16 luglio 2018

Winter Renshaw
Arrogant Bastard

Serie Arrogant 1

Trama
Ebook | € 0,99
The last time my father beat me to a bloody pulp was the night he walked in on me with his woman in his bed. To be fair, she seduced me. And to be honest, I liked it. But to CPS, I was a victim. They shipped me to Utah where my estranged mother lived with her husband and two sister-wives.
And that’s when I met her. My innocent, wholesome, perfect step-sister. Well, one of many. But Waverly stood out because just like me, we’d been fighting a losing battle our entire lives. Falling for her was a mistake, but shit, it’s not like I ever made good decisions. F**k being “family.” I must have Waverly Miller, and I won’t stop until she’s mine.






Commento
Per come la vedo io, a caval donato non si guarda mai in bocca. Se trovo un romanzo gratis su Amazon e la trama mi ispira lo prendo, tanto male che vada non lo leggerò mai. Però se mi capita di trovarne uno con una trama veramente interessante, come in questo caso, è difficile che resista.
Avevo giusto giusto qualche ora libera, in attesa di iniziare un romanzo più impegnativo, e la voglia di NA un po' cheap mi aveva costretta a sfogliare l'elenco di ebook su Kindle.
Ho trovato Arrogant Bastard, ho rispolverato la trama, scoperto che mi attirava parecchio e l'ho iniziato.
Sarò onesta, il fattore famiglia poligama è stato determinante nella mia scelta. Mi era sembrata una basa estremamente ricca per una storia piena di angst e conflitti e, in parte, ho avuto ragione, ma soprattutto ero pronta ad un livello di incazzatura tale da polverizzare le reazioni moderate che normalmente mi caratterizzano.
La violenza assoluta, cieca, totalizzante provata per alcuni personaggi ha decisamente movimentato la mia lettura facendo innalzare a eroe il protagonista maschile.
Ecco, una cosa pare che accomuni chi ha letto questo romanzo, cioè la confusione legata al titolo. Jensen Mackey non è per niente un bastardo, e onestamente non credo nemmeno che sia arrogante ma più di tutto non è un bastardo arrogante. Anzi, è un cazzo di eroe con un autocontrollo stellare e un cervello e un senso della morale che lo innalzano sopra tutti i personaggi di questo NA.
Jensen vive con il padre, un pastore/predicatore che tiene in mano le redini della sua parrocchia e che ha una vena sadica ben nascosta. A questo uomo pio piace umiliare e picchiare le persone che sceglie di avere in famiglia, moglie e figlio compresi, ed è talmente furbo da essere riuscito a farla franca. Jensen, che ha subito per anni le violenze del padre, ha raggiunto un punto in cui non gliene frega più niente e sopporta stoicamente la situazione ritagliandosi piccole rivincite sul padre. Tipo farsi la matrigna, ad esempio. Quando il padre scopre la tresca, la scarica di botte che Jensen riceve è un prezzo che paga volentieri perché il risultato è l'allontanamento dal padre.
Quello che Jensen non si aspettava era di finire dritto dalla madre, scappata quando lui era piccolo, e ritrovarsi in una famiglia poligama. La madre, infatti, è diventata la terza moglie di un uomo che crede fermamente nello stile di vita poli e nella vita cristiana bigotta che ha imposto a tutti.
Jensen, che ne ha già le palle piene di finta bontà e di religione, inquadra subito la situazione ma decide che per il momento gli conviene seguire le regole. Del resto nel giro di pochi mesi sarà maggiorenne e niente e nessuno potrà fermarlo dal levare le tende.
In questa famiglia ci sono una quantità di figli e una di loro è Waverly, coetanea di Jensen e figlia modello. Bella, pulita, brava, giudiziosa, obbediente, una noia mortale. Sotto sotto, però, proprio come la sorella Bellamy, Waverly desidera una vita normale senza segreti, regole, e senza l'obbligo di essere sottomessa. Più di ogni cosa le pesa non poter essere se stessa.
Quando Jensen arriva in casa la facciata di perfezione di Waverly si rompe: il fatto che lui sia così adulto, così sicuro, che non risenta minimamente dell'autorità del padre e che non si lasci andare a esplosioni di rabbia lo rende un soggetto da ammirare in segreto. Non solo è bello da stare male, è anche un ribelle con un senso della logica e del controllo fortissimi.
Jensen non è uno da privarsi di divertimenti, ma capisce subito che Waverly è troppo rigida per stare al suo gioco e troppo ingenua per seguirlo. Però c'è una cosa che Jensen vuole fare prima di sparire dalla circolazione ed è insegnare a Waverly cos'è l'indipendenza di pensiero, cosa vuol dire mettere in discussione le persone e la propria vita e farle imparare che il padre non è il dio in terra, ma solo un uomo ignorante che gode nel sottomettere le persone e controllarle.
Ovviamente, essendo questo un NA, la coppia si forma con una serie di scene anche piuttosto spinte e il finale regala una soddisfazione inaspettata grazie ad un personaggio secondario. Si gioca un pochino sul tema fratellastri/finto incesto, ma siccome Jensen è dotato di buon senso sbriciola subito la questione come illogica e falsa. Il resto del romanzo è senza infamia e senza lode, scritto senza grandi difetti e scorrevole. Jensen è l'elemento migliore, soprattutto quando schiaccia verbalmente quella merda del padre di Waverly, ed è il classico personaggio maschile da NA senza essere troppo. E' un bad boy? Non so, a me sembra solo uno con le palle e il cervello che, guarda caso, è pure uno sgnoccolo da paura. Forse in un contesto diverso avrebbe potuto essere estremizzato, ma così in questo romanzo va benissimo. Waverly è ok, non mi ha fatta impazzire e non l'ho trovata particolarmente riuscita.
In quanto a NA si legge bene, ci sono conflitti sufficienti a farmi esplodere il cervello e odiare tutti, e una coppia discreta con un lieto fine convincente. Non è un capolavoro, ecco, non l'ho amato alla follia né mi ha rapita, però non avendolo pagato non mi sento di bocciarlo. Va bene come lettura tappa buchi, secondo me, e se non si hanno grandi aspettative, in questo caso svolge il suo dovere.
Non so se proseguirò, anche se devo dire che la storia della sorella di Waverly mi attira un sacco. Magari la metterò in wish list e si vedrà.

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