26 dicembre 2011

Jean M.Auel
Ayla figlia della Terra

Serie Figli della Terra 1
Titolo originale The Clan of the Cave Bear

Trama
Longanesi
pag. 452 | €  16,90
Inizia con questo romanzo la storia di Ayla, eroina della preistoria. Nata da una nuova stirpe che si sta diffondendo in Occidente, mentre il settentrione dell'Europa è coperto di ghiaccio e milioni di animali pascolano nelle steppe desertiche, Ayla, ancora bambina, è scampata a un terremoto ed è stata raccolta dal Clan dell'Orso delle Caverne. Tutto, in lei, indica che appartiene a quelli che i Testapiatta del Clan chiamano 'Altri': i capelli biondi, gli occhi azzurri, l'alta statura, la capacità di ridere, piangere e parlare... Eppure, nonostante queste diversità, la ragazzina trova affetto e protezione nei genitori adottivi e, a poco a poco, stringe un profondo legame coi membri del Clan, sebbene alcuni, infastiditi da quei comportamenti 'strani' in cui scorgono qualcosa di minaccioso, vorrebbero allontanarla. Ma sarà soprattutto il suo desiderio di conoscenza che la farà entrare in conflitto con il vecchio Clan, legato alle Memorie, cioè alla tradizione, e destinato a scomparire quanto prima. Nel sangue di Ayla, invece, scorre il futuro dell'umanità e lei, spinta da un impulso irresistibile a capire e a interpretare i segni del mondo circostante, si avventurerà in territori in cui nessun uomo del Clan ha mai osato spingersi... Accuratissimo nella ricostruzione di un universo complesso e affascinante, "Ayla figlia della terra" è una grande saga sul genere umano, sui legami e sui conflitti, sull'odio e sull'amore. E nel contempo è l'eccezionale odissea di una donna in quel cruciale momento dell'evoluzione in cui due razze, strette in una lotta mortale, si battono per sopravvivere...

Commento
***spoilers***
Questa saga mi è stata consigliata da molte conoscenti entusiaste come non mai di una serie ambientata nella preistoria. Ammetto che all'inizio ero un po' restia a provarla, forse perché pensare alle preistoria mi fa venire in mente l'immagine di uomini scimmia pelosi e brutti, ma alla fine ho pensato 'perché no?' e così l'ho preso in prestito in biblioteca. L'ho iniziato con delle aspettative piuttosto alte, e ad essere sincera all'inizio mi ha lasciato un po' l'amaro in bocca. E' un romanzo storico, e come tale si dilunga tantissimo sui diversi aspetti della realtà dell'epoca: soprattutto l'aspetto naturale e climatico, le origini dell'uomo, i nomi, gli usi...tutto è estremamente dettagliato, a volte così tanto che risulta essere un poco lento. Questo è il difetto maggiore che ho incontrato nei primi capitoli...la lentezza. La storia è indubbiamente molto particolare ed interessante, ma ho fatto davvero fatica a sforzarmi di andare avanti. Ma ho fatto bene, perché dopo le prime 100 pagine la storia finalmente prende il via e tutto diventa scorrevole, accattivante ed emozionante. E' stata una scoperta: un romanzo sugli uomini preistorici può essere altrettanto bello di altri romanzi storici ambientati in periodi meno lontani. Non mi si è cancellata dalla mente l'immagine dell'uomo scimmia, ma l'ho accettata, ed unendola a tutte le info che l'autrice ci da ne è uscito un quadro così vivido che mi sembrava di essere lì. 
C'è ben poca allegria e felicità in questo primo romanzo, non so quelli dopo -li leggerò- ma in questo Ayla soffre fin dalle prime pagine: con il terremoto perde tutta la sua famiglia ed il mondo che fino a quel momento aveva conosciuto, vaga finché viene trovata mezza morta da Iza e dal gruppo dell'Orso delle caverne. Da quel momento comincia la sua vita nel clan, fatto di gioia, dopo aver trovato una nuova famiglia in Iza e Creb, e di dolori, con la cattiverie di Brud e la fatica che Ayla fa per farsi accettare da una razza diversa dalla sua. La fine è straziante, me la ero aspettata, ma speravo che in qualche modo Brud pagasse realmente per i suoi errori, ed invece no -almeno nel primo-. I personaggi sono belli, davvero umani in certi punti e completamente estranei in altri. Solo Ayla ovviamente si avvicina a noi come persona, sia fisicamente che emotivamente, mentre la gente del clan è lontana e diversa. Per esempio l'idea che loro non piangano mi ha lasciato a bocca aperta, oppure scoprire la rigida gerarchia e le regole del clan...non pensavo -ammetto la mia ignoranza in materia- che nella preistoria fossero così organizzati socialmente. 
A volte ho fatto fatica a tenere il conto degli anni di Ayla, rimanendo sempre perplessa quando mi rendevo conto che non superava i 10 anni...e sinceramente non ho ancora capito che età ha quando il romanzo finisce. Forse 12 o 13, ancora non lo so, ma fa una certa impressione leggere di una bambina di 10 anni che si accoppia con un membro del clan...oggi noi la chiameremmo pedofilia, ma all'epoca avere 10 anni era essere già una donna in età fertile, si fa un poco fatica da questo punto di vista...quando ci sono scene del genere la mia mente automaticamente pensa a degli adulti o per lo meno a persone in età adolescenziale, ma qua devi riorganizzare i pensieri e metterti in un'ottica diversa. 
Se si supera lo shock temporale e si riesce a immedesimarsi nel tempo allora questa è una lettura fantastica, ricca, dettagliata e coinvolgente, ma se non si riesce allora è un mattone, lento e difficile da capire. Bisogna almeno fare uno sforzo e dare sempre una seconda possibilità al libro, io l'ho fatto e non mi sono pentita. Ho ordinato il seguito e non vedo l'ora di sapere cosa succederà ad Ayla ora che ha lasciato il clan.

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