Serie Shades of Magic 2
Titolo originale A Gathering of Shadows
Trama
Newton & Compton ebook | € 4,99 |
Le persone, e il mondo che plasmano, sono i conduttori della magia, determinano la sua natura, colorano la sua energia, come una tinta fa con l'acqua.
Commento
Cosa mi sta succedendo? Perché quello che leggo non mi entusiasma? E' un problema mio? E' un problema dei romanzi che scelgo? Sono solo molto sfortunata e svogliata?
Queste sono le domande che mi sono girate in testa durante le due settimane - due - che ho impiegato a leggere Legend. Non è tanto il fatto che ci ho messo tanto a leggerlo a preoccuparmi, quanto la quasi totale assenza di entusiasmo nel prendere in mano il Kindle. Leggere perché si deve farlo, perché si ha un compito da portare a termine, è una delle cose che odio di più e avendo già mollato un titolo neanche troppo tempo fa mi sono impuntata a portare a termine almeno questo, e magari riuscirci con un briciolo di convinzione.
Ora faccio una domanda. E' possibile giudicare in modo positivo un romanzo nel quale, dall'inizio al 70% (l'ho letto in ebook), non succede praticamente niente? Può una trama piatta come una tavola che si riprende solo nell'ultimissima porzione coinvolgere un lettore demotivato e annoiato? Bastano i personaggi a tenere in piedi un romanzo? Io non ne sono sicura. Onestamente, stringere i denti nella speranza di un miglioramento non dovrebbe essere il mood principale di lettura, e dopo aver raggiunto la fine di Legend ho pensato che avrei abbandonato la serie.
L'unico tentennamento è dovuto al finale a cliffhanger che è stata una cattiveria assoluta considerando la pesantezza del romanzo, e che ovviamente ha lasciato in sospeso la storia in un momento critico. Pensandoci a mente fredda, però, il cliffhanger e la qualità generale del romanzo non mi invogliano per niente a tenere in lista questa serie.
Magic, il primo titolo, era stato una lettura piacevole ma non particolarmente emozionante. Mi erano piaciuti Kell e Holland e Rhy, e molto meno Lila Bard. La trama era intrigante, il potenziale alto, eppure non mi aveva colpita del tutto. Legend è stilisticamente senza grandi pecche, ma povero in sostanza e colpevole di dare spazio ad un personaggio - Lila - che è salita nella graduatoria dei personaggi meno graditi di sempre.
L'inizio del romanzo e buona parte fino alla sua metà sono concentrati su Lila, sulla sua fuga e sulla sua attuale situazione. Se nel finale di Magic avevo imparato a tollerarla, qui ho dovuto sopportare un crescendo di atteggiamenti incomprensibili con picchi di egoismo e di cattiveria che non trovano giustificazione né motivazione se non un'infantile capriccio di indipendenza e affermazione a discapito del buon senso. Lila Bard dovrebbe essere una paladina di femminismo e indipendenza, invece è una macchietta che cade nel solito cliché della femmina che annulla la sua femminilità (ma che la ritrova quando deve sedurre) e che confonde un comportamento aggressivo con la sicurezza di sé. Le sue menate del non volere legami emotivi, del non volersi fermare in nessun luogo e mettere radici è una storia che non ha più senso, e che anzi risulta odiosa quando i personaggi che le stanno accanto sono più che meritevoli di fiducia. Insomma, la sua presenza invadente, il suo essere incosciente e in generale avventata nel senso più negativo del termine non hanno portato nulla al romanzo ma, anzi, hanno sottratto spazio a personaggi che ne avevano disperatamente bisogno. Solo perché con Lila compariva in scena Alucard sono riuscita a raggiungere il momento più interessante del romanzo, altrimenti avrei mollato.
Kell e Holland, i due personaggi che pensavo qui avrebbero brillato, sono miseramente messi da parte. Holland è proprio relegato a Londra Bianca e ogni tanto si fa vedere e sentire, si intuisce il suo grande progetto ma fatica ad uscire dallo sgabuzzino. Kell, invece, viene trattato come un bambino e messo in punizione, continuamente schiacciato dal legame con Rhy e letteralmente incatenato. Il torneo lo scioglie un po' ma purtroppo per me non è abbastanza, ancora una volta non prende in mano la situazione e non diventa protagonista assoluto. Mi è dispiaciuto molto perché il suo tormento è molto convincente e la sua situazione ha un potenziale esplosivo, purtroppo tutto viene schiacciato dall'invasiva Bard e dalla inspiegabile fascinazione della Schwab nei suoi confronti.
Tra i personaggi di contorno Alucard e Rhy sono i migliori, forse di tutto il romanzo. Alucard è affascinante, misterioso, ricco di potere e fino alla fine impone la sua presenza senza essere mai fastidioso. Il suo rapporto con Rhy e con Kell ha radici che sconfinano dalla trama di questo romanzo e vengono messe in luce solo per poco e giusto per farci capire l'essenziale. Rhy è altrettanto riuscito, con il suo conflitto interiore, l'irrequietezza continua, l'amore e l'odio per il suo legame con Kell e l'insofferenza costante che lo porta a comportamenti autodistruttivi.
L'unico momento di vero coinvolgimento in tutto il romanzo è quello degli Essen Tasch, ma purtroppo dura poco. Il fatto che i personaggi vengano messi alla prova e che diano il meglio di sé - o per Kell il meglio pur frenandosi - lascia spazio a scene emozionanti e serrate che risvegliano bruscamente il ritmo di lettura e finalmente smuovono una trama troppo piatta.
Dallo svolgimento dei giochi al finale cliffhanger la distanza è minima, e prima che lo si aspetti il romanzo è finito, proprio sul più bello.
Considerando tutto questo, e il livello di gradimento tiepido per Magic, non so se questa serie fantasy sia nelle mie corde. Alcuni sicuramente la troveranno appassionante, ameranno i protagonisti e si sentiranno presi dalla trama, ma per me non bastano l'idea originale o lo stile più che discreto dell'autrice. Se manca il coinvolgimento manca la ragione per leggere. Prima di chiudere del tutto con questa serie proverò a capire se il terzo sarà diverso, ma se percepisco anche un briciolo delle stesse cose di questo allora chiuderò il capitolo Shades of Magic senza guardarmi indietro.
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