23 febbraio 2017

Diana Gabaldon
Outlander. Il mio nome è Jamie

Serie Outlander 0.5
Titolo originale Virgins

Trama
Corbaccio
pag. 120 | € 12.00
1740: Il giovane Jamie Fraser, orfano di padre ucciso dagli inglesi e a sua volta ferito, ha lasciato la Scozia e sta andando in Francia con l'amico Ian Murray per raggiungere un gruppo di mercenari. Entrambi hanno delle ottime ragioni per stare lontani dalla loro patria ed entrambi, nonostante facciano di tutto per rimediare alla situazione, sono ancora vergini.
E così, quando un medico ebreo li recluta per portare due tesori a Parigi, entrambi accettano con entusiasmo: uno è una rarissima e preziosissima Torah, l'altro è la splendida nipote del medico, Rebecca, destinata a un matrimonio combinato. Jamie e Ian si innamorano a prima vista di Rebecca, ma dovranno mostrarsi molto cauti perché non sanno veramente con chi hanno a che fare...




Commento
Mi prendo un minuto per festeggiare. Con Il mio nome è Jamie ho superato per la prima volta il traguardo di oltre 100 like su Instagram - ad oggi è a 186 e regrammato da Outlander World ha toccato i 1300 - e io ho passato il week end saltellando per casa. Lo so, è una cosa da sfigati, ma cosa vi devo dire? Per me è stato appagante e sicuramente senza questo piccolo libricino quel numero non sarebbe comparso sul mio profilo ancora per un bel po'.
E' l'effetto Outlander, me ne rendo conto, e ogni cosa che riguardi questa serie esercita un'attrazione tremenda sui fans. Persino un volumetto di 120 pagine, piccolo, compatto, breve, è oggetto di collezione e di eccitazione.
Ho visto per la prima volta Il mio nome è Jamie negli uffici di Garzanti, appoggiato su una scrivania in un angolino. Il mio radar lo ha beccato subito e sono persino riuscita ad accarezzarlo senza farmi beccare. Ora che lo possiedo e l'ho letto continuo a cavalcare l'onda dell'entusiasmo e non mi spiego perché tanti - forse troppi - lo stiano snobbando.
Quando si è abituati a romanzi corposi come quelli di questa serie, ci si aspetta sempre un mattone da centinaia di pagine, un libro spesso e pesante che duri il più possibile, e vedersi tra le mani un racconto che non solo è breve, ma è anche piccolo può scatenare delusione o amarezza.
E' vero, il fatto che finisca in fretta non gioca certo a suo favore, ma per come la vedo io è il contenuto ad essere meritevole di essere letto.
Fino ad ora la Gabaldon ci ha sempre dato sprazzi della gioventù di Jamie sparsi all'interno della narrazione, episodi mirati e coerenti con la storia che viene narrata in quel preciso romanzo, senza darci una visione più ampia del suo carattere o un brano che abbracciasse un arco temporale più lungo di un momento. Qui abbiamo un Jamie giovanissimo, appena uscito da Fort William, con le ferite sulla schiena ancora aperte e la morte del padre recentissima che gli pesa sul cuore, e abbiamo anche Ian, altrettanto giovane, altrettanto diverso dal personaggio che abbiamo conosciuto.
Tutto quello che la Gabaldon concentra in 120 pagine è una mini storia a tutti gli effetti, una piccola avventura dell'accoppiata Jamie/Ian dove si intravede il nostro Jamie, quello adulto, e dove impariamo a conoscere Ian attraverso il suo punto di vista lontano dalla figura adulta e legata a Lallybroch e a Jenny. Sono due ragazzi appena appena affacciati all'età adulta, ancora incerti sulle loro gambe, ancora bisognosi della loro famiglia, ancora legati alla loro terra eppure affamati di esperienze nuove, di avventure e di nuove opportunità per affermare la loro forza e la loro indipendenza.
Queste 120 pagine si leggono benissimo e ti lasciano la voglia di conoscere Jamie e Ian ancora di più e di gustare un romanzo della Gabaldon per godere appieno del suo stile. Forse Il mio nome è Jamie si legge troppo in fretta, forse è troppo corto, eppure è il modo migliore per introdurre la serie Outlander a chi ha paura della quantità assurda di pagine che i romanzi contano.
Piccino com'è è il giusto intermezzo per chi è già fan ed è il modo migliore per dare un assaggio a chi non conosce questa saga e fargli venire una voglia matta di continuare. Ed entrare nel tunnel per non uscirne mai più.

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