30 dicembre 2011

Emily Bronte
Cime tempestose

Trama
Garzanti
pag. 343 | € 8,50
Heathcliff, figlio di ignoti, è stato allevato da Earnshaw. Alla sua morte, il figlio Hindley tormenta Heathcliff che trova conforto in Catherine, sorella di Hindley, di cui si innamora. Rifiutato dalla ragazza, fugge. Tornato dopo tre anni, trova Catherine sposata a Edgar Linton di cui sposa la sorella che, per vendicarsi, maltratta.
Catherine intanto muore, tormentata dal rinato amore per Heathcliff, dopo aver avuto una bambina. La rabbia di Heathcliff si scatena anche contro Hareton, il figlio di Hindley, ormai ridotto in suo potere. Heathcliff muore distrutto dal suo stesso odio. Infine la figlia di Catherine, Cathy, e Hareton potranno vivere felicemente insieme.





Commento
L'ho cominciato lo scorso dicembre per la lettura collettiva del mio forum, convinta di leggere un romanzo/pietra miliare, una grande storia d'amore alla stregua della Austen. Ah! Illusione! La Brontë era una donna sicuramente molto perversa, con relazioni sentimentali innaturali e ossessionanti. Una storia come questa di certo non sarebbe uscita dalla mente di una persona 'normale'. 
Non so nemmeno cosa pensare...mi è piaciuto? No. Non mi è piaciuto? No. E' una storia troppo tragica, straziante, negativa per poter entrare nella lista di quelli che ho gradito, ma allo stesso tempo è troppo intensa per poter essere snobbata. Se mi avesse lasciata indifferente lo avrei probabilmente abbandonato, oppure lo avrei letto svogliatamente senza sbattermi per scrivere il commento. Ma la verità è che volevo leggerlo, volevo sapere cosa sarebbe successo, anche se continuare la lettura significava soffrire ogni volta. Non esagero, ho sofferto leggendolo. Primo, perché non c'è un solo personaggio positivo, totalmente positivo, in tutto il romanzo. Nemmeno Lockwood, pur essendo il narratore, mi ha lasciato un'impressione positiva, più che altro perchè è comparso poco e quel poco di spazio che si è preso, era tutto dedicato alle sue considerazioni sulla storia raccontata da Nelly. Sono tutti così assurdi, così estremi, che mi veniva l'ansia ogni volta che leggevo, mi si stringeva lo stomaco quando arrivava Heathcliff, e non perchè mi faceva 'palpitare' ma perchè provavo orrore di fronte alla cattiveria distillata e imbottigliata in quella creatura. Heathcliff l'eroe che ogni donna vorrebbe? Ma anche no! Mi farebbe morire di crepacuore nel giro di 1 mese, se non mi ammazza prima di botte. Catherina? La odio, viziata, egoista, maligna, vendicativa, egocentrica...la versione femminile di Heathcliff, ecco perchè stavano così bene assieme. Forse la figlia, Cathy e Hareton meritano un posticino nel podio dei personaggi quasi-positivi. Hareton è sicuramente quello che ho preferito, l'unico che ha saputo redimersi dalla condizione disperata in cui si trovava, anche grazie a Cathy, ovvio, ma soprattutto perché lui stesso voleva migliorarsi. Linton e il padre di Cathy erano il prototipo dell'uomo senza spina dorsale, inetti e sottomessi alle rispettive mogli, incapaci di opporsi e tanto meno in grado di sostituirsi nei loro cuori ai loro veri amori. 
La storia è costellata di tragedie, di morte e di dolore, ma soprattutto di pazzia. Io credo fermamente che sia Catherina che Heathcliff siano morti di pazzia, vittime del loro amore e dell'impossibilità di stare assieme, o vittime del loro senso di colpa di aver rovinato quello che poteva essere e invece non è mai accaduto. Inquietante il continuo martellare sul fantasma di Catherina e sul fatto che, infine, Heathcliff continui a vederla proprio prima di morire. L'autrice ce lo fa capire senza dirlo a chiare parole, ma io lo sapevo che era lei che lui vedeva, che era lei che seguiva. Non lo ha lasciato in pace nemmeno durante gli ultimi giorni, o forse ne ha causato proprio la morte, chissà. Sta di fatto che alla morte di Catherina ho esultato per essercela tolta dai piedi, mentre alla fine, quando la Brontë ci descrive il corpo freddo di Heathcliff, sdraiato sul lettino di quella che era la stanza dell'amata, con gli occhi vivi e lucenti e il sorriso sulle labbra, una lacrimuccia me la sono asciugata.

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