17 novembre 2016

Jamie McGuire
Il disastro siamo noi

Serie Maddox Brothers 3
Titolo originale Beautiful Sacrifice

Trama
Garzanti | pag. 271 | € 16,90
Falyn ha fatto una scelta difficile rinunciando a una vita di privilegi. Il lavoro come cameriera al Bucksaw Cafè è diventato tutto per lei. Non c’è spazio per altro. Soprattutto per l’amore. Perché Falyn nasconde nel cuore un segreto che non ha mai rivelato a nessuno. Un segreto che l’ha portata lontano dalla sua famiglia e a chiudersi in sé stessa. Fino al giorno in cui non incrocia due occhi speciali come quelli di Taylor Maddox. Due occhi che sa bene possono portare solo guai. Molte ragazze si sono scottate fidandosi delle sue promesse tradite. Falyn non vuole che questo accada anche a lei. È ancora troppo fragile per cadere nei suoi tranelli. Eppure Taylor non demorde e la invita a cena. Un rifiuto non è una risposta che un Maddox può contemplare quando è convinto di aver trovato la donna della sua vita. Ed è lì, seduti uno di fronte all’altro, che Falyn intravede della dolcezza dietro l’aspetto da ragazzo che ottiene sempre quello che vuole. Incontrare la sua famiglia, vedere l’affetto che lo lega ai fratelli Travis e Treton e alla cognata Abby, la convince ancora di più che Taylor abbia anche un lato romantico. E piano piano sente che delle crepe stanno rompendo la corazza dietro il quale si è trincerata per non rischiare più. Sarebbe facile affidare finalmente a qualcuno il peso dei suoi segreti. Sarebbe facile trovare conforto tra le braccia possenti di Taylor. Ma riaprire la porta del passato è quasi impossibile quando si è creduto di aver buttato via la chiave. Ci vuole coraggio, o forse solo la mano benevola del destino.
Commento
Allora, Jamie, parliamone.
Io ti sono affezionata e ti sono fedele perché mi hai regalato la mia favolosa dipendenza da New Adult, e se non fosse stato per te e per Travis a quest'ora non sbrodolerei senza dignità su questi romanzi, ma credo che ti debba fermare un attimo e fare il punto della situazione.
E' da troppo tempo, ormai, che i tuoi romanzi mi lasciano la brutta sensazione che siano frettolosi, scritti alla svelta e senza tempo o voglia di ampliarli, migliorarli, renderli ancora più precisi ed emozionanti. Con la trilogia Happestance ci poteva stare, del resto da delle novelle non ci si può certo aspettare grandi volumi, stesso discorso per le storie brevi della serie Maddox; quello che non mi piace è come tu ti stia adagiando sempre più sul tuo schema sicuro senza aggiungere nulla, senza sforzarti di migliorare, dimenticandoti completamente che queste storie devono emozionare altrimenti non lasciano nulla.
Ogni volta che esce un tuo romanzo non posso fare a meno di sperare con tutte le mie forze che sia allo stesso livello di Uno splendido disastro, ma ogni volta rimango scottata. L'emozione non si ripete, la scintilla non scocca più, l'entusiasmo scema dopo le prime pagine, e mi trovo a continuare a leggere per inerzia, intristita e delusa proprio perché so che ne hai la capacità.
Come si potrà immaginare, il voto è un misto tra meritato e regalato, una media per eccesso che non mi sono sentita di diminuire perché in fondo, se si cancella il ricordo di quel meraviglioso primo romanzo come metro di paragone, Il disastro siamo noi non è così brutto.
Dopo aver scritto di Travis, di Trenton e di Thomas, avanzavano ancora i due gemelli Taylor e Tyler. Ora, va bene che i Maddox sono fatti con lo stampino, ma in un romance sempre - e dico sempre - ci vuole una descrizione fisica dei protagonisti. Se tu cominci a scrivere la scena dell'incontro dal punto di vista della protagonista femminile e ci presenti solo pochi dettagli irrilevanti dell'aspetto di Taylor si perde tutta la magia, si perde la scintilla, si perde l'intensità, e cosa rimane? Un personaggio che è senza volto e che potrebbe essere scambiato per un secondario.
