26 dicembre 2011

Roberts McCammon
L'ora del lupo

Titolo originale The Wolf's Hour

Trama
Gargoyle | pag. 619 | € 17,50
Il suo nome è Michael Gallatin. È una spia abilissima, un amante appassionato e... un lupo mannaro. Capace di mutare improvvisamente forma, di uccidere silenziosamente o con furia selvaggia, ha già dato prova delle sue abilità contro Rommel, in Africa.
Ora deve affrontare la sua missione più delicata e rischiosa: scoprire e sventare il piano segreto dei nazisti noto come "Pugno di ferro". Da un lancio col paracadute nella Francia occupata alla dilagante corruzione di Berlino, dalle braccia di una donna bellissima all'abbraccio gelido della macchina di morte ideata da un folle, Gallatin si apre la strada verso la verità spaventosa del "Pugno di ferro".
Ma quando mancano solo poche ore al D-Day, si trova intrappolato nella rete distruttiva ordita dai nazisti...



Commento
Se 007 fosse un lupo mannaro si chiamerebbe Gallatinov e sarebbe una spia inglese infiltrata nel cuore della Germania nazista. 
Ora, fin qui nulla di strano. La trama è decisamente avventurosa e si presta benissimo a scene di azione e di intrighi politici da seconda guerra mondiale. La cosa che mi lascia un pochino perplessa è la forzatura di voler rendere il protagonista un lupo mannaro. Questo suo essere 'non umano' scorre bene in certi punti, ma in altri è completamente inutile, quasi viene dimenticato. L'autore forse era indeciso su che strada prendere: horror con la licantropia? spy-story con la questione dell'arma chimica dei nazisti? Alla fine ha mischiato le due cose e ne è uscito un ibrido, né horror, né spy-story. L'aspetto horror è molto più spiccato in alcune parti ed è costituito in genere da polpa e pezzettoni di umani che schizzano e si staccano dai rispettivi proprietari a causa di atti umani o animali. Siccome non sono un'esperta del genere horror non voglio dire che questo romanzo non rientri in questa categoria, però di horror, secondo me, c'è veramente poco, forse le descrizioni dei campi di concentramento o dei comportamenti delle grandi cariche naziste sono più horror di qualsiasi lupo che mangia una gamba del proprio compagno. L'aspetto della spy-story invece è sviluppata abbastanza bene, Gallatin è una spia/mannara, quindi con capacità maggiori di qualsiasi altra spia, e il suo capo conosce la sua condizione particolare...lo assolda per scoprire un segreto di Hitler che potrebbe compromettere lo sbarco degli alleati. Mikhail parte dall'Inghilterra e viene paracadutato in Francia, da lì cominciano i suoi spostamenti, aiutato dalla resistenza. 
La caratteristica da 007 è che il protagonista è ovviamente un uomo super affascinate, con un'aurea animale che attira tutte le gnoccone sul suo cammino, le cui attenzioni lui ovviamente provvede a sfruttare, e che riesce a scappare per il rotto della cuffia con scene di inseguimenti al limite dell'assurdo: un pò scappa come lupo, un pò come uomo, il tutto senza sfruttare nemmeno un poco la sua bestia (quella mannara intendo, quella che dovrebbe essere super veloce e super forte). Mikhail Gallatinov è un malinconico/depresso che vive per inerzia completamente isolato dal resto del mondo. Fin dalle prime righe ti chiedi come diavolo abbia fatto a sopravvivere se per il 90% del suo tempo è triste e sconsolato, mentre il 10% lo passa a fare sesso/uccidere/compiere il suo lavoro. Sinceramente mi ero aspettata un personaggio più forte, più carismatico e molto, ma molto più bestiale. Di bestiale in Gallatinov c'è poco, e quel poco che c'è compare solamente quando è in forma di lupo, non ci sono scene in cui la cosiddetta bestia si comporta in modo esagerato rispetto al comportamento tipico di un lupo. Quindi il lupo mannaro in questo romanzo non è il classico 'mostro' veloce e forte, è semplicemente un'altro modo di essere e di vivere, uno che Gallatinov in genere preferisce -a meno che non ci sia una gnoccolona in giro-. Un peccato perchè mi ero aspettata tanto, anche se la mancanza del vero mannaro si sente poco quando si leggono i pezzi sulla sua infanzia passata in Russia. 
Un altro aspetto particolare del romanzo è la sua divisione su due piani temporali alternati: un capitolo sulla vicenda contemporanea alla storia, quindi la missione di Gallatinov come spia, un capitolo ambientato nella sua infanzia, dove viene narrata la sua introduzione nel branco dei lupi mannari russi. 
Tra le due parti, quella dedicata alla storia del branco e di Gallatinov bambino e poi ragazzo è quella che ho preferito. Forse perché quella 'reale' è cominciata lentamente, quasi trascinandosi, costringendomi a forzare la lettura. Mi sono imposta di continuare a leggere, e quando sono arrivata al primo capitolo dell'altra ambientazione la storia ha messo il turbo e ha cominciato a scorrere meglio. Scopriamo quindi come Mikhail arrivi a diventare un lupo mannaro, come perda totalmente la personalità del bravo bambino russo per diventare al 100% un ragazzo lupo. La nuova vita è l'unica vita che conosce, e l'adora, non c'è niente di meglio che correre e cacciare, niente di meglio che un bel pezzo di carne sanguinolenta. Finché un giorno arriva l'uomo e distrugge il suo mondo, uccidendo uno per uno i membri del branco e lasciano Mikhail da solo, costretto ad inserirsi nel mondo degli umani. Dal quel momento Mikhail diventa Michael, cittadino britannico. Non viene descritto come si ritrovi a lavorare per i servizi segreti -o per lo meno non me lo ricordo- sappiamo solo che è il migliore nel suo lavoro, e riesce sempre a portare a termine i suoi compiti. Come 007.
In sostanza, il romanzo non è male se lo si comincia senza avere delle aspettative alte dal punto di vista della licantropia. Io l'ho fatto e mi sono rovinata un pochino la lettura, mi aspettavo di più sotto quell'aspetto e quindi mi è piaciuto meno rispetto a quello che pensavo. E' stata una lettura gradevole, ma non mi ha appassionata e nemmeno coinvolta. E' anche il primo romanzo di McCammon che leggo, ma credo che sarà l'ultimo: non era il nome ad attirarmi, ma il lupo mannaro.

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