4 gennaio 2012

Susan E.Phillips
Un fiore nella polvere

Trama 
Francesca, un'affascinante e viziata ragazza ingese della buona società, si ritrova sola e senza un soldo alla morte della madre. Per guadagnarsi da vivere, tenta la carriera cinematografica negli States; ma la realtà si rivela ben più dura del previsto e a lei non resta che andarsene. Ma il fortuito incontro con Dallie Beaudine - campione di golf e rubacuori, ottimista e pragmatico - cambia radicalmente la sua esistenza. 




Commento
A volte capita, navigando in internet, di scoprire recensioni di libri che altrimenti non avresti mai nemmeno preso in considerazione; recensioni che ti fanno venire voglia di scovare il libro, anche se vecchissimo, e leggerlo. Ebbene, per questo romanzo, mi è successa questa cosa. Dopo aver letto la recensione di Silvia sul sito Leggiamo, mi era venuta una smania per questo libro. Ho avuto abbastanza fortuna di trovarlo nel circuito della mia biblioteca, perché è un pò vecchio, e sicuramente fuori catalogo. 
All'inizio non decollava, non mi prendeva. Le prime scene, il modo in cui i personaggi comparivano, non mi avevano coinvolta. Niente colpo di fulmine, purtroppo. Poi, per fortuna, ho superato lo scoglio dei primi, noiosi, capitoli, per arrivare alla vera storia.
Francesca è una viziata della peggior specie: non sa fare nulla, e pretende tutto. Non lo fa con malizia o con cattiveria, perché è un atteggiamento radicato fin dal primo giorno di vita. Sua madre l'ha rovinata, impedendole di diventare una persona autonoma e vera, plasmandola a sua immagine, cioè quella di una ricca e bella donna. Le circostanze vogliono che Francesca si rimbocchi le maniche per sbarcare il lunario, e forse la fortuna la mette sulla strada di Dallie, golfista che occupa perennemente il secondo posto, trascurato e nomade, privo di qualsiasi attaccamento ai beni materiali, soldi inclusi. L'indifferenza di Dallie nei suoi confronti, e soprattutto il fatto che lui sembri non nutrire grande stima di lei, sono come una doccia gelata. E' la prima volta in vita sua che un uomo non le cade ai piedi. Con il tipico comportamento da ricca viziata, Francesca impone la sua presenza a Dallie, costretto a malavoglia ad aiutarla, portandola con sè e Seek, il suo aiutante, durante uno dei tanti viaggi tra un torneo e l'altro. I due si scontrano continuamente, fino anche alle botte - lievi, ne - e il loro rapporto si basa sostanzialmente sulla passione mista ad odio. Francesca, totalmente ignorante in fatto di vere relazioni, si innamora di lui, ma lui - ovviamente - nasconde segreti che la spingeranno a scappare e la obbligheranno a pulire i cessi pur di mangiare.
Una crescita obbligata, una maturazione forzata di una persona che della vera vita non sapeva nulla. Francesca, che nemmeno nelle prime scene risulta noiosa o antipatica - fatto assolutamente miracoloso da imputare alla bravura della Phillips -, diventa una paladina dell'intraprendenza, la dimostrazione che anche se non si ha nulla, la buona volontà ti può portare molto in alto. La storia occupa diversi anni, nei quali Francesca non ha nessun contatto con Dallie, e nei quali ritorna a vivere nel lusso, ma questa volta grazie a se stessa e vivendo la ricchezza con un nuovo atteggiamento, privo dell'attaccamento ai soldi che prima distingueva la sua vita. E' una Francesca nuova, quindi, quella che incontra ancora Dallie anni dopo. La prima parte, se vogliamo, è tutta per lei, mentre la seconda si concentra più sul processo di rivincita di Dallie come golfista e come uomo, dove Francesca gioca un ruolo fondamentale nella sua battaglia contro il passato. 
I personaggi sono particolarissimi, Francesca, pur essendo la protagonista, cede tranquillamente la scena a Dallie o agli altri personaggi secondari, contribuendo a creare una serie di sottotrame che rendono molto più complesso e ricco il romanzo. Dallie, sebbene presentato come il texano più bello che ci sia, biondo, con occhi alla Paul Newman, cinico e brutale, è forse il personaggio meno ovvio del romanzo. All'inizio sembra essere una persona distaccata dalla realtà, che non si cura di cosa porta il domani purché abbia da mangiare e un posto per dormine, vive per il golf ma è perseguitato da una voce che sente nella sua testa ogni volta che gioca ad un torneo. Dallie è di marmo fuori ma dentro è andato, marcio. Non riesce ad accettare il passato o a dimenticare ciò che è stato, se non con l'aiuto di altri. E' terrorizzato dalla forza di Francesca, perché sa di non possederne una simile che lo possa rendere migliore. Dallie è fondamentalmente un insicuro travestito da uomo forte, convinto di non dover rendere conti a nessuno. La fine del romanzo è, forse, un pò troppo 'happy ending', dove tutto vissero felici e contenti, dove tutti si accasano e hanno il loro bel nucleo familiare. Trascurabile, se non che è una fine obbligata per una storia del genere.

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