15 marzo 2018

J. R. Ward
Dearest Ivie

Serie Black Dagger Brotherhood 15.5

Trama
Ballantine Books
ebook | € 1,69

The last place Ivie expects to be approached by a devastatingly handsome male is in a crowded, smoky cigar bar rarely frequented by vampires—yet here he stands. Silas is flirtatious, gallant, and, above all, mysterious. Ivie is anything but. A nurse at the healer’s clinic and the daughter of a biker, Ivie is accustomed to speaking her mind. So she does. 
Since aristocrats rarely pick up females of her class, Ivie asks Silas just what kind of game he thinks he’s playing. Despite her guarded exterior, Ivie surrenders to the fierce desire she feels for Silas. And yet, just as their courtship is heating up, he reveals that it cannot last, for he is bound to return to the Old Country. Their bond only deepens as they make the most of their precious time together. But when she learns the truth, Ivie must find a saving grace—before all is lost.




Commento
E datemela una gioia ogni tanto!
Ultimamente la Ward si sta dimostrando smart. Ha capito l'antifona, ha capito che si stava discostando troppo dalle sue origini e che le lettrici non erano poi così soddisfatte e ha riparato con la serie spin-off della BDB e ora sparando fuori a tradimento un racconto breve inserito nella serie della BDB. La gioia, soprattutto perché ho in lettura un romanzo che non mi sta entusiasmando.
Dearest Ivie è un brevissimo spaccato nella vita quotidiana della popolazione dei vampiri, ed unisce i due opposti: la glymera e i civili più poveri. Dall'aristocrazia arriva Silas, educato, raffinato, ricco da fare schifo, bellissimo, ma anche silenzioso, pacato, chiuso nel suo mondo, un personaggio che non entra a gomitate ma chiede il permesso. Dal lato civile c'è Ivie, infermiera da Havers e sempre un po' a corto di soldi. Ivie è schietta, ironica, autoritaria, ma non perde l'aria da ragazzina che le appartiene e non cade mai nel cliché della donna dura e indipendente. Diciamo che è moderata ma con fermezza.
L'incontro tra i due sembra fortuito, si incrociano in un bar lui le offre da bere e da lì inizia la danza. Ma la Ward ha ruotato la storia in modo che solo alcuni personaggi conoscano sul serio la meccanica della trama, mentre Ivie e il lettore vivono il momento. Il brivido della storia d'amore arriva preciso e pulito e non si fa desiderare ma viene servito velocemente dall'autrice: il lato romantico è un piacevole mix di patemi amorosi e prime volte spogliato degli extra. Si arriva presto al clou della storia e presto la Ward ci fa girare la boa con uno schiaffone potentissimo.
La seconda parte del racconto è una scarica di sconforto. Per un attimo ho temuto che Jessica giocasse la carta decesso per lasciarci in una valle di lacrime (e si piange, porca miseria se si piange), invece scarica la carta cattiva e subito dopo tira fuori la bacchetta magica e raddrizza tutto. Sì, ovvio che la soluzione è un po' semplicistica, ma tutto sommato è ben bilanciata con il resto della storia.
Il racconto non ha punti caotici o troppo concentrati, c'è un equilibrio facilitato anche dal fatto che il lettore già conosce il mondo dei vampiri e le meccaniche delle loro relazioni.
Si prende tutto per buono anche perché non c'è grande margine di errore: non ci sono abbastanza pagine perché la Ward possa perdersi nei meandri di mille pov, non c'è una trama complicata, niente personaggi secondari ingombranti, tutto e tutti ruotano attorno a Silas e Ivie fino alla fine.
Essendo un racconto breve il mio timore era che lasciasse una sensazione di insoddisfazione, di incompletezza, come quando hai una fame boia e ti mangi una fetta di pizza invece di una quattro stagioni intera. Per fortuna la Ward ha saputo modulare ogni elemento tradizionale in modo che in breve si hanno: incontro, incertezze, sesso, innamoramento, dramma, depressione e lieto fine.
Se, da un lato, il racconto non ti lascia in crisi d'astinenza, dall'altro però apre una voragine che ti fa urlare ne voglio ancora. Ancora, ancora e ancora. Ma purtroppo il prossimo romanzo è su Sola e Assail e la mia depressione è talmente forte che non so con che forza potrò affrontarlo.
Magari se Jessica nel frattempo spara fuori un altro racconto come questo forse riesco a bilanciare l'estremo scazzo. 

2 commenti:

Silvia Bragalini ha detto...

Ciao! Non conosco questo romanzo, ma grazie per la segnalazione! :-)

Sono passata a dare un'occhiata al tuo blog...è molto carino, da oggi ti seguirò volentieri!

Miraphora ha detto...

@Silvia
Grazie! Tieni presente che è un racconto, non un romanzo! :)