15 ottobre 2012

Marisel Vera
Io credo nell'amore

Titolo originale If I bring you roses

Trama
Newton & Compton
pag. 377 | € 9,90
È il 1950 e Felicidad Hidalgo trascorre le sue giornate nella panetteria della zia, avvolta dalla fragranza del pane appena sfornato e dalla soffice nuvola bianca della farina. Dolce e remissiva, la ragazza ha però un carattere forte, temprato dalle difficoltà di un’infanzia trascorsa tra le montagne di Portorico. A soli dieci anni, infatti, è stata strappata alla sua poverissima e numerosa famiglia d’origine e affidata alla zia, una donna fredda e scontrosa che la tratta quasi come una serva. Ma proprio quando Felicidad si è rassegnata a una vita infelice e senza affetti, Aníbal Acevedo, un affascinante rubacuori, oltrepassa la soglia della panetteria. Riuscirà a conquistare Felicidad, a vincere le sue resistenze e a portarla con sé in America? Io credo nell’amore è una storia intensa e romantica che vi farà innamorare di una terra lontana e seducente, dalle atmosfere indimenticabili e dallo spirito ribelle. Travolgente, romantica e sensuale: una storia d’amore, speranza e passione. E del coraggio di chi abita lontano dalla propria terra.

Commento
***Spoilers***
Io non sono una persona romantica. Rifuggo come la peste tutto ciò che è rosa, con cuoricini, fiorellini, con pupazzetti innamorati. Rabbrividisco all'idea di serenate, mazzi di rose e cene a lume di candela e rifiuto in blocco l'esasperazione del romanticismo. E' per questo che cerco di colmare la mia frigidità emotiva leggendo romance. Perché solamente in terza persona riesco a sopportare parole sdolcinate, sguardi innamorati e sospiri. A causa di questa deformazione caratteriale evito inconsapevolmente quei romanzi le cui copertine presentano troppi ricami grafici: rose, cuori, confettini, fiocchettini...i miei occhi ci passano sopra ed è come se non li vedessi.
Ma il caso ha voluto che questa volta mi sia soffermata prima sulla trama. Ho pensato 'che vuoi che succeda? è solo una trama!' e ignara come un vitellino al macello mi sono lasciata stuzzicare. Ho fatto le pulci all'autrice, curiosando in rete e il colpo finale mi è arrivato dalle recensioni d'oltre oceano più che buone.
Una storia d'amore e di sofferenza...e chi resiste?
Io credo nell'amore sono le parole che escono di bocca ad Anibal, il personaggio maschile. Felicidad, la protagonista, crede nell'esistere. Lei esiste e non conosce altro che la vita che vive ogni misero secondo.
La storia si apre sulle montagne del Portorico, verdi, umide e ricche di frutti e di coltivazioni spontanee. In mezzo a questo paradiso terrestre spicca la piaga della povertà: Felicidad nasce povera in una famiglia con tanti figli e con tanti problemi ma unita, in cui l'amore è il collante che tiene insieme figli e genitori quando anche il cibo non basta per sfamare tutti. Felicidad non conosce un'altra vita e non aspira ad altro, il massimo per lei sarebbe andare a scuola e avere lo stomaco pieno. Quando scopre che gli zii hanno chiesto aiuto per la loro panetteria e che hanno chiesto proprio di lei, Felicidad è terrorizzata all'idea di lasciarsi alle spalle la famiglia, ma più di tutto ha paura di essere dimenticata. Quello che si trova di fronte è una vita agiata, con bagni con acqua corrente, cibo a non finire, vasche da bagno...un paradiso se non fosse che in quella casa di parenti lei è una domestica. Cucina, lavora, pulisce e ha il divieto assoluto di essere una ragazza di 20 anni, felice e spensierata. Ma la Felicidad sottomessa, priva di sogni e grata anche solo di respirare è sparita: al suo posto c'è una persona che spera, che sogna e che desidera amore con ogni fibra del suo corpo.
Quando Anibal entra nella panetteria, su esplicita richiesta della madre che gli vuole trovare moglie, Felicidad   si rende conto che c'è tutto un mondo da scoprire e le attenzioni di questo giovane affascinante sono la prova che anche lei ha la possibilità di avere ciò che ha sempre desiderato.
Anibal, da parte sua, è un maschilista fatto e finito. Asseconda i suoi bisogni senza farsi cruccio, vive la vita e non fa progetti per il futuro. Perché cercare moglie quando può avere tutte le donne che vuole? Ma l'educazione, la buona educazione spagnola, gli impone di essere educato, di rispettare le donne, soprattutto quelle per bene. In Felicidad non vede un'amante, ma una ragazza che ha bisogno d'aiuto. Anibal odia l'idea che lei sia una serva e si rende conto che lui può liberarla: tirarsi indietro è ignobile.
Il matrimonio, però, non è un idillio. Anibal è un concentrato di bastardaggine: non solo è un donnaiolo, cornifica la moglie e continua a farlo senza pensare di smettere, ma è anche convinto di essere nel giusto. L'uomo può fare quello che vuole, la donna deve stare zitta, cucinare e badare ai figli e alla casa. Ma Anibal non ha idea di chi si è portato negli Stati Uniti. Felicidad sarà anche ingenua, ma quando apre gli occhi non ci pensa due volte a ribellarsi. Lo pianta da solo, lo odia, si fa strada da sola e Anibal si rende conto di chi ha perso: perché per quanto sia odioso, per quanto le sue azioni siano cattive, nel profondo Anibal ha un cuore. Finché la tradisce, non la usa, non la tocca e la tratta come una sorella. Ma appena Felicidad sparisce Anibal apre gli occhi: che senso ha passare da una donna all'altra quando l'unico piacere è quello fisico? Quando si rende conto che non gli basta più, che tiene a Felicidad e che spera - dopo tutto - di avere un futuro e una famiglia, cerca di migliorarsi, vuole cambiare prima di andare a chiedere perdono.
Questo è un romanzo cattivello, uno di quelli che hanno come scopo unico quello di far soffrire ma che, contemporaneamente, vuole essere una testimonianza di un paese, di un popolo. Essere immigrati negli USA non significa vivere il sogno americano, ma fare 12 ore di lavoro sottopagato, sperare di avere soldi per comprare i fagioli per sfamare la famiglia e non lamentarsi mai.
Contro ogni aspettativa Io credo nell'amore mi è piaciuto, nonostante le rose enormi in copertina. L'ho letto con trasporto, coinvolta nella storia e nei personaggi. Il lieto fine è piacevole, coerente e sofferto al punto giusto. Sono molto contenta di essermi buttata e di non esserne rimasta delusa quindi, chissà, d'ora in poi non guarderò le copertine iper romantiche nello stesso modo.

