22 gennaio 2012

J.R.Ward
Lover mine

Serie Black Dagger Brotherhood 8

Trama 
Piatkus | pag. 672 | € 4,89
In the darkest corners of the night in Caldwell, New York, a conflict like no other rages. Long divided as a terrifying battleground for the vampires and their enemies, the city is home to a band of brothers born to defend their race: the warrior vampires of the Black Dagger Brotherhood. John Matthew has come a long way since he was found living among humans, his vampire nature unknown to himself and to those around him. After he was taken in by the Brotherhood, no one could guess what his true history was- or his true identity. Indeed, the fallen Brother Darius has returned, but with a different face and a very different destiny. As a vicious personal vendetta takes John into the heart of the war, he will need to call up on both who he is now and who he once was in order to face off against evil incarnate. Xhex, a symphath assassin, has long steeled herself against the attraction between her and John Matthew. Having already lost one lover to madness, she will not allow the male of worth to fall prey to the darkness of her twisted life. When fate intervenes, however, the two discover that love, like destiny, is inevitable between soul mates. 

Commento
***Spoiler***
Ormai non dovrei nemmeno più sorprendermi. Non dovrei nemmeno pensare 'mi piacerà o no?', perché, arrivati all'ottavo volume, non ho mai dato un voto basso a questa serie; e il fatto che proprio questo romanzo - che tra tutti era quello che rientrava meno nelle mie corde - mi sia piaciuto così tanto è indicativo sulle capacità narrative della Ward.
Infatti, considerando i fatti basilari e i personaggi, mi sentivo un poco schiacciata: Xhex, per come era sempre apparsa nei romanzi precedenti, era così estranea ai miei standard di eroina che avevo difficoltà ad accettarla; mentre John aveva preso una strada negativa, diventando un personaggio molto diverso da quello che avevo conosciuto. In più la trama 'generale' era diventata così angosciante che non pensavo di poterla affrontare con leggerezza. Ma ho sottostimato alla grande la bravura della Ward: colpa mia.
La bellezza di questo romanzo sta proprio nella fluidità con cui l'autrice ha saputo portare in scena personaggi molto complessi e difficili, con lati del carattere che non rientravano per niente negli standard del romance, e portare a termine un blocco molto importante della trama corale della serie. In questo ogni singolo aspetto della storia trova il suo scopo e la sua attuazione migliore.
Tanto per cominciare i problemi relativi ai troppi punti di vista narrativi sono stati superati; abbiamo 8 punti di vista che si alternano con regolarità: John, ovviamente, e Xhex; Blay e Qhuinn, Lash, Darius, Payne e Thor anche se in misura minore. Non c'è mai sovraffollamento, non c'è mai confusione e la trama si sviluppa fluida e chiara.
Al contrario di LEn, per esempio, - dove Cormia e Phury erano finti protagonisti - John e Xhex sono i personaggi indiscussi: le loro storie si intrecciano e si fondono alla perfezione e i due caratteri non si scontrano mai. E' come se entrambi avessero trovato il loro posto, quando sono assieme. Blay e Qhuinn sono altri due punti di vista molto interessanti: la loro relazione sta subendo un cambiamento totale e francamente VOGLIO assolutamente la loro storia. Il fatto che Qhuinn sia geloso di Blay e che senta come una perdita il suo allontanamento è così affascinante che non credo di poterli vedere con qualcun altro. Allo stesso modo Thor riprende parte attiva nella storia. Attraverso i problemi di John riprende contatto con la realtà, rendendosi conto che l'unico modo per vendicare la morte di Wellsie è combattere e che l'unica cosa positiva che gli rimane è stare vicino a John.
Lash, al contrario, è il punto di vista nemico e stranamente i suoi numerosi capitoli non hanno un effetto negativo perché servono a creare le condizioni adatte a far unire John e Xhex. La sua fine, però, è un po' sommaria. Considerando che per tutto il romanzo subisce una trasformazione fisica, mi sarei aspettata una morte più cruenta o meno scontata. Certo, è giusto quello che succede, e che sia proprio Xhex a compiere l'atto con l'aiuto di John, però il crescendo che si è creato rimane incompiuto, lasciando un retrogusto amarognolo. La chiusura di questa fase della storia, però, è netta e ben fatta. Finisce un periodo nerissimo, con l'ascesa di Lash, e dal prossimo chissà...Il prossimo romanzo, infatti, è dedicato a Payne e Manello. La gemella di Vishous, nei suoi capitoli, viene definita meglio. Quelle sue poche apparizioni l'avevano definita come un personaggio sulla scia di Xhex con l'attitude di V: una spaccaculi, insomma. Eppure, pur avendo in sé l'istinto combattivo, ha l'innocenza e la semplicità di una creatura che non ha mai vissuto. Il contrasto è molto stuzzicante e la condizione in cui si trova alla fine di LM è apertissima a LUn, il suo romanzo.
La storia ha un incedere molto più serio e complesso proprio perché i due personaggi hanno un passato - e un presente - oscuro. L'atmosfera è leggermente più cupa, rispetto ai libri precedenti, ma c'è sempre spazio per l'amore e per la speranza. Un aspetto che mi aspettavo fosse più presente è la continuità tra Darius e John: voglio dire, se John è la reincarnazione di Darius l'unione dei due sarebbe dovuta essere molto più viva e sentita e non solo un ricordo del passato. Anche se è una nozione conosciuta, il fatto che la Ward non ci lavora sopra se non attraverso un singolo episodio del passato - ok, è la storia della nascita di Xhex, molto 'era destino' - ma per me non è abbastanza. Ultimo elemento gustoso: entra in scena un altro Fratello, Murhder, ex di Xhex ed ex Fratello. Il pazzo sparito dalla faccia della terra è in realtà imboscato in un B&B e gioca a fare il fantasma. Chissà quando ritornerà in scena. Scopriamo anche l'identità della misteriosa No'One e anche lei dovrebbe tornare prossimamente sugli schermi, perché sia No'One che Murhder hanno una sezione nella Message Board della Ward (come gli altri fratelli).
Intanto mi tocca aspettare Marzo per Payne e Manello e - non pensavo che lo avrei mai detto - non vedo l'ora di leggerli!

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