15 gennaio 2012

Lynsay Sands
Le astuzie di Lady Helen

Trama 
Inghilterra, 1173
Quando Enrico II Plantageneto le impone di sposare Hethe di Holden, l'odioso signore di un feudo che confina con le sue terre, Helen di Tiernay non esita a escogitare una serie di stratagemmi oltremodo sgradevoli per scoraggiarlo e metterlo in fuga. Lord Hethe, infatti, soprannominato Il Martello di Holden, pur essendo un giovane attraente e a suo modo affascinante, ha fama di essere crudele e spietato, tanto che spesso l'incantevole castellana ha dovuto offrire ospitalità ai malcapitati incorsi nelle sue ire. Ma come reagirà il suo promesso sposo a quelle astute manovre? E lei, è proprio sicura di volerlo allontanare da sé ora che, conoscendolo meglio, inizia a dubitare della pessima fama che lo accompagna? 

Commento
Divertente, come mi aspettavo che fosse. Non compro la Sands nella speranza di leggere un romanzo memorabile, ma lo faccio quando voglio leggere una storia divertente e leggera, spassosa e poco complicata. Come al solito la Sands crea i presupposti per scenette ilari; non è maestra nella battuta simpatica o arguta, ma ha una grande fantasia nell'ideare tutte le diverse azioni dei personaggi. In questo caso la Sands ci propone un'eroina ed un eroe che si rifiutano di accettare il loro matrimonio forzato. Helen, da parte sua, ne pensa una più del diavolo, appestandosi l'alito con l'aglio, spalmandosi di erbe puzzolenti, diventando - in pratica - una presenza insostenibile per il povero Hethe, che non riesce nemmeno a respirare quando c'è lei. Hethe, invece, capendo subito il gioco della futura moglie le rende pan per focaccia, neutralizzando i tentativi di Helen con i suoi stessi accorgimenti.
Tutta la prima metà è davvero spassosa, sia i personaggi che le diverse scene sono divertenti e ben costruite; però, dalla seconda metà in poi, quando i due protagonisti ormai sono sposati e si accorgono di non dispiacersene poi così tanto, il continuo pizzicarsi e farsi dispetti pesa un po'. C'è un cambio di registro verso la fine, quando Hethe subisce gli attentati e viene svelato il mistero dietro la cattiva gestione del suo feudo. Un trama al limite della banalità, talmente è semplice; personaggi che puntano più su quello che fanno piuttosto che sulla loro fisicità, tanti personaggi secondari, tanti dialoghi e poco romanticismo. E' un romanzo che si fa leggere ma che non appassiona più di tanto, diverte nella norma e non è troppo esagerato nei suoi diversi elementi. Una lettura discreta, sufficiente, ma non memorabile.

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