26 marzo 2018

C. S. Pacat
Kings Rising

Serie Captive Prince 3

Trama

Berkley | ebook | € 6,94
Damianos of Akielos has returned.
His identity now revealed, Damen must face his master Prince Laurent as Damianos of Akielos, the man Laurent has sworn to kill. On the brink of a momentous battle, the future of both their countries hangs in the balance. In the south, Kastor's forces are massing. In the north, the Regent's armies are mobilising for war. Damen's only hope of reclaiming his throne is to fight together with Laurent against their usurpers.
Forced into an uneasy alliance the two princes journey deep into Akielos, where they face their most dangerous opposition yet. But even if the fragile trust they have built survives the revelation of Damen's identity - can it stand against the Regents final, deadly play for the throne?



Commento
***spoiler***
Sì, l'ho fatto. Ho letto la versione originale.
Non potevo aspettare, non ce la facevo proprio e, onestamente, volevo provare l'ebrezza di leggerlo in lingua. Dopo l'hype che il secondo romanzo mi ha lasciato, ho iniziato Kings Rising come una tossica in crisi d'astinenza: veloce veloce veloce, sono partita a razzo ma la Pacat mi ha tagliato subito le gambe.
Questo romanzo è una continua prova di pazienza e di sopportazione. Se all'inizio pensavo che la storia avrebbe preso una certa strada (e non parlo solo della trama, ma proprio del ritmo), mi sono dovuta ricredere in fretta e in modo traumatico.
La frustrazione - LA FRUSTRAZIONE - che sale, la rabbia, il fastidio e l'impotenza sono state le gemelle cattive di tutte le belle emozioni che questa trilogia ha regalato. La voglia di ammazzare uno dei personaggi (chissà chi, eh), di prendere a schiaffi Damen, di scrollare Laurent, di urlare COSA FAI praticamente in ogni capitolo mi hanno lasciata spossata. Ho amato il romanzo, ma un po' meno degli altri due.
Here's why.
La Pacat, furbetta, oltre al Reggente - il cattivo assoluto che tutti vogliamo vedere sbudellato - ha lasciato intendere, nel corso dei primi due romanzi, che altri personaggi agivano dietro le quinte sia per loro volontà sia perché non erano sulla scena per la loro lontananza geografica. Mi riferisco, ovviamente, a Jokaste e Kastor. Il fratellastro di Damen, forse non c'è nemmeno bisogno di dirlo, è un cretino fatto e finito che pensa di essere stato un gran furbacchione ma invece si è fatto usare da Jokaste e fregare dal Reggente, e alla fine nemmeno è stato in grado di rubare l'attenzione per un pochino. Kastor così arriva e così se ne va, uno sfigato sconfitto da ogni lato: davanti il Reggente che l'avrebbe accoppato per occupare il suo Regno e dietro Damen e Laurent. Mi aspettavo che rappresentasse un ostacolo maggiore, che fosse un antagonista più rilevante e con uno spessore diverso, invece è stato un personaggio mediocre (per carità, va bene così) che è rimasto in disparte per la maggior parte del tempo.
Ma la vera delusione è stata Jokaste. La sua entrata in scena è trionfale e subito ti prepari allo scontro tra titani (lei e Laurent) e pensi ohmadonna chissà cosa succede adesso. All'inizio le mie aspettative sono state rispettate perché i dialoghi pungenti, le frecciate velenose e camuffate, così come il ruolo determinante giocato nel tira e molla politico l'hanno resa un'opponente interessante e pericolosa.
Una volta neutralizzata, però, Jokaste sparisce nel nulla e sfuma completamente quello che mi aspettavo essere un ruolo silenzioso ma determinante nel finale della trilogia. Certo, ha avuto importanza per quello che ha fatto prima, eppure fino alla fine ho continuato a sperare che saltasse fuori da dietro il trono e sputtanasse tutto e tutti. Lo so, è un problema mio e non del romanzo e dell'autrice, ma non posso farci niente, ecco.
Ora che mi sono tolta il sassolino e ho illustrato il mezzo voto in meno, passo a tutto il resto.
Ah l'amour, l'amour. Lo struggimento amoroso di Damen in questo ultimo romanzo è tenerissimo e inaspettato. Da un soldato grande e grosso ci si aspetta un comportamento irruente, una sfacciata dimostrazione di necessità e desideri, invece lui poverino rimane male di fronte agli inevitabili giochi di potere di Laurent, poco importa se al contrario di lui vede al di là del momento e sacrifica gli stessi sentimenti. Damen, che ora è Damianos ed è a capo del suo esercito fa fatica a riaffermare il ruolo che gli apparteneva perché non è più la stessa persona e una parte di sé rimane fedele e innamorata di Laurent. Il suo grande amico Nikandros non capisce i suoi sentimenti, i comandanti vedono solo un ragazzetto biondo che Damen si è portato a letto, nessuno comprende la posizione di Damianos: si ritrova a capire che Laurent conosceva la sua identità, è costretto a mettere in discussione ogni loro  singolo scambio e non riesce a smettere di desiderarlo, ed è per questo soffre perché, nonostante tutto, tende una mano che Laurent non prende.
Ovviamente Laurent gioca ancora una volta la carta dell'indifferenza e dell'impenetrabilità. Il gioco che ha iniziato con il Reggente sta per arrivare alla fine e la sua concentrazione deve essere massima, ed è costretto a tenere Damen in bilico perché ha bisogno di lui ma solo a certe condizioni, ed è solo mantenendosi distaccato che riesce a pensare lucidamente.
