18 maggio 2020

Penelope Douglas
L'errore che rifarei

Serie Devil's Night 3
Titolo originale Kill Switch

Trama
Newton & Compton
ebook | € 3,99

Sono stata io a mandare Damon in prigione. Sono passati tre anni da allora. Pensavo che nel frattempo sarei riuscita a scomparire nel nulla o che lui avrebbe potuto cambiare e dimenticare il suo odio per me. Ma mi sbagliavo. Il suo rancore è persino aumentato e ha pianificato ogni cosa per distruggermi. La sua vendetta va oltre ogni mia immaginazione. Desidera farla pagare a tutti coloro che l'hanno tradito. La paura sembra essere la sola emozione che ci lega. Ma, nonostante tutto, Damon è diventato parte di me. E non posso fare nulla per sottrarmi al nostro destino.
Uccidimi, perché non posso cambiare il passato e non riesco a guardare al futuro.



Commento
In questi mesi di quarantena è successo anche che io cercassi volontariamente dei titoli che, in altri casi, non avrei forse calcolato a meno che non ci fosse altro da leggere. Non so cosa mi è preso, forse ero inversa per cose mie personali, ma volevo un po' di sana perversione da fiction e non essendo estimatrice del genere dark romance non avevo altri nomi da cercare se non quello della Douglas. Caso ha voluto che l'ultimo romanzo della serie Devil's Night fosse uscito proprio in questo periodo e l'allineamento planetario è stato così sfacciato che mi sono detta è il suo momento.
Poi, sarò sincera, Damon è stato l'unico personaggio di tutta la serie ad intrigarmi sul serio ed ero troppo curiosa di vedere come sarebbe stato il romanzo dedicato a lui quindi avevo un certo frizzare di cervello al pensiero di iniziare il libro. Non so onestamente cosa mi aspettassi ma, in un certo senso, la Douglas non ha centrato le mie aspettative. Forse speravo che Damon fosse il suo jolly e che non facesse la fine del topo ma, aimé, probabilmente ad un certo punto è diventato troppo complicato da gestire e ha bruscamente girato la manopola del bad sul good and tortured.
Il voto, purtroppo, è esattamente come quelli che ho dato ai primi due romanzi della serie e non penso di poter uscire oltre al recinto delle tre stelle. Considerando i miei gusti personali è persino un voto alto per un genere che non mi attira quasi mai, ma è anche un voto che ho dato di malavoglia perché avrei onestamente anche ipotizzato quattro stelle.
L'errore che rifarei è il romanzo che chiude la serie e che entra nella testa di Damon. Fino ad ora è stato un pazzo psicopatico, un assassino (forse), un sadico, un masochista, una persona estremamente disturbata, senza coscienza e senza un freno per i suoi impulsi. Con il secondo romanzo è uscito dal buio il motivo che ha reso Damon quello che è e, onestamente, non c'è spazio di manovra per biasimarlo. Tra tutti i personaggi della serie, lui è l'unico che ha tutto il diritto per dare di matto e né Michael né Kai né Will possono essere considerati delle vittime, visto che hanno sempre assecondato le perversioni di Damon ridendoci sopra come dei cretini.
Questo romanzo, come gli altri, viaggia su due linee temporali: il passato di Damon, quando ancora erano il quartetto magico, e il suo presente, e ancora una volta dal passato spunta fuori una protagonista femminile che non si era mai vista. E' come se solo Erika sia stata universalmente riconosciuta come parte del loro passato, mentre Banks e Winter erano dei segreti tenuti nello sgabuzzino. Non che la loro uscita tipo coniglio dal cappello mi abbia disturbata, solo che in questo caso l'ho trovata un po' strana, considerando che è stata lei a contribuire alla sua accusa di molestie su minore e a farlo finire in prigione con un'accusa peggiore di quelle degli altri.
Vabé, sono dettagli. Allora quello che non ho gradito del romanzo sono due cose: la prima è la lunghezza. Stiamo parlando di 522 pagine. Non c'è verso che non siano troppe, il romanzo ad un certo punto diventa infinito e guardi la tua posizione sul Kindle e pensi mio Dio quanto manca alla fine? e non perché sia brutto, ma perché l'argomento è piuttosto pesante e alla lunga comincia a gravare sulla lettura. Se ci fossero state meno pagine avrei sicuramente gradito, ma non c'è alternativa perciò ha senso lamentarsene solo fino ad un certo punto.
