20 gennaio 2012

Phillip Roth
Indignazione

Titolo originale Indignation
Trama 
È il 1951 America, il secondo anno della guerra di Corea. Marcus Messner, un giovane serio, studioso e ligio alle leggi, di Newark, New Jersey, sta cominciando il secondo anno di università in un campus rurale e conservatore dell'Ohio: il Winesburg College. Perché ha deciso di frequentare il Winesburg invece del college della sua città, a cui si era inizialmente iscritto? Perché il padre, il risoluto e laborioso macellaio del quartiere, pare impazzito: impazzito per la paura e l'apprensione di fronte ai pericoli della vita adulta, ai pericoli del mondo, ai pericoli che vede incombere a ogni angolo sul suo amato figliolo. Come spiega al figlio la longanime madre messa a dura prova dal marito, è una paura che nasce dall'amore e dall'orgoglio che il padre prova per lui. Ciò non toglie che Marcus covi una rabbia troppo grande per poter ancora sopportare di vivere con i genitori. Li abbandona e, lontano da Newark, nel college del Midwest, si deve districare fra le consuetudini e le repressioni di un altro mondo americano.

Commento


Mi sarebbe piaciuto fare un commento da manuale, come di quelli che ho letto su Anobii, ma purtroppo sono troppo rozza, grezza e il mio cervello non ci arriva. I miei commenti sono al limite del banale, lo ammetto, e a volte me ne vergogno anche un po' soprattutto quando prendo in mano un romanzo così: prosa da manuale, non c'è che dire. Roth sa come usare le parole, le gira e le rigira, le mette in periodi complessi e poi le usa come se fossero spazzatura. Io neanche in un milione di anni...ma è anche vero che non sono Roth. Corto, intenso e assurdo. La storia di Marcus, una stella promettente del suo piccolo quartiere ebreo. Un ribelle, sotto sotto, che pur volendo diventare il meglio del meglio, quando si trova di fronte alle piccole problematiche della vita sbarella come un qualsiasi patetico umano. La storia di una vita vissuta solo in parte e finita come finivano le costolette vendute dal padre: tranciate di netto da un coltellaccio. Marcus è un ideale, bello e promettente, brillante e pieno di vita, ma con un destino veramente triste ed inevitabile.
La storia è narrata in modo tale da sembrare tragicomica: a volte fa sorridere, a volte commuove e a volte ti lascia da pensare (cosa non facile da farmi fare alle 9 del mattino su un tram in pieno centro a Milano). Una cosa non mi è piaciuta molto e cioè il salto dall'episodio dell'espulsione all'ultimo capitolo. Ho fatto fatica a unire i due blocconi e ad accettare, ovviamente, la fine perchè non capivo come mai Marcus era finito lì. Ma poi Roth lo spiega e lo fa con una freddezza ed una fatalità che è ovvio che non poteva finire altrimenti.
I commenti positivi sono decisamente meritati, è un piccolo gioiellino da leggere e gustare in piccole dosi, altrimenti finisce subito. 

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