Taylor Maddox entra in scena così, smorzato, mezzo descritto, totalmente schiacciato da una miriade di scene inutili ambientate nel café. Piuttosto che descrivere quante persone ci sono ad ogni tavolo, cosa ordinano e quanti figli hanno, perché non sprecare due righe a dirci come sono i capelli di Taylor, la forma del suo viso o del suo sorriso? Di Taylor ci si deve fare un'idea spiccia, pescare un po' dai ricordi e fare un copia incolla tra i lineamenti dei diversi Maddox, e sperare che almeno per Tyler la McGuire si sforzi di usare più di poche parole.
Se non si fosse capito, ci tengo molto alle descrizioni dei personaggi, maschili o femminili che siano. Se non riesco a farmi un'idea mia, se non riesco a creare un'immagine il più precisa possibile, la storia e, soprattutto, il lato romantico, perdono tutto il loro fascino e, inevitabilmente, mi lego questo difetto al dito fino alla fine, tanto da smorzare qualsiasi forma di coinvolgimento o entusiasmo.
Per me questo è un grosso difetto: un romanzo non può essere approssimato negli elementi base, altrimenti il resto della storia crolla.
Infatti, oltre alla mancanza di descrizioni importanti, oltre alla quantità di scene extra inutili, sembra che tutta la struttura sia instabile, come se la McGuire avesse in testa l'idea di base e si fosse messa a scrivere a getto senza uno schema. Il risultato è che il comportamento di Falyn è incomprensibile per la maggior parte del romanzo, a tratti persino odioso, fino alla rivelazione che dovrebbe spiegare tutto e dare alla storia una svolta drammatica. L'ambientazione è convenientemente Colorado Springs, cioè casa della McGuire, quindi zero sforzo per trovare un posto meno facile da usare - senza contare che pure i personaggi devono farsi delle super vascate per vedersi, anche se non mi è ben chiara la disposizione geografica di Taylor al momento del romanzo. Le tempistiche sono semplicemente sovrapposte agli ultimi romanzi, tanto che alcune scene sono riprese (il matrimonio di Travis e Abby, ad esempio) e c'è la coppia di Tyler di cui, in teoria, dobbiamo ancora leggere.
Insomma, l'impressione generale non è buona, è di un riciclo di ciò che aveva già - e che per lei funzionava - e l'aggiunta di qualcosa di nuovo per arrivare a completare il romanzo.
A me questo non basta, soprattutto se sono di fronte ad una storia con tanto potenziale, a personaggi che potrebbero essere meravigliosi, drammatici, intensi, e ad una trama che potrebbe riempire ben oltre 300 pagine facile facile.
Perché, nonostante la quantità tremenda di cose negative che ho elencato, la storia è bella, i personaggi sono belli, lo stile è sempre lo stesso della McGuire e tutto funziona.
Taylor è un bel personaggio, equilibrato, maturo, divertente, una versione sorprendentemente mite dei Maddox ma con ben vivo e attivo il lato sexy e affascinante, mentre Falyn è la classica protagonista che tocca il fondo ma si rialza con le sue forze, un personaggio che dimostra razionalità e senso pratico ma anche un lato sensibile e fragile. Persino l'idea di base del romanzo è bella, con tutti quei segreti e quei problemi familiari che urlano al dramma, purtroppo la superficialità con la quale viene trattato non rende giustizia al suo potenziale.
Jamie, ti ho massacrata ma questa ramanzina te la meritavi già un po' di tempo fa, mi sono semplicemente trattenuta perché la speranza è l'ultima a morire.
E comunque questa speranza io ancora ce l'ho, aspetto solo che tu veda la luce e ti renda conto che è arrivato il momento di capire che questa formula - vincente all'inizio - ormai ha esaurito la sua forza, e deve essere aggiornata. Ho fiducia in te, continuerai a entrare nella mia libreria, continuerò a dedicarti interi pomeriggi di lettura e a goderne, solo che ci sarà un sottofondo di sadness che non pensavo mi avresti mai lasciato.
Con affetto, Miraphora.

2 commenti:

Alice Land ha detto...

Naaaa... io non la leggo più. Ci ho rinunciato.
Però niente, ogni volta che passo di qui guardo la grafica del tuo blog e sbavo. È troppo troppo bella! *__*

Miraphora ha detto...

A me dispiace, le sono affezionata. ç_ç
Grazieeeeeee Denise è proprio brava ^_^