13 gennaio 2012

Elizabeth Lane
Mondi diversi

Trama 
America 1747, XVIII secolo.
Basta poco perché Clarissa Rogers, la nipote del comandante del forte di Pittsburgh, avamposto degli inglesi nel mondo inesplorato della frontiera, sia costretta a lasciarsi alle spalle la famiglia e il mondo della cultura dell’uomo bianco. Clarissa, una ragazza di città, beneducata e di buona famiglia, si trova all’improvviso a lottare per la sopravvivenza nella natura selvaggia. E l’uomo che la salva da una morte sicura nella foresta, il guerriero indiano Cuore di Lupo, è mitico come il mondo cui appartiene. Forte, silenzioso e indomabile, lui l’incanta e l’affascina, anche se il desiderio di ritornare alla civiltà sembra a Clarissa una tentazione altrettanto forte. Ma Cuore di Lupo ha fatto prigioniero il suo cuore. E per sempre. 

Commento
Ammazza che noia. Ma sarò sfigata? Per una volta che compro un romanzo alla cieca, solo leggendo la trama, ecco che mi becco una fregatura. Magari per qualcuno è stato anche carino, ma per me è stata una noia mortale. Le premesse per una storia intrigante c'erano tutte: la ragazza bianca che si perde nel bosco e viene 'rapita'/salvata (in base ai punti di vista) da questo indiano selvaggio, bello da schiantarsi. Prometteva bene, caspita, così mi sono lasciata prendere e ho deciso di provare un romanzo con un protagonista indiano (di solito non ne leggo mai). Quanto mai! Cuore di Lupo è l'indiano meno indiano della combriccola: non solo è in realtà bianco e americano come lo Zio Sam, ma è pure uno dei più mosci e smidollati mai incontrati. Appena incontra Clarissa diventa un minchione intenerito, altro che indiano burbero che la fa prigioniera, sembra essere il suo valletto personale pronto ad assecondare ogni sua rischiesta. Clarissa, da parte sua, è la classica giovane ricca e viziata, ovviamente dallo spirito ribelle e il corpo 'flessuoso' ma contemporaneamente 'curvoso' tipico di un'eroina inesistente. Noiosa, viziata al limite dell'irritazione, cretina fino alla fine - quando se ne va, la scema -. Insomma, un romanzo che non mi ha lasciato assolutamente nulla, che mi sono obbligata a finire perchè l'ho pagato, santa polenta, e che non rileggerò nemmeno se fosse l'ultimo libro che mi rimane. Che tristezza!

Nessun commento: