2 febbraio 2017

Elizabeth Craft & Shea Olsen
Flower

Trama
Newton & Compton
pag. 286 | € 9,90
Charlotte vive con la nonna ed è una ragazza con la testa a posto: bravissima a scuola, lavora in un negozio di fiori per pagarsi gli studi. È molto concentrata e non ammette distrazioni, non esce di sera e non accetta inviti dai ragazzi. È ossessionata dal pensiero della madre e della sorella che pensa abbiano sprecato le loro vite alla continua rincorsa dell'amore e del sesso. Charlotte ha promesso a se stessa che non farà la loro fine, non perderà di vista i propri obiettivi per colpa dei ragazzi, per questo studia con estrema dedizione con l'obiettivo di essere ammessa a Stanford.
Fino a che, un giorno, nel negozio entra un cliente strano, ombroso ma gentile, un tipo affascinante ed esigente e, all'apparenza, molto ricco. Charlotte fa quell'ultima vendita e all'ora di chiusura torna a casa sicura di non rivederlo mai più...Ma la mattina dopo le viene recapitato un mazzo di fiori bellissimi e costosissimi e scopre che il misterioso cliente si chiama Tate ed è la più famosa pop star del pianeta...e anche se tutto ciò che rappresenta quel ragazzo è distante anni luce dalla vita di Charlotte, la scintilla è scoccata e ora sarà difficile tornare indietro...

Commento
Flower è il primo stop nella marcia personale verso lo smaltimento della TBR. Mi è arrivato dall'editore ed è rimasto lì per un po', e mi fissava come a dire quando mi leggi?
In un momento di pura debolezza, quando l'idea di leggere la Rice alle 22 di sera mi faceva venire sonno prematuramente, ho deciso di iniziare questo supposto caso editoriale, nella speranza che mi facesse compagnia prima di dormire.
Io stimo l'editore, che mi sta tanto simpatico ed è ormai l'unico che mi manda le novità, ma non posso proprio sostenere la tesi del caso editoriale dell'anno. Flower è carino, leggibile, leggero, ma non è di sicuro un caso editoriale. Prima di tutto perché con la media di voti che si ritrova le persone a cui è piaciuto sono una minoranza, e poi perché i contenuti stessi non hanno niente che possano giustificare o meritare tale definizione. Diciamo che è stato un po' pompato e che non esaudisce le aspettative create dalla pubblicità, ma non che ci sia niente di male in questo, dopo tutto ho letto certe schifezze che mi hanno causato traumi tremendi dai quali mi devo ancora riprendere e, a modo suo, Flower non è così brutto.
Purtroppo posso solo dare un giudizio misero perché la storia è quella che è, con uno svolgimento veramente troppo superficiale e con una trama che ricalca altri romanzi ben più famosi senza metterci del suo. E' a pagina 122 che c'è il crollo, ma fino a quel punto la storia scorre velocissima e interessante. Da pagina 123 cominci a chiederti se Charlotte c'è o ci fa, se Tate è un disco rotto che si ripete sempre e se la storia doveva proprio prendere quella direzione, con tanto di finale risolto in una facciata. No, dai, i casi editoriali sono ben altri, hanno ben altre consistenze, hanno svolgimenti più approfonditi e curati, protagonisti che tentano - magari senza riuscirci ma almeno ci provano - di bucare la pagina e raggiungere il lettore, scavano nella loro trama e non si limitano a scorrere senza dare ai lettori niente di più di un elenco sterile di scene.
Mi sorprende che un romanzo del genere sia stato scritto da due persone, perché per come la vedo io due cervelli avrebbero dovuto partorire qualcosa di meno elementare, mentre con Flower è chiaro il tentativo di buttarsi nel calderone del New Adult senza aver tagliato prima il cordone ombelicale con il genere Young Adult.
Ecco, magari se Flower fosse stato spinto come uno YA, come una lettura emozionante e un po' spinta per un target basso - 12/15 anni - allora avrebbe passato i test con ottimi voti, ma messo così non sa né di carne né di pesce.
Per me, però, il problema principale è tutto dei due protagonisti. Appena si supera la metà, cioè appena tra i due nasce una specie di relazione, si perde qualsiasi interesse: non c'è nessuno stimolo, nessun ostacolo, nessuna diversificazione. Tate, il prodigio musicale tanto bello, sembra un cartonato da esposizione, una specie di robot che ripete le stesse parole e le stesse azioni e che non articola mai le proprie motivazioni. Non si capisce perché è attratto da lei, se è coinvolto, e soprattutto non si capisce perché continua a mollarla e a tornare con la formula mi manchi, sei la mia musa, dammi una seconda possibilità. Alla terza scena così ho perso il conto, tranne per il finale che mi ha veramente delusa, tanto sembrava buttato lì di fretta giusto per chiudere questa benedetta storia.
Charlotte è lo stereotipo della ragazza bellissima ma un po' geek, quella che studia e basta, che si vieta di uscire con i ragazzi perché le donne della sua famiglia si sono fatte ingravidare da giovani, quella che appena un belloccio le risveglia l'ormone non capisce più niente e si prostra ai piedi del suo lui, permettendogli di mollarla ogni volta senza un motivo valido e riprendendoselo puntualmente appena quello ritorna. Charlotte è un no enorme, così come Tate, ed è un peccato che tutte le 122 pagine iniziali vengano cancellate dalla quantità spropositata di banalità del resto del romanzo.
Insomma, per me è un no. Ma non è un no schifato o arrabbiato, è un no annoiato e parzialmente deluso, ho riempito un paio di orette di lettura - perché non richiede più di quello - e non mi ha lasciato nulla. Questo è Flower.

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