6 febbraio 2017

Amy Harmon
Hai cambiato la mia vita

Serie Law of Moses 1
Titolo originale The Law of Moses

Trama
Newton & Compton
ebook | € 4,99
Lo trovarono nel cesto della biancheria di una lavanderia a gettoni: aveva solo un paio di ore di vita. Lo chiamarono Moses. Quando dettero la notizia al telegiornale dissero che era il figlio di una tossicodipendente e che avrebbe avuto problemi di salute. Ho sempre immaginato quel “figlio del crack” con una gigantesca crepa che gli correva lungo il corpicino, come se si fosse rotto mentre nasceva. Sapevo che il crack si riferiva a ben altro, ma quell’immagine si cristallizzò nella mia mente. Forse fu questo ad attrarmi fin dall’inizio. È successo tutto prima che io nascessi, e quando incontrai Moses e mia madre mi raccontò la sua storia, era diventata una notizia vecchia e nessuno voleva avere a che fare con lui. La gente ama i bambini, anche i bambini malati. Anche i figli del crack. Ma i bambini poi crescono e diventano ragazzini e poi adolescenti. Nessuno vuole intorno a sé un adolescente incasinato. E Moses era molto incasinato. Ma era anche affascinante, e molto, molto bello. Stare con lui avrebbe cambiato la mia vita in un modo che non potevo immaginare. Forse sarei dovuta rimanere a distanza di sicurezza. Ma non ci sono riuscita. Così è cominciata una storia fatta di dolore e belle promesse, angoscia e guarigione, vita e morte. La nostra storia, una vera storia d’amore.

Commento
***spoiler***
Quando un nuovo romanzo di Amy Harmon sta per uscire in Italia mi sale sempre l'ansia di poterlo leggere il più presto possibile, come una specie di smania isterica che non sparisce fino a quando metto le mani sul romanzo.
A questo giro stessa cosa, appena poco prima della sua uscita ho recuperato la copia ebook di Hai cambiato la mia vita e ho mollato a metà il libro che stavo leggendo perché non ho saputo resistere. Amy Harmon fa questo effetto, anche quando non sai niente di niente della trama, lo prendi ciecamente e con devozione, neanche fosse la tavola dei comandamenti (comandamenti, Moses, capito?).
Bene, con la mia solita ingordigia, ho bruciato il romanzo nel giro di due giorni e non me ne pento affatto perché se avessi impiegato diverse sessioni di lettura per terminarlo, probabilmente avrei perso lo slancio e l'entusiasmo iniziali.
Diciamo che il problema principale, per me, è legato ad un aspetto del romanzo che devo tenere sotto spoiler - e di cui parlerò alla fine - che ha inquinato la mia esperienza di lettura. Non è negativo al punto da aver rovinato il mio giudizio, anche perché credo sia impossibile disprezzare un romanzo della Harmon, però ha avuto il suo bel peso.
Il voto, comunque, è alto perché la Harmon è una scrittrice estremamente capace sia nella stesura della storia, sia nella scelta delle trame. Non c'è mai nulla di scontato, nei suoi romanzi, e riesce sempre ad unire sacro e profano in un miscuglio di passione e spiritualità che permea la storia.
In questo caso questa solidità nella fede, nella speranza, nel credere in un aldilà, è presente più che mai e rimane sullo sfondo durante tutto il percorso dei due protagonisti. Perché Hai cambiato la mia vita è, di base, un romanzo che si basa sulla fede intesa nel suo concetto più ampio e non solo religioso. Entrambi i personaggi dimostrano di possedere una forza spirituale sostenuta soprattutto dalla fede - negli altri, nella vita, in se stessi - e di tenere duro durante le difficoltà proprio grazie a questa solidità. Certo, sia a Moses che a Georgia capitano delle disgrazie che francamente mi hanno devastata, però l'autrice riesce sempre a lasciare in sottofondo equilibrio, serenità, speranza, come a dire ora stai soffrendo come un cane, ma andrà tutto bene.
Ecco, è lo stesso spirito con il quale dovete affrontare questo romanzo: la consapevolezza che piangerete e che soffrirete, per poi avere un finale abbastanza lieto, più realistico che da fiction.
Se farete come me, cioè leggerete il romanzo senza preparazione, tutta la prima parte vi sembrerà seria, dura, drammatica e intensa, ma non è niente in confronto alla mazzata emotiva che la Harmon ci rifila nella seconda parte, qualcosa che ho capito prima che diventasse chiaro ma che ho rifiutato fino all'ultimo, perché no, perché certe cose io non riesco a leggerle e non le voglio proprio leggere.
Il romanzo, comunque, è bellissimo e drammatico, è una di quelle storie che si incolla al lato masochista del lettore e gli fa volere di più, leggere più in fretta, nonostante stia già piangendo da un bel po' e non riesca a smettere, è l'effetto Harmon e tanto vale farsene una ragione, perché il dolore e la bellezza viaggiano di pari passo.
Sui personaggi posso aggiungere poco, perché sono troppo legati alla storia per poterli giudicare come singoli, però posso dire che tra i due Moses è chiaramente il protagonista indiscusso: il suo dono lo fa brillare, perché suo malgrado è un diverso in un mare di normali e come tale subisce una serie infinita di dolori e difficoltà, prove che lo trasformano e lo costringono a decisioni drastiche. Il Moses giovane e quello adulto sono due versioni diverse, due Moses speciali a modo loro, intensi in modi diversi, e sono fantastici da leggere. Non nego che la versione adulta, più incline alla commozione, mi sia piaciuta di più.
Georgia è una specie di amazzone, una persona che vive la sua vita affrontandola a muso duro, senza nascondersi e senza piegarsi alle convenzioni sociali: nella sua totale devozione a Moses si capisce bene che del colore della sua pelle non gliene importa nulla, le supposizioni e i sospetti non la toccano perché vede Moses per quello che è, nonostante i suoi segreti.
Infine, gli spoiler. Per evitare di rovinare la lettura del romanzo li ho messi qui sotto.
Gli spoiler che voglio fare sono due - grossi - perché di uno non viene fatta parola nella quarta di copertina e il secondo è uno di quegli elementi che molti, come me, non vogliono leggere.
Primo spoiler, il romanzo ha una componente soprannaturale piuttosto importante, un'abilità di Moses che si avvicina molto al concetto di medium. Per me, però, questo elemento è un valore aggiunto all'intensità e alla drammaticità della storia, è un qualcosa che arricchisce il personaggio di Moses e che andrebbe forse anticipato lievemente in modo da preparare il lettore.
Il secondo spoiler è stato il più critico, per me. Sono particolarmente sensibile alla morte dei bambini, è un tema che rifiuto e che non riesco a leggere, e avrei gradito poter evitare anche questa volta. Purtroppo è un momento della storia che non puoi prevedere, qualcosa che ti arriva alle spalle e per il quale non ti puoi preparare, quindi non ho potuto fare altro se non proseguire e soffrire come un cane. Questo non significa che il romanzo sia gratuitamente crudele o che questo elemento poteva essere eliminato, perché è necessario, però è sicuramente delicato e magari avere la possibilità di saperlo prima può preparare emotivamente.

2 commenti:

Alice Land ha detto...

La Harmon ci ha provato a preparare il lettore al tuo secondo spoiler... il prologo. Però lo capisci solo con il senno di poi e non fa meno male. :(
Bellissimo libro.

Miraphora ha detto...

@Alice
esatto, lo capisci dopo quando ormai ti sei presa la mazzata.