Needless to say nessuno dei due riesce a tenere la propria posizione. Damen è troppo preso e Laurent, per quanto sia bravo in questo gioco, non ha la malizia e l'esperienza dello zio perciò si ritrova a evitare colpi improvvisi e arginare svolte negative: poco alla volta si vedrà come l'obiettivo finale di Laurent - riprendersi il regno - venga necessariamente sostituito da quello imprevisto di proteggere Damen.
Su questo aspetto la Pacat è stata brava: ha reso tutti e tre i romanzi diversi, pur mantenendo le stesse caratteristiche, e ha dato ad ognuno un elemento preciso che regola il tono. Il primo romanzo è quello più instabile e particolare, il secondo è quello sensuale, il terzo è quello dei sentimenti.
La fallibilità e la fragilità dei due protagonisti, la loro inevitabile impotenza di fronte agli eventi trasformano l'immagine che mi ero fatta di loro. Damen, il soldato imbattuto e vincente stratega, viene influenzato dai suoi sentimenti per Laurent e affida alla speranza prima, e all'amore poi, qualsiasi cosa gli appartenga, dal cuore ai soldati al Regno. Damen, che in questo romanzo non brilla per acume e furbizia - rappresenta perfettamente l'idea di eroe umano: a volte vince, a volte perde, a volte combina qualcosa di buono, a volte no, e soprattutto non ottiene una vittoria facile.
Anche Laurent subisce lo stesso destino. Per quanto la sua mente sia acuta, deve ancora maturare e dimostra questa sua innocenza più e più volte nel suo rapportarsi a Damen e ai sentimenti che prova per lui. La crisi che vive quando si trova tra il passato e il presente, tra il dimenticare vecchi rancori che non trovano riscontro nella realtà e accettare la natura dei suoi sentimenti scuotono la rigida fermezza di Laurent. E' lontano anni luce il ragazzo calcolatore che mira a dominare la mente dei suoi avversari, ora c'è spazio per un Laurent che testa il barcollante equilibrio di una relazione sui generis e suo malgrado rimane impotente di fronte alla disarmante fedeltà di Damen.
Siccome entrambi hanno troppo in gioco, la mente calcolatrice del Reggente trova terreno per rompere ogni piano e riuscire ad arrivare dove nemmeno Laurent ha immaginato. Per questo all'inizio ho parlato di rabbia e frustrazione: è impossibile non provarne un po' durante la lettura perché ogni singolo colpo basso arriva inaspettato ed è frustrante quando capisci quello che sta succedendo e i personaggi no.
Personalmente sono arrivata al finale con il sapore del sangue del Reggente sulle papille gustative. LA STRAGE che ho annunciato ad Alexandria è stata più che altro un'implosione: ero talmente incazzata che mi sono ritrovata irrigidita dal rigor mortis della ragione. Si muoveva solo il dito per far scorrere le pagine mentre leggevo e aspettavo schizzi di sangue e splatter a gogo. Invano, tra l'altro perché la Pacat è stata una signora fino alla fine, elegantissima nelle descrizioni delle scene di sesso, ha dimostrato un garbo incomprensibile quando tutti avrebbero invocato le peggiori torture nei minimi dettagli.
In un certo senso la Pacat ha dato vita ad un finale che soddisfa solo in parte la sete di sangue del lettore - la mia - perché il crescendo viene rispettato, sì, ma è oscurato da una discrezione lessicale che nessuno di loro si meritava. Siamo onesti, io il Reggente volevo vederlo annientato, distrutto a pezzettini, volevo Damen e Laurent schiacciare il suo cadavere ed innalzarsi vincitori assoluti, lasciando attorno a loro la devastazione della vendetta dei giusti.
Quello che al momento mi era sembrata un'occasione mancata, in realtà è l'ennesima nuova sfumatura della serie. Questa volta la Pacat è stata più sottile, più lenta, come se avesse pensato vi ho dato tutto, ora sta a voi capire. Quello che c'è da capire è che è facile fraintendere e lasciarsi trasportare dall'entusiasmo della lettura - come ho dato ampiamente dimostrazione qui sopra - e sentirsi privati di qualcosa. I sentimenti estremi, forti, potenti che i primi due romanzi lasciano sulla loro scia qui vengono ridimensionati per dare spazio ad un contenuto più discreto ma altrettanto importante.
Quindi siamo alla fine della serie. Quando me ne sono resa conto ho avuto un momento di rifiuto. Non poteva essere finito, basta addio e vissero incoronati e contenti. Mi mancano di già, voglio più Laurent e Damen, voglio addirittura Nikandros e quello stronzo buono di Makedon, insomma li voglio tutti e ancora ma questa volta senza quella bestia orrenda del Reggente a rovinare tutto. Come faccio? Come farò? Ho bisogno di un gruppo di sostegno, creerò un gruppo di sostegno e lo chiamerò Lamen Anonimi.

2 commenti:

A ha detto...

Mira io la penso esattamente come te su Jocasta, e mi sono un po' stupita anche per la fine che mi aspettavo piena di battaglie (dato l'inizio). Però a parte questo dettaglio, ho trovato perfetto tutto il resto, e parteciperò volentieri al tuo gruppo di sostegno anonimo!

Miraphora ha detto...

La mia prima iscritta! *_*