20 gennaio 2012

Charlaine Harris
Decisamente morto

Serie Sookie Stackhouse 6
Titolo originale Definitely Dead
Trama 
Quando uno ha pochissimi parenti ancora vivi, perderne uno è un dolore ancora più grande. Ma perderne uno già morto? Tra tutti i suoi (pochi) familiari, Sookie Stockhouse non pensava proprio che fosse venuta l'ora per sua cugina Hadley, vampira e amante della regina dei vampiri di New Orleans, quindi già defunta da un pezzo. Né si aspettava di ereditare tutti i suoi beni, per di più venendo a scoprire che a quell'eredità è legato un rischio molto preciso. Qualunque sia il mistero che si annida in quell'eredità e in quel passato, è chiaro che qualcuno non vuole che Sookie vada a metterci il naso. Qualcuno di molto potente, disposto a tutto pur di fermarla, anche a colpire il punto debole di Sookie: Bill, il suo primo amore. Di chi si tratterà? Dei lupi mannari rinnegati o degli adepti della stessa regina dei vampiri? Chiunque sia, di sicuro è un avversario temibile e la vita di Sookie è in serio pericolo. 

Commento


E con questo siamo già al secondo romanzo della serie che raggiunge a stento la sufficienza. Mi chiedo perché anche questo sia così sotto tono da risultare noiosetto, e da salvarsi, diventando un pochetto interessante, solamente verso la fine. Tanto per cominciare manca una trama importante che porti avanti tutta la storia, perché a casa mia un bambino quasi sparito e una serie di aggressioni con tanto di attentato alla regina non creano un tema portante. Nemmeno i continui alti e bassi degli ormoni di Sookie non sono abbastanza: con un Eric attorno, potevo anche accontentarmi, ma con un Mastrolindo (non mi ricordo il nome) che non capisco di che nazionalità sia e che, per inciso, non mi attizza nemmeno un pochino, la cosa non funziona. Non c'è passione e nemmeno coinvolgimento emotivo. L'una senza l'altra va bene, ma l'assenza o la finta presenza di una delle due unita ad una trama scialba rende tutto il libro una noia pazzesca. Sookie perde smalto e pure la storia non è un granché. E' forse una fase transitoria? Si sa che tutti gli autori hanno un periodo nero, in cui quello che viene scritto non è al suo meglio. Lo posso anche accettare, e lo accetto - ma solo perché spero che la Harris si risollevi e non peggiori. In definitiva è un romanzo che si fa leggere ma che appassiona a fatica, che ingrana con lentezza e prende ritmo solo verso la fine. Va bene come lettura veloce ma sinceramente, preso come parte di una serie, mi aspettavo di meglio. Speriamo che il prossimo sia meglio.

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