Il secondo aspetto che non ho gradito è che - come accennavo sopra - il cambiamento di Damon da pazzo psicopatico negativo a eroe torturato vittima e degno di amore arriva un po' all'improvviso senza una vera motivazione. Winter e Damon giocano con i loro ruoli così a lungo che ci si aspetta una specie di ripetizione: Damon che fa il carceriere stalker e preme per mettere in atto una sorta di controllo psicologico, Winter che regge il gioco e sotto sotto gode perché la paura che prova con lui la eccita. Poi, così dal nulla, Damon le spiega due cose della sua vita e lei puf, basta, decide che lo ama e che adesso devono stare insieme e che lui alla fine è buono. Anche le interazioni con gli altri personaggi all'improvviso passano dall'antagonismo spinto alla tolleranza e poi al ritorno agli albori della loro amicizia. Insomma, per me questo twist è arrivato senza una motivazione solida, sapevo che sarebbe arrivato - era inevitabile - ma così dal nulla ha perso completamente la sua carica drammatica. Alla fine Damon è una vittima, avrebbe dovuto essere aiutato, curato, invece viene sempre messo alla porta fisicamente ed emotivamente, escluso dal gruppo di amici che non si degnano nemmeno di capire il perché del suo comportamento. E' un villain creato da altri, non realmente cattivo e lo dimostra più e più volte: lui cerca di raddrizzarsi ma gli altri non lo aiutano mai. La risoluzione della serie coincide con la chiusura della storia di Damon e secondo me non poteva essere altrimenti: la fine della saga dei Torrance era l'unica via alla normalità anche se naturalmente la Douglas risolve alcuni problemi con una facilità veramente esagerata.
Per quanto riguarda Winter, sarò onesta, non mi ha detto molto. Mentre Damon ha un motivo per essere così contorto, Winter è naturalmente perversa. E' cieca, ok, ma questo non la giustifica di fronte al fatto che a lei piace quello che Damon fa: le piace avere paura, le piace non sapere quando arriverà la mazzata, si eccita al pensiero di quello che potrebbe fare e il pericolo di dolore fisico ed emotivo è un afrodisiaco. Winter ha dei problemi suoi, seri, fin da quando era ragazzina. L'essere cieca è quasi un fattore a favore della sua perversione, il non vedere è la ciliegina sulla torta della loro relazione. Non c'è altro in lei oltre a questo, è il giocattolo di Damon e si plasma perfettamente ai suoi desideri alle sue perversioni, non è mai una vera vittima e a me alla lunga non ha fatto impazzire.
Stranamente tutti gli altri personaggi maschili escono malissimo da questo romanzo, in particolare Michael, e persino Will che si era un po' ripreso cade un'altra volta nel trash e nel caso. A questo punto devo anche fare un piccolo disclaimer, c'è una scena M/M tra Damon e Will che ha ben poco di sessuale e più di psicologico, anche se c'è del sesso in ballo, e una scena M/W/M che ha lasciato il nulla cosmico, avrei fatto a meno.
Per chiudere, non mi dispiace che la serie sia terminata, non mi è dispiaciuta del tutto l'evoluzione del personaggio di Damon anche se ho delle riserve sul resto del romanzo. Per me va bene così, il dark romance non fa parte dei generi che cerco con regolarità e arrivare alla fine di una serie senza un'ulcera o senza DNF è già un piccolo miracolo. So che c'è un racconto breve oltre a questo romanzo e probabilmente lo recupererò in inglese perché a questo punto tanto vale.
Leggerò altro di dark romance? Probabilmente sì, ma non in tempi brevi. Leggerò altro della Douglas? Ovviamente sì, spero solo che non sia sempre così contorta ma che torni ai bei vecchi tempi di Bully, quello sì che è stato una cannonata.

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