9 ottobre 2017

Samantha Mabry
All the Wind in the World

Trama
Algonquin Books
ebook | € 10,88
Sarah Jacqueline Crow and James Holt work in the vast maguey fields that span the bone-dry Southwest, a thirsty, infinite land that is both seductive and fearsome. In this rough, transient landscape, Sarah Jac and James have fallen in love. They’re tough and brave, and they have big dreams. Soon they will save up enough money to go east. 
But until then, they keep their heads down, their muscles tensed, and above all, their love secret. When a horrible accident forces Sarah Jac and James to start over on a new, possibly cursed ranch called the Real Marvelous, the delicate balance they’ve found begins to give way. And James and Sarah Jac will have to pay a frighteningly high price for their love.
Out there in the desert, you don't even really have to tilt your head to see the sky. The sky is all around. It's pratically all there is. And it's not that the stars are bright, like in the lullaby. They're simply everywhere. they pierce and poke the black. They pierce and poke me. I feel like I'm leaking.
Commento
***spoiler***

Esce domani per il mercato anglofono All the Wind in the World, un romanzo post-apocalittico young adult che ho letto grazie a quei tipi strani di NetGalley.
All'inizio, quando ho cliccato richiedi sulla sua scheda, l'unica cosa che mi aveva attirata era stata la copertina che, parliamoci sinceramente, è una ficata atomica. Poi, as usual, non ci ho più pensato fino all'arrivo dell'autorizzazione a scaricare l'ebook, e ora mi ritrovo qui a scrivere una recensione che è decisamente positiva.
Prima di addentrarmi nel commento e parlare della trama con una quantità di spoiler allarmante persino per i miei standard, mi voglio soffermare un secondo sul target. Nonostante NetGalley lo abbia giustamente inserito nella categoria YA, il tono della narrazione e i suoi contenuti, nonché il modo in cui l'autrice li presenta nella narrazione, secondo me strizzano l'occhio ai lettori adulti. E' come se questa storia avesse tenuto le basi del suo genere, ma si fosse avvicinata il più possibile ad una narrazione cupa, meno adolescenziale e, quindi, diventare adatta anche ai lettori più grandi.
Questo cosa significa? Tanto per cominciare che i personaggi non sono in nessun modo stereotipati nella loro personalità e nemmeno nel loro aspetto, che la trama non teme momenti di violenza e di negatività e che tutta la storia non si tira indietro di fronte ad un panorama deprimente e senza speranza.
Io ci ho sguazzato alla grande e poi vi spiegherò perché.
Ora la trama. Gli Stati Uniti sono diventati un'unica, enorme, infinita terra desertificata dove solo le coste hanno ancora un briciolo di verde e di acqua. Le città sono al massimo degrado, la società è disgregata, la gente è povera e si muore con una facilità allarmante per le ragioni più stupide: un raffreddore, disidratazione, freddo, fame. Il resto del paese è un deserto arido spazzato da tempeste di sabbia e massacrato da temperature infernali, dove l'acqua è un miraggio e l'unica fonte di reddito e di sostentamento sono le piantagioni di agave dalla quale viene ricavato un liquore - unico liquido potabile in questi territori. Le piantagioni offrono lavoro a chi non ha niente e nessuno, i treni che passano nel deserto trasportano decine, centinaia di persone, e i padroni dei terreni governano con leggi e regole proprie e diritto di vita e di morte sui lavoratori. Sono dei veri e propri campi di lavori forzati, con una paga da miseria e condizioni igieniche praticamente inesistenti.
Due dei tantissimi disperati che saltano da una piantagione all'altra sono Sarah Jacqueline e James, giovani, soli, uniti dall'amore e dalle circostanze, abituati a rubacchiare e a lavorare come dei pazzi per mettere da parte tutti i soldi possibili per comprare - un giorno - il loro terreno e vivere in pace.
La loro routine - saltare su un treno, tagliare agave, fare orari assurdi, fingersi cugini, rubare qualche ninnolo, risaltare sul treno - si spezza quando Sarah causa la morte di un uomo. Durante una tempesta di sabbia, il cavallo di uno dei controllori si imbizzarrisce e lei, esperta di cavalli, tenta di ammansirlo solo per poi causare il disarcionamento del cavaliere e la sua conseguente morte.
