Serie His Fair Assassin 1
Trama
Il destino di Ismae è stato scritto ben prima che lei nascesse: la Morte l'ha
segnata con una cicatrice, ma questo marchio funesto si rivelerà invece la sua
strada per la salvezza. Sarà proprio quella cicatrice a farla ripudiare dal
marito, un uomo violento che è stata costretta a sposare. La mano della Morte
continua a guidare la ragazza, che fugge da tutto per cercare riparo nel
convento di Saint Mortain, dove alcune suore osservano ancora gli antichi riti
tradizionali. Qui viene trasformata in una perfetta assassina; silenziosa,
seduttiva e letale, un'ancella della Morte. Presto, Ismae viene inviata alla
corte di Bretagna per fare luce sugli intrighi che mettono in pericolo non solo
il regno, ma anche la vita della giovane duchessa Anne. Per riuscire
nell'impresa, dovrà fare appello a tutto ciò che ha imparato nel convento.
Peccato che non le abbiano insegnato come tenere a bada i moti del cuore, e
Ismae si ritrova lacerata tra il dovere e l'amore che preme nel suo cuore.
Fantasy senza impegno? Sì, grazie. Quando il fantasy si legge senza sforzo, quando le componenti che definiscono tale un romanzo sono delicate, leggere e ben inserite nella narrazione, allora non ho dubbi: leggere fantasy è un piacere. Non sono una grande appassionata di letteratura fantasy, temo sempre che il troppo appesantisca la lettura: troppa magia, troppe creature fantastiche, troppo di troppo, insomma. Non tutti gli autori, poi, sono dei Tolkien o dei Rowling (ma sono sicura che ci sono tantissimi altri nomi validi), quindi spesso si incappa in romanzi polpettone, tremendamente contorti e straripanti fantasy come spugne troppo imbevute. Raramente intraprendo serie o romanzi veramente fantasy e quasi sempre i loro contenuti fantastici sono ridotti rispetto alla media. Come a dire 'un pizzico di fantasy sì, ma una manciata anche no!'.
Il segno del destino fa parte di una serie fantasy new adult - giusto per rimanere in tema con gli ultimi casi editoriali - e ha un forte elemento distintivo che la caratterizza in modo evidente: lo spionaggio fantasy.
In un mondo medievale, dove vivono veri e forti gli antichi déi, un convento isolato dal mondo arruola giovani ragazze nate sotto il segno di Mortain (il dio della Morte) e le addestra ad essere portatrici ed esecutrici del volere del dio. Profondamente inserite nella società della Francia fantasy creata dall'autrice (ricorda molto l'ambientazione di Jacqueline Carey), le ragazze tramano, spiano, uccidono silenziosamente, tutto per volere di Mortain.
Tra queste adepte c'è Ismae, nata con una grossa cicatrice rossa sulla schiena che la identifica subito e senza equivoci come figlia del dio. Ismae vive in assoluta povertà, prima come vittima del padre e poi sposata ad un contadino violento ed altrettanto ignorante. Il convento la salva, le dona uno scopo, la istruisce nelle arti della morte e dei veleni, e la trasforma in una perfetta ancella di Mortain pronta per le sue prime missioni.
Tra queste adepte c'è Ismae, nata con una grossa cicatrice rossa sulla schiena che la identifica subito e senza equivoci come figlia del dio. Ismae vive in assoluta povertà, prima come vittima del padre e poi sposata ad un contadino violento ed altrettanto ignorante. Il convento la salva, le dona uno scopo, la istruisce nelle arti della morte e dei veleni, e la trasforma in una perfetta ancella di Mortain pronta per le sue prime missioni.
Un bel giorno al convento arriva Gavriel Duval, il fratellastro della duchessa nonché intrallazzone politico di proporzioni cosmiche: Duval, conosciutissimo per le sue doti di mediatore/consulente/uomo di fiducia, è anche fonte di grandi sospetti di tradimento da parte del convento. Per questo la madre badessa spedisce Ismae a corte assieme a Duval, con il compito di tenerlo d'occhio e colpire senza esitazione ogni persona scelta da Mortain. Unico scopo del convento, oltre a quello di servire il dio, è servire e proteggere la duchessa.
Duval e Ismae si uniscono nel compito di scovare i traditori e proteggere la giovane duchessa anche se entrambi nutrono sospetti sull'altro. Subito l'autrice fa entrare il lettore in un vortice di intrighi, sospetti, bugie e alleanze nascoste che scorrono incredibilmente veloci e che incuriosiscono fino all'ultima pagina. Fino all'ultimo i sospetti girano su ogni personaggio che entra in scena, nessuno escluso, e tramite gli occhi di Ismae scartiamo un soggetto, teniamo le dita incrociate per un altro e, alla fine, ci facciamo sorprendere dall'identità e dalle motivazioni del traditore.
LaFevers, nonostante abbia creato un microcosmo e dei personaggi affascinanti, non si è lasciata andare a dilungamenti nelle relazioni: si formano veloci le relazioni e le antipatie e c'è spazio anche per una storia d'amore completa. Ismae e Duval si prendono e si mollano in un gioco di sguardi, mosse e parole non dette, tanto leggera è la costante presenza dell'attrazione e della fiducia che nascono lentamente ma che sono, alla fine, forti e indiscusse. Il romanticismo è delicato, mai ingombrante, ed espresso con baci e carezze che non fanno sentire la mancanza di un sentimentalismo più sfacciato e aggressivo. Molto riuscita la caratterizzazione dei protagonisti, ma soprattutto quella dei personaggi secondari: dalla madre badessa, a Bestia, De Lornay, la giovane duchessa e i vari giocatori messi sul tavolo dall'autrice.
Una nota positiva è la conclusione della storia, sia quella di Ismae e Duval che quella del tradimento, mantenendo però apertissima l'ambientazione e lasciando in sospeso Sybella e le altre figlie di Mortain.
Sono curiosa di leggere la prossima storia, nella speranza che Fanucci abbia la possibilità di tradurlo, visto che ormai ogni serie - e la sua continuazione - dipendono unicamente dai lettori, tengo le dita incrociate e spero che questo primo romanzo abbia successo.
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