13 gennaio 2012

Suzanne Brockmann
Nel cuore della tormenta

Trama 
In uno sperduto, gelido angolo del New Hampshire, è in corso una dura seduta di addestramento tra le truppe speciali d’assalto dei Navy SEAL americani e gli esperti di una società specializzata nel settore sicurezza. Tra il sottufficiale Mark Jenkins e la bellissima agente speciale Lindsey Fontaine nasce una passione nascosta che potrebbe andare ben al di là di una semplice notte d’amore. Ma quando Tracy Shapiro, una giovane e inesperta segretaria che stava recitando il ruolo di ostaggio durante un’esercitazione, svanisce nel nulla, i due dovranno mettere da parte il loro controverso rapporto per ritrovarla e metterla in salvo, mentre una terribile tempesta minaccia l’incolumità di tutti... Tutta la squadra, alle prese con un serial killer imprevedibile, sarà duramente messa alla prova dalle avverse condizioni metereologiche, e si troverà a dover superare ostilità e incomprensioni sentimentali per portare in salvo uno dei suoi membri. 

Commento
Secondo tentativo di leggere la Brockmann. Ma, mentre nel primo caso sono rimasta traumatizzata da quanto erano brutti quei racconti, in questo caso sono rimasta piacevolmente sorpresa.
Forse dipende dal fatto che questo romanzo, facente parte della serie Troubleshooters e pubblicata (ma dai!) a caso dalla Fanucci, è decisamente molto più corposo dei romanzi del filone romance. Pur essendo catalogato come un rosacrime, ovvero come un romantic suspance, di romantico c'è veramente poco. Meglio così, perché non c'era abbastanza spazio per una storia d'amore sviluppata come si deve. La Brockmann ha incastrato talmente tanti pg nello stesso spazio che non si sente, o non si può sentire, la mancanza di romanticismo. Non serve, la storia d'amore, quando ci sono personaggi secondari che spiccano quasi più dei protagonisti; non serve nemmeno quando il romanzo cerca di essere più corale che incentrato sulla storia d'amore. Meglio così, quindi, perché Mark 'Marky Mark'/'Jenk' Jenkins non è decisamente il mio tipo di eroe. Ma per niente proprio! Di fronte alla parola SEAL io mi aspetto un militare alto, massiccio, tutto d'un pezzo. Marky Mark non lo è...è basso (molto basso), ha il visetto da ragazzino tanto che l'eroina dubita della sua maggiore età, ha le lentiggini e tutti lo definiscono 'carino', 'tenero'...insomma, ma che SEAL è? C'è da dire che sicuramente l'autrice lo ha reso così volontariamente per dare spazio al suo 'carattere', almeno credo. L'eroina, Lindsey, non mi ha presa molto. Asiatica, mascolina, ex-poliziotto, super traumatizzata, con tendenze sociopatiche e il solito atteggiamento da eroina 'facciotuttoiochesonopiùtostadite'. Questi due assieme fanno una coppietta coi fiocchi.
Ma il vero eroe è lui...Irving Izzy Zanella, aka Lo psicopatico! L'uomo dalla battuta veloce, dal vocabolo volgare, dall'atteggiamento strafottente, ma con un'acume e una capacità di osservazione decisamente inusuali. Lui è il mio eroe, l'ho adorato. Voglio la sua storia (cosa che, per altro, ora non c'è). Mi sono attaccata a lui dalla sua prima comparsa, che mi ha lasciata sghignazzante. Anche tutti gli altri pg secondari sono interessanti, e suppongo che ognuno di loro abbia avuto o avrà una propria storia. Sono, in particolare, di sapere cosa ne sarà di Tracy e di Dave, visto che gli altri hanno un destino più o meno segnato.
Un'aspetto strano del romanzo è che è quasi privo di trama. Quella che viene riportata comincia a svilupparsi solo a partire dalla metà, ma occupa comunque pochissimo spazio. Il serial killer c'è, ma non fa parte della parte principale del romanzo, la conclusione dell'azione avviene negli ultimi capitoli. Tutta la storia si svolge con delle esercitazioni, pare che i protagonisti non facciano altro. La mancanza di un vero 'giallo' non pesa, perché la Brockmann ha riempito gli spazi vuoti con scene di 'azione' cioè le esercitazioni, appunto. Una nota positiva è l'ironia, che anima la maggior parte delle battute. Divertentissime certe scene, altre sono state scorrevoli per la semplicità del lessico e del 'momento'.
Risultato? Un romanzo ibrido, né romance, né azione/thriller, divertente, leggero che si fa leggere in 2 giorni senza problemi. A quanto pare la Brockmann non è un'autrice adatta al romance, ma questo genere incrociato.

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