Sarah e James scappano, lasciano tutti i loro beni - perché la pena per lei sarebbe stata la morte - e saltano su un treno. La loro prossima tappa è The Great Marvelous, una delle piantagioni più grosse famosa soprattutto per la sua fama di luogo maledetto dove ai lavoratori viene fatto un incantesimo e accadono cose orribili. Né James né Sarah credono alle dicerie, per loro è un posto come un altro dove lavorare, eppure le cose cambiano.
Il loro accordo iniziale di fingersi cugini - perché le coppie, nelle piantagioni, fanno sempre una fine orrenda - e di raggirare le fanciulle per derubarle sfruttando il bell'aspetto di James, poco alla volta si ritorce contro di loro. James, il più tenero di cuore dei due, all'inizio non è d'accordo ma presto comincia a prendere iniziative senza consultare Sarah, puntando in alto, verso una delle figlie del proprietario terriero. Farrah è tutto quello che Sarah non è: pulita, con una pelle rosea e liscia, le unghie pulite, bei capelli folti e lucenti, vestiti femminili e profumati. Ma Farrah è anche malata, quindi per Sarah è facile capire che James ha visto in lei la vittima perfetta: fragile, con poco tempo da vivere e ricca.
Man mano che James entra in confidenza con Farrah la distanza tra lui e Sarah cresce, fino al punto in cui per giorni interi non si vedono. Lei è nei campi a tagliare agave, lui sta gradualmente guadagnando la fiducia della famiglia fino a raggiungere uno status incredibilmente prestigioso.
La rottura arriva implacabile quando James segue la famiglia in un viaggio verso la città più vicina con la scusa di fare soldi e si lascia indietro Sarah che, come se questa separazione non fosse abbastanza difficile, sopporta una serie di traumi fisici e di calamità naturali che la lasciano fisicamente trasformata: prima un'invasione di api velenose decima la forza lavoro, causandole ferite orrende e giorni interi di delirio e febbre, poi le pulci che costringono tutti a farsi rasare i capelli.
Sarah è ridotta ad uno scheletro, emaciata, senza capelli, sporca, malnutrita, ma continua a lavorare, continua a sperare nel suo sogno, continua ad aspettare James. Quando lui torna, però, è un'altra persona: pulito, con vestiti su misura, profumato e distante. Così distante da lei e così vicino a Farrah.
Il suo James, il suo compagno e il suo amore, si è sposato con Farrah e di lei non ne vuole più sapere, le dice vattene, le dice ti ho procurato dei soldi, le dice io rimango qui, e lei diventa di pietra.
Sarah ha un unico momento di debolezza in questa marea di eventi avversi: scarica la paura e la devastazione che le scavano il petto su Bell, la sorellina di Farrah, presunta strega che ha causato la maledizione, e la porta via con sé per lasciarla a morire in mezzo al deserto.
Per Sarah, però, non c'è via di scampo. James la cattura, la trascina alla piantagione come prigioniera pur sapendo che verrà giustiziata e per tutto il tempo la prega di scappare, di salvarsi, di tagliare i ponti con lui e con questa vita e andare via.
Ma Sarah, che senza James non sa sperare e vuole vendicarsi di cosa le ha fatto, rimane di pietra: si consegna, accetta la condanna a morte e gli augura di vedere il suo corpo a brandelli in decomposizione ogni mattina della sua nuova vita per ricordarsi di lei, di lui e delle sue orrende colpe. La fine, inspiegabilmente, cambia rotta. Nel momento in cui il colpo di fucile sta per uccidere Sarah, James la salva e, grazie al ritorno delle api assassine, la porta via con sé salvando anche la piccola Bell. Loro tre, lontani da The Real Marvelous, lontani dai morti che si sono lasciati indietro - compresa Farrah che, convenientemente, muore -, mettono in piedi il piano originario: comprare della terra, coltivare, vivere insieme felici. Solo che la felicità iniziale, quella pura del loro amore, non c'è più. Tra di loro c'è un muro che a volte riescono a superare, a volte no, ma tutto sommato le cose sono come avrebbero dovuto essere prima di tutto questo casino.
Lo so, ho raccontato il romanzo, ma dovevo farlo perché certe cose mi hanno causato un travaso di bile e una serie di pianti brutti e devo condividere, qualcuno deve patire le pene dell'inferno come me.
