29 gennaio 2015

K.A. Tucker
Una piccola bugia

Serie Ten Tiny Breaths 2
Titolo originale One Tiny Lie

Trama
Newton & Compton
pag. 320 | € 9,90
«Fa’ che io sia orgoglioso di te». Sono le ultime parole che il padre di Livie pronuncia di fronte alla figlia. Nei sette anni trascorsi dalla tragica morte dei genitori, Livie ha fatto del suo meglio per mantenere fede a quella promessa e si è occupata della sorella con grande responsabilità. Ma con l’ingresso al college arrivano altre sfide inattese che mettono alla prova la sua solidità e il suo cuore. Livie entra a Princeton con un piano preciso: prepararsi per la scuola di medicina e incontrare un bravo ragazzo. Ciò a cui non è invece preparata sono Reagan, amabile compagna di stanza alla quale non riesce a dire di no, e Ashton, l’arrogante e attraente capitano della squadra di canottaggio maschile. Ashton è anche uno dei migliori amici di Connor, un ragazzo che corrisponde perfettamente a quello che Livie ha in mente per sé. Perché allora continua a pensare ad Ashton? Quando Livie si trova a dover affrontare voti mediocri, aspirazioni di carriera che sembrano andare in fumo, e l’incapacità di gestire i sentimenti per Ashton (che non vorrebbe provare), si troverà a rinunciare alla promessa fatta al padre. E all’unica Livie che conosca…Pensava di conoscere se stessa e le sue aspirazioni. Ma il vero piacere cambierà tutto.
La lingua di quel tizio era nella mia bocca? Questo ragazzo...questo alto, gigantesco Adone dai capelli ondulati, la pelle abbronzata e un corpo che tenterebbe una suora cieca...aveva la lingua nella mia bocca.
Oh, Dio. E' tornato il sudore! Tutte quelle settimane di speed date per niente! Sento i rivoli, multipli, scorrermi tra le scapole mentre i suoi occhi color caffè mi squadrano rapidamente dalla testa ai piedi prima di posarsi sul mio viso. E a quel punto, un angolo della sua bocca si curva all'insù e mi elargisce un sorrisetto arrogante. "Niente male."
Ancora non sono sicura di quali sarebbero state le mie prime parole. Ma lui ha scelto di dire quelle paroline con quel ghigno compiaciuto...Perciò carico un pugno e lo colpisco alla mascella.
Commento
La Newton & Compton mi dovrà pagare qualche seduta da un analista.
Erano un paio di mesi che non leggevo New Adult. Avevo provato a disintossicarmi, ad allontanarmi dal genere che più mi stava facendo ammattire. Ce l'avevo fatta. Ero arrivata addirittura al punto di non aver voglia di leggere un NA. Poi, naturalmente, hanno cominciato a piovere novità come se non ci fosse un domani e io sono ricaduta nel gorgo oscuro.
Dopo una pausa così lunga ci ho messo qualcosa come 2 pagine per trasformarmi nell'invasata da NA - una specie di Gollum con Converse e zainetto. Due pagine, e nemmeno tra le migliori che abbia letto tra i romanzi di questo genere. Eppure è bastato poco per farmi ricordare cos'ha di così accattivante il NA. Mi permette di rivivere e reinventare un periodo della vita che è tutto tranne che romantico, fantastico, indimenticabile, gustandomi questi drammoni frivoli - un controsenso che ha un senso - e tornando volontariamente nel tunnel della dipendenza.
Naturalmente un New Adult non vale l'altro. Ci vuole più di un ragazzotto a petto nudo e addominali super definiti. Ci vuole più del lato oscuro della vita, del trauma, delle difficoltà, degli amori contrastati. Ci vuole una trama ben scritta. E poi un'autrice deve avere un dono per scrivere NA, c'è poco da fare, e la Tucker quel dono ce l'ha.
Dieci piccoli respiri è stato il primo romanzo di questa serie e io ne ero rimasta colpita in modo molto positivo. Mi era piaciuto il suo saper creare un personaggio al limite senza farlo diventare una caricatura, mi era piaciuta la forza che ha saputo trasmettere dalle parole dei suoi personaggi e mi è piaciuto il messaggio che voleva esprimere. La Tucker mi era piaciuta come scrittrice e solo 5 mesi fa speravo che la Newton & Compton potesse continuare la pubblicazione della serie. Non mi aspettavo, però, che la stessa autrice, con gli stessi personaggi, potesse ricreare una storia altrettanto bella ma completamente diversa.
