22 gennaio 2012

Julia Quinn
How to marry a marquis

Serie Agents for the Crown 2

Trama 
Harper Collins
pag. 375 | € 5,30
When Elizabeth Hotchkiss stumbles upon a copy of How to Marry a Marquis in her employer’s library, she’s convinced someone is playing a cruel joke. With three younger siblings to support, she knows she has to marry for money, but who might have guessed how desperate she’s become? A guidebook to seduction might be just the thing she needs—and what harm could there be in taking a little peek?

James Sidwell, the Marquis of Riverdale, has been summoned to rescue his aunt from a blackmailer, a task that requires him to pose as the new estate manager, and his primary suspect is his aunt’s companion, Elizabeth. Intrigued by the alluring young woman with the curious little rulebook, he gallantly offers to help her find a husband… by practicing her wiles on him. But when practice becomes all too perfect, James decides that there is only one rule worth following—that Elizabeth marry her marquis.



Commento
Ho finito, con questo libro, la mia maratona Quinn.
O meglio, ho finito i romanzi in mio possesso della Quinn. Tra tutti, questo è quello che mi ha colpita di meno. Non capisco bene il perché, non è brutto e i personaggi non sono particolarmente odiosi, eppure la sensazione che mi ha lasciato è di incosistenza: come se una volta chiuso non si potesse fare a meno di dimenticarsene.
Le basi per una storia coinvolgente ci sono tutte: Elizabeth è disperata, ha bisogno di soldi e deve per forza sposarsi; trova per caso nella biblioteca della sua datrice di lavoro un libretto su come accalappiarsi un marchese, così decide di prendere spunto dai consigli per trovare marito.
Peccato che l'unico soggetto sul quale può fare esperienza è proprio un marchese sotto mentite spoglie. Il nipote della signora per cui lavora è una spia della corona, chiamato dall'anziana per indagare su un episodio di ricatto. Tutto procede come si può immaginare, con i soliti momenti di misunderstanding e di litigi, scenette divertenti e parti anche piuttosto drammatiche. Ma manca qualcosa. Non so bene se è la storia in sé ad essere così poco coinvolgente, il modo in cui viene esposta oppure i personaggi che, dopotutto, non sono così incisivi.
E' una lettura piacevole, anche se non indimenticabile, che avrebbe potuto essere più coinvolgente ma che non appesantisce la lettura. Non è il migliore della Quinn, tra i titoli che ho letto, ma per fortuna non mi ha tolto la voglia di leggere qualche altro suo romanzo. In lingua originale, senza ombra di dubbio.

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