironia e di forza, Tabitha è la pecora nera di una famiglia stranissima, è la figlia esagerata, quella che nessuno sopporta per il suo carattere difficile e che - per quanto sia apprezzata - rimane sempre Tabby la strana. Tabitha è un personaggio femminile non convenzionale: combatte, bestemmia, prende la vita a muso duro e...accoltella tutti, compreso Valerius. Appena Ash mette Tabby e Valerius nella stessa stanza i due non si incastrano in nessun modo: dove Val è rigido come se avesse una scopa nel culo (lo dice Tabby, non io), lei è libera e istintiva ed è chiaro che il loro rapporto si basa sulla compensazione. Valerius raffredda i bollori di Tabby, e lei lo smolla, lo rende più alla mano. I due, dopo una serie di scene da schiantarsi dal ridere, raggiungono una sorta di tregua e diventano inseparabili: Tabby riconosce la sofferenza di Valerius, la sua tristezza nell'essere isolato e Valerius la prende sul serio, non la considera una testa calda.
Come sono dolci, assieme, ed è così piacevole vedere come le scene d'amore siano prevalentemente questo: amore, perché Tabby e Val sono due innamorati uniti against the family, se ne fregano dei pregiudizi e si amano.
Naturalmente c'è sempre qualcosa che non gira nel verso giusto: ad esempio Acheron è in difficoltà di fronte ad una serie di attacchi che non riesce a controllare, i D-H si dividono in fazioni e tocca a lui riappacificare gli animi, la sua Simi ha deciso di sperimentare la vita, litiga con Nick e gli tocca mettere tutto a posto a patatrac compiuto. Se non ci fosse Ash, bisognerebbe inventarlo. In più avvengono 3 morti che lasciano a bocca aperta. Insomma, la Kenyon non si è fatta tanti problemi, in questo romanzo, a far muovere la trama anche in direzioni più drammatiche ma il senso di soddisfazione a lettura finita rimane e non si smuove dal cervello.
La Kenyon è come la copertina di Linus, è sicurezza e conforto paranormale.

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