4 commenti:

Endimione Birches ha detto...

Bellissima recensione davvero!! Anche io ho l'ho trovato un libro duro, quasi un tormento a immedesimarmi nella protagonista. Ma adoro la letteratura sudamericana e anche questa lettura non fa eccezione. Molto bello!

Miraphora ha detto...

Grazie Endimione!
Pensa che io non sono una grande esperta di letteratura sudamericana. Hai dei titoli da suggerire? Magari simili a questo romanzo? :D

Endimione Birches ha detto...

Ciao Miraphora!!
Si io l'a d o r o! Non so la Allend se non l'hai mai letta è strepitosa magari con "D'amore ed ombra" o "La casa degli spiriti ". "La ragazza dai capelli di fiamma" di Carolina de Robertis. Ma anche "Gabriella garofano e cannella" o "Dona Flor e i suoi due mariti" di Jorge Amado. Poi ci sono Sepulveda, Marquez (centanni di soltudine).

Te ne ho messi un pò eh? ^ ^
ce ne sarebbero altri, ma questi sono i miei preferiti!!
un abbraccio!!

Ah ... grazie per mille per le recensioni e i consigli da cui prendo spesso spunto soprattuto per i romance!!

Ariel ha detto...

Ciao, ho letto questo romanzo alcuni anni fa e anche a me è piaciuto molto! L'ho anche consigliato pochi giorni fa nel mio blog.
Se ti interessa darci un'occhiata ti lascio il link:
http://langolodiariel.blogspot.it/

Buona serata e buona Pasqua :-)