1 gennaio 2012

Paullina Simmons
Il giardino d'estate

Serie Tatiana & Alexander 3
Trama
Si erano incontrati alla vigilia dello scoppio della seconda guerra mondiale, a Leningrado. Si erano amati fra gli stenti, la desolazione e le bombe di un assedio terribile, con la speranza di poter vivere un giorno altrove, in pace. Ora, 20 anni più tardi, davanti a un incerto futuro, quell'amore è messo alla prova. Tatiana e Alexander si sono miracolosamente riuniti in America, la terra dove tutto è possibile, e contano di ricostruirsi una vita insieme. Ma si devono confrontare con le ferite, il dolore, le fatiche che si portano dietro. Nonostante abbiano un figlio meraviglioso, Anthony, si sentono estranei l'uno all'altra. Ex capitano dell'Armata Rossa, Alexander vive con disagio il clima di paura e di sospetto della Guerra Fredda e Tatiana non riesce a ritrovare con il suo Shura l'intimità di un tempo. E quando pensano di essersi definitivamente lasciati alle spalle gli incubi della guerra, ecco che i fantasmi del passato tornano a minacciarli: Anthony, in conflitto con i genitori, si arruola volontario in Vietnam e scompare.

Commento
Leggerlo o non leggerlo? Per chi ha amato Il cavaliere d’inverno (e/o Tatiana & Alexander) questo è il problema. La questione è: leggere un seguito non programmato dall’autrice e non richiesto dai lettori? Leggere il capitolo finale forzato di una storia già – frettolosamente – conclusa con il misero epilogo in Tatiana & Alexander? Per molti quell’epilogo è stato abbastanza, molti non leggeranno Il giardino d’estate proprio per il timore che questo terzo episodio rovinerà la magia. Io non ho mai pensato di non leggerlo, perché per me l’epilogo è stata una presa in giro. Ho voluto leggerlo perché ne avevo bisogno. Ho fatto bene? Si. L’ho divorato, contro ogni previsione, in tre giorni. Non ho voluto dare peso alle critiche e ai tagli fatti alla storia (confermati da chi lo ha letto in originale, la Sonzogno ha fatto finta di niente, per la serie ‘massì tagliamo che cè frega, tanto non se ne accorge nessuno’), l’ho preso aspettandomi di soffrire almeno un po’, di gioire almeno un po’, non come con Il cavaliere – che è sempre un colpo al cuore – ma quanto basta per ritrovare la magia.
Il romanzo inizia dove finiva T&A con Tatia e Shura e il piccolo Anthony che cominciano una nuova vita in America. La diversità con Il cavaliere e con T&A è l’atteggiamento distaccato di Shura, quasi chiuso a riccio, freddo verso Tatia, un reduce inconsolabile della guerra. Per tutta la prima metà la storia è quella della quotidianità di una coppia come la loro, che cerca di rimanere salda e unita a dispetto degli incubi e delle difficoltà. Sarà Tatia, come al solito, a fare da collante per tenere insieme i pezzi del marito, che va alla deriva molto spesso. È uno Shura quasi irriconoscibile, questo. È sempre lo stesso Alexander del Cavaliere, ma con una nota negativa che si esprime al massimo in alcuni punti. Shura, quello de Il cavaliere, non farebbe mai – mai – certe cose, cose che mi hanno lasciata a bocca aperta e con il cuore spezzato. Non si lascerebbe mai deviare da altre persone, non dubiterebbe mai di Tatiana, non farebbe … bhè dico solo che due cose di questo libro non mi sono piaciute, e sono entrambe legate. Shura, in quel caso, mi ha deluso come solo le persone normali sanno fare. È caduto dal piedistallo della perfezione, per inabissarsi nel baratro dell’uomo comune. Da te Shura, non me lo sarei mai aspettato. E nemmeno Tatia se l’era aspettato, ma dopotutto – persino dopo quello – ti ha perdonato, come ha fatto non lo so. Forse è forza, carattere? Tatia è la più forte dei due? In realtà in quel momento sono stati entrambi deboli, hanno superato la morte, santo piripillo, e poi mi cadono così in basso? Ecco cosa non mi è piaciuto del libro. L’autrice ha tolto, o meglio cancellato a forza, l’aura di perfezione da Shura e l’aura di forza da Tatia. È una parte difficile da leggere senza le lacrime agli occhi e l’imprecazione sulle labbra, e poi, quando sembra tornare l’equilibrio, il libro fa un salto. Sembra spezzato in due: un momento si parla di Tania e Shura e quello dopo bam arriva un pupo e poi bam, anni dopo, si parla di Anthony e del Vietnam, e dopo che anche questa parte è finita, c’è un idilliaco quadretto familiare. Ad un certo punto, incredula, mi sono chiesta ‘ma da dove escono tutti questi figli??’ Insomma, ci sono salti temporali che lasciano l’amaro in bocca, soprattutto perché quella specie di riassunto finale, caotico e poco chiaro, ricorda moltissimo l’epilogo di T&A, deludente, buttato lì per chiudere le fila di una storia, per sbattere la porta in faccia al lettore. Carina la scena finale, ma avrei preferito evitare di leggere di uno Shura oltre gli 80 e di una Tatiana vecchia e rugosa che ricordano i bei tempi passati. Romantico, ma fino ad un certo punto. Le 4 stelline sono comunque meritate. È un romanzo emozionante, ma non ai livelli de Il cavaliere d’inverno. Ritroviamo personaggi amati, ma cambiati: è difficile da accettare, ma confortante, in un certo senso, perché se fossero stati ancora lo Shura e la Tatia de Il cavaliere, allora c’era qualcosa che non andava. Non sono rimasta delusa, come molti temevano, perché non sapevo cosa aspettarmi. Ho pianto e riso, sono rimasta delusa e shockata in bene e in male, ma almeno – alla fine – ho letto una conclusione ‘degna’ di una storia che mi ha toccato il cuore.

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