Tanto per cominciare James deve morire male. Ma male proprio, perché il livello di cattiveria che ha scaricato su Sarah, praticamente abbandonandola senza degnarla nemmeno di una spiegazione, mi ha lasciata senza respiro. Quella poverina ha patito le pene dell'inferno e tu ti trombi Farrah, te la sposi e hai il coraggio di dirle pure che la forza di una persona si dimostra in diversi modi, e che la ama. LA AMA. Cioè, ama Farrah, si lascia indietro Sarah e non sapremo mai perché alla fine decide di salvare Sarah e lasciare Farrah a morire a colpi di mannaia. James è un buco nero: ne combina di tutti i colori, passa dall'essere un personaggio positivo, ingegnoso, intraprendente, all'essere un pezzo di merda traditore codardo del cazzo che non ha nemmeno il coraggio di dire a Sarah la verità.
Madreh che odio, che violenza estrema, che sofferenza assurda, che angst spietato!
Sarah, però, è la mia eroina: di fronte a tutto quello che le capita pensa col cazzo che ti do la soddisfazione di levarmi dai piedi! Non mi ami più? allora ti tocca vedermi morire, e vivrai con il senso di colpa e ci marcirai pure te e quella stronza dai capelli rossi. Sarah ha una fibra d'acciaio che potrebbe disintegrare tutte le pseudo eroine di distopici e post-apocalittici, ha carattere, ha costanza, ha coerenza e non ha paura di morire. Questo la rende imprevedibile e incontrollabile, perché dei soldi alla fine a lei non importa niente, vuole essere felice con James, dopo tutto quello che hanno passato insieme, e senza di lui persino la sua essenza si disperde e lo capisce, si rende conto che da sola in questo mondo senza nessuno a bilanciare la sua perenne negatività e la sua incapacità di aprirsi è praticamente morta.
Let it all come: the dust, the wind, the bees. I won't fight them anymore. I'm out of fight. My clothes are wet. I have no coa. I have no friends. I have no hair. I'm too thin. The wind could just pick me up and toss me into the sky, and I'd not offer any resistance.
Per lei morire al campo e morire nel deserto cambia poco, preferisce farlo perché decide di morire a modo suo causando il maggior danno possibile a chi l'ha tradita. Fanculo il buon cuore, fino alla fine odia e ama James allo stesso modo e persino nel finale si chiede se le cose torneranno mai com'erano prima, e nemmeno ci crede.
Stile: brutale, asettico, preciso, descrizioni all'insegna dell'economia di parole perché bisogna risparmiare tempo ed energie, e non ci si nasconde dietro voli pindarici per camuffare la vera natura delle cose: la merda è merda, una fede al dito è una fede al dito, il tradimento è il tradimento, la solitudine e la disperazione sono solitudine e disperazione. Certo c'è un lato negativo in questo: la prima parte del romanzo non è esattamente coinvolgente o movimentata, proprio perché non cerca di infiocchettare scene piatte, scarne, ripetitive. Forse è voluto, questo inizio sotto tono, perché appena si tocca quel punto cruciale si entra in un vortice di ossessione mista a terrore mista a sofferenza che non ti permette di scollarti dalla lettura fino a che non si finisce il romanzo.
Io, che di solito sono una lettrice disciplinata, ho tirato fuori il Kindle mentre ero al lavoro e ho perso la vista per la velocità con la quale leggevo. E poi mi salivano le lacrime agli occhi, quindi doppia fatica per disappannare la vista. Ho divorato la seconda parte come una disperata, a metà tra la felicità per la quantità assurda di angst e la disperazione totale per quello che stava succedendo.
La fine è all'insegna del mai una gioia potentissimo, perché una chiusura del genere è quanto di più lontano dai romanzi YA che ho letto negli ultimi anni: niente speranza, solo apatia e forse un briciolo di felicità, e ancora meno ci si mette il cuore in pace perché Sarah e James sono tornati insieme. Non sapremo mai perché sono tornati insieme, non sapremo mai se sono veramente felici e non sapremo mai se Sarah lo ha perdonato.
Madreh come soffro.
Se leggete in inglese e avete dei soldini che vi ballano, vi piacciono i post-apocalittici e non temete i finali cattivi, leggetelo. Leggetelo e poi tornate da me così possiamo disperarci insieme. Ho bisogno di qualcuno con cui versare oceani di lacrime.

Nessun commento: