26 ottobre 2015

Cassandra Clare
Shadowhunters. Città di Cenere

Serie The Mortal Instruments 2
Titolo originale City of Ashes

Trama
Mondadori
pag. 466 | € 11,00
Clary Fray vorrebbe soltanto che qualcuno le restituisse la sua vecchia, normalissima, vita. Ma non c'è niente di normale nella sua vita se può vedere licantropi, vampiri e altri Nascosti, se sua madre è in un coma magicamente indotto e lei scopre di essere uno Shadowhunter, un cacciatore di demoni. Se Clary si lasciasse il mondo dei Cacciatori alle spalle avrebbe più tempo per Simon (forse più di un amico ormai). Ma è il mondo dei Cacciatori che non è disposto a lasciar andare lei, soprattutto Jace, il suo affascinante, permaloso fratello appena ritrovato. Per Clary l'unico modo di salvare la madre è inseguire Valentine, il cacciatore ribelle, che è probabilmente pazzo, sicuramente malvagio e anche, purtroppo, suo padre. A complicare le cose a New York si moltiplicano gli omicidi dei figli dei Nascosti. E la città diventa sempre più pericolosa, anche per uno Shadowhunter come Clary.
"Non dirlo così..."
"Che cosa, 'sorella'?" - Jace scrollò la testa. - "Quando ero piccolo scoprii che se ripetevi all'infinito e abbastanza velocemente una parola qualsiasi, perdeva ogni significato. Stavo a letto sveglio e mi dicevo di continuo...zucchero, specchio, sussurro, buio. Sorella - disse piano. - Tu sei mia sorella."
"Non importa quante volte lo ripeti, sarà sempre vero."
"E non importa cosa non mi lasci dire, anche quello sarà sempre vero."
Commento
Adesso comincio a capire perché tutti amano questa serie. Anche io sono entrata ufficialmente nel fanclub. Sbrodolo, mi struggo, sono in crisi d'astinenza. Ero a 3/4 di Città di Cenere - e procedevo veloce come un razzo - che già avevo fatto partite il prestito per il terzo romanzo della serie.
Non ce la faccio proprio ad aspettare, non riesco nemmeno a pensare di lasciar decantare per settimane questa serie quando posso continuare a leggerla senza interruzioni. Sono costretta ora come ora a leggere altro solo perché il libro arriva sabato, altrimenti sarei partita diretta senza pause e al diavolo il resto dei libri in attesa.
Sì perché a quanto pare il potere della Clare ci ha messo più tempo a fare effetto su di me, ma la botta che mi ha dato è stata cosmica.
Sono totalmente infatuata e credo non ci siano dubbi sul soggetto. Jace, solo Jace, nessun altro se non Jace. Ok, ok, già mi era piaciuto nel primo romanzo, ma qui - porcamiserialadra - mi ha proprio spedita nel tunnel del crush e si è spianato la strada per farmi disperare. E' quasi tutta colpa sua se sono in questo stato, ma buona parte del merito se la prende proprio la Clare. E' stata brava, e molto, a migliorare una storia che è cambiata pochissimo rispetto a Città di Ossa: i personaggi sono gli stessi, le dinamiche le stesse, i cattivi gli stessi, l'ambientazione identica. Non cambia nulla se non la qualità della narrazione, la fluidità della storia, la maggiore profondità espressa dai personaggi.
Di punto in bianco si passa dal leggere una storia Young Adult carina e ricca di azione, ad uno YA fantasy complesso, ricco, pieno di mille diversi strati nella trama dati dai diversi punti di vista: ogni personaggio che prende possesso della narrazione aggiunge la sua esperienza e i suoi pensieri, trasformando la trama in una continua evoluzione di diversi filoni di storia che si congiungono nella parte finale in una battaglia epica tra il bene e il male.
Ma sto correndo troppo, perché per arrivare al finale bisogna passare in mezzo a molte cose e tutte una più interessante dell'altra.
Partiamo dalla protagonista, Clary. Nel primo romanzo mi era piaciuta perché era coerente con la sua età, con le circostanze della storia e perché nella sua ingenuità non cadeva mai nell'ottusità. Purtroppo, nonostante fosse la protagonista indiscussa, non brillava per originalità, nel senso che sì era lei a narrare le vicende, ma non ne era la protagonista. A Clary le cose capitavano e ne era vittima, così com'era giusto che fosse. In Città di Cenere, invece, Clary è sì ancora impotente di fronte al mondo degli Shadowhunters e alla guerra imminente con Valentine, ma poco alla volta prende confidenza con quel mondo e si infila negli spiragli per fare bagaglio di ogni informazione possibile. Dall'essere una spettatrice, Clary diventa sempre più parte attiva nella storia e scopre capacità nascoste che non sapeva di possedere: il suo potere con le rune ma soprattutto la sua forza nel gestire sentimenti difficili.
Così, inevitabilmente, arriviamo a Jace. Tralasciando per un attimo la mia infatuazione, consideriamo il modo in cui la Clare ha gestito il personaggio. Ce lo aveva presentato come un giovane molto arrogante, cinico, la cui arma preferita per ferire gli altri e difendere se stesso è il sarcasmo. Difficile da gestire e da controllare, quasi impossibile parlarci seriamente, Jace ha ceduto pochissimo di sé nel primo romanzo tanto da non smuovere le acque se non nella semplice azione. In Città di Cenere entra con il suo punto di vista narrativo e ci regala uno scorcio della sua personalità. E' vero, Jace è sarcastico e arrogante, ma è anche un ragazzo che ha perso la sua famiglia e che continua a sentirsi fuori luogo ovunque e con chiunque. La camera vuota, senza effetti personali, riassume perfettamente l'animo di Jace: possiede poco e quel poco gli è indispensabile. Allo stesso modo le persone sono per lui o dentro o fuori dalla sua vita, e se sei dentro sei speciale. Il suo rapporto con Clary è destabilizzante per entrambi: un sentimento nato spontaneamente e poi subito schiacciato dalla realtà mette in difficoltà Jace e lo porta a isolarsi ancora di più. Nella sua fragilità di ragazzo, nella sua solitudine, Jace dimostra una profondità sconcertante, una complessità che nel primo romanzo aveva nascosto molto bene.
La cosa bella di questo romanzo è che, oltre a Clary e a Jace che possono essere considerati come personaggi principali, anche i secondari assumono un ruolo decisivo sia ai fini della trama, sia per arricchire il romanzo stesso. Alec e Magnus, ad esempio, entrano in scena grazie e soprattutto alla strana relazione che hanno fatta di segreti, di paure e di verità non dette. Alec, in modo particolare, grazie al suo PoV, dimostra una tenerezza d'animo che nel primo romanzo non si vedeva nemmeno con la lente d'ingrandimento. Simon, tra tutti, diventa un personaggio indipendente da Clary: era il migliore amico, il Mondano, mentre ora è tutto tranne che. Ha una sua storia da raccontare, un futuro da sviluppare che non necessariamente lo legano a Clary.
E infine, naturalmente, la storia: riprendendo direttamente dal punto in cui si era fermata senza pause, si procede verso una serie di nuove azioni di Valentine che poco alla volta svelano il suo piano. Non ci sono tanti colpi di scena, ma tanti piccoli tasselli che si susseguono e si collegano fino allo scoppio finale di cui ho già parlato. Tutto questo non sarebbe niente senza una buona penna e la Clare rafforza la sua con una maggiore sicurezza nel presentare una serie di scene che, nella loro semplicità, sono più appassionanti di mille battaglie.
Sono prontissima per il terzo romanzo, talmente pronta che faccio fatica a concentrarmi sulla mia lettura attuale, che dovrò terminare assolutamente prima di sabato. Ce la farò.

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