Ed è forse proprio questo il punto di forza del romanzo: raccontare una storia opposta a quella che ci si potrebbe aspettare, visto il precedente; dare al lettore una trama frizzante e giovane, con quel tocco di profondità che ricalca il dramma più esplicito di Dieci piccoli respiri senza ripeterlo.
Dove Kacey era una combattente tosta, un muro nero e problematico, Olivia è la brava sorella. Perfetta, diligente, buona, studiosa. Livie è l'opposto di Kacey ma, come si dice, le acque chete rovinano i ponti. Sotto la patina di perfezione, sotto un comportamento programmato e una vita preconfezionata con tanto di fiocco, Livie è un vulcano di energia, di voglia di vivere e di esuberanza.
La sua voglia di crescere sprizza dalle pagine durante il suo primo giorno di college, dalla felicità di vivere nuove esperienze nonostante la paura e l'agitazione e dal brivido che prova quando la realtà la mette di fronte piccoli ostacoli che è costretta a superare, invece di scappare. Niente di oscuro, questa volta, offusca la lettura, solo una massiccia e quanto mai necessaria dose di New Adult nella sua espressione più pura.
Durante la prima festa dell'anno scolastico, un toga party no less, Livie incontra il bello e super desiderato Ashton - un nome, un programma. Ashton non soltanto è bello, capo squadra del team di canottaggio, studente all'ultimo anno, playboy dichiarato dal sorriso malandrio, è anche un bravissimo attore. Ashton si nasconde abilmente dietro l'immagine che si è costruito per evitare che gli altri conoscano la sua più grande debolezza: fin da piccolo si lascia controllare e manipolare da un padre che non l'ha mai voluto e che lo usa come una pedina nel suo gioco di scalata al potere.
Le macchine, la bella casa, l'atteggiamento menefreghista, la fidanzata convenientemente lontana, tutto rende Ashton bello ma stronzo, un ragazzo perfetto da ammirare da lontano ma tremendo da avere vicino. Livie lo sa bene, lui è il primo in assoluto che abbia mai baciato - se rubare una gelatina alcolica dalla sua bocca si può definire un bacio -, la guarda come se fosse una caramellina da scartare e poi la ignora completamente. Una contraddizione ambulante che manda Livie in bestia: lo desidera e lo detesta, vuole provare tutto e solo con lui e poi decide di tentare la strada più sicura con un altro ragazzo. Il tira e molla - strumento ormai consolidato nel NA - è, però, di quelli che sanno divertire e commuovere in un alternarsi di parti più frivole e parti più serie, dove il problema di Ashton non è solo abbozzato o incosistente, ma credibilmente nascosto agli occhi di chi vuole vedere troppo.
Così ci si ritrova a leggere una storia che è prevalentemente leggera - ma non sciocchina - con qualche ombra che arricchisce la trama, personaggi che sanno comportarsi coerentemente alla loro età, con le giuste paure, i dubbi e gli errori. Livie è piacevolissima da leggere, divertente, spontanea e, anche quando si mette in una situazione moralmente difficile (il triangolo) riesce a non cadere nella volgarità o nella cattiveria gratuita. Stessa cosa per Ashton: la Tucker gli ha dato un lato malizioso e un lato più vulnerabile e ha saputo gestirli entrambi senza che il personaggio diventasse una caricatura. Un altro aspetto piacevole è stato il modo in cui l'autrice ha gestito il sesso: le scene più intense sono quelle dove succede poco o niente, perché la sensualità è tutta nell'attesa, nell'attrazione tra Livie e Ashton, mentre il sesso vero e proprio è quasi censurato tanto è abbozzato.
Forse il mio giudizio ha risentito della lunga assenza di New Adult dalle mie letture - e, quindi, da un entusiasmo eccessivo - in ogni caso la Tucker è un'autrice che mi piace, che sa gestire il genere e sa come acchiappare il lettore. Resto sempre fiduciosa di poterla leggere ancora, così entro direttamente in terapia e tanti saluti.

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