17 ottobre 2016

Penelope Douglas
Odiami come io ti amo

Serie Fall Away 4
Titolo originale Aflame

Trama
Newton & Compton
ebook | € 4,99
I ruoli si sono capovolti, ora ho il potere e tocca a lui mendicare…Tutti vorrebbero essere come me. Forse è l’effetto che faccio sugli altri per come mi vesto o per come mi sistemo i capelli, non importa. Anche se l’ultima cosa di cui ho bisogno è l’interesse della gente, non riesco proprio a smettere di essere al centro dell’attenzione. Domino la pista, la velocità mi fa vibrare e il vento e la folla urlano il mio nome. Sono proprio io, la ragazza pilota. La regina della corsa. Sto sopravvivendo, e non ci avrei scommesso.
Tutti, però, mi parlano di lui. Hai visto Jared Trent in TV? Cosa ne pensi della sua ultima gara, Tate? Quando tornerà in città, Tate? Mi rifiuto di pensarci troppo. Perché quando Jared tornerà a casa, io non sarò qui.
Tatum Brandt non esiste più. Sono diventata una persona nuova.





Commento
La crisi provocata dall'ultima novità deludente mi ha fatta correre tra le braccia di un'autrice che conosco, e di una serie che non mi sorprende più, nel bene e nel male.
Grazie al cielo nella stessa settimana di uscita di L.E. Bross c'era anche Penelope Douglas con l'ultimo romanzo della serie Fall Away, che mi ha salvata dal baratro dello sconforto e mi ha fatto ritrovare fiducia nei NA di una certa categoria.
Non pensavo di poter dire che un romanzo con notevoli difetti e con una trama poco consistente potesse diventare un'ancora di salvezza, un salvagente nel naufragio di un genere che ultimamente non riesce a mantenere un livello qualitativo alto.
Eppure eccomi qui, ad osannare Odiami come io ti amo anche se non è stato particolarmente bello o appassionante, anche se è stato un finale di serie piuttosto frettoloso e banale, con talmente tanti cliché da risultare a tratti fastidioso. Ma era sicuro, era qualcosa di già conosciuto, qualcosa di prevedibile e ne avevo bisogno. Avevo proprio bisogno di una lettura copertina di Linus, perciò anche dei suoi difetti mi lamenterò poco o quasi nulla.
Quindi, il romanzo è dedicato alla prima coppia della serie, Tatum e Jared in una sorta di chiusura del cerchio mal riuscita, perché la storia inizia con una rottura data per conosciuta ma che noi non abbiamo potuto seguire - o leggere per bene - perché i romanzi precedenti erano dedicati ad altre coppie e Tate e Jared erano solo personaggi secondari che comparivano a tratti e in modo superficiale.
In sostanza, per farla breve, Tate e Jared si sono allontanati: da una parte c'è Tate che sta perseguendo un percorso di vita di cui è sicura, dall'altro c'è Jared che si limita a trascinarsi dietro di lei, non sapendo cosa vuole fare al di là dello stare con lei. Fedele in modo tutto suo, un po' rock 'n roll, allo stereotipo del maschio che insicuro, Jared cala la carta del devo trovare me stesso (quella che fa salire il sangue al cervello al genere femminile). Quindi è lui a decidere di prendere le distanze e, anche se suona un po' scontato, le sue motivazioni, i suoi pensieri e i suoi sentimenti sono assolutamente credibili. E' giovane, ci sta, lo giustifichiamo perché quello che ha tentato fino ad ora non gli è andato bene: ha odiato l'esercito e non saprebbe che corso universitario seguire e l'idea di arrancare e fare lavoretti a caso quando Tate aspira a diventare un medico lo fa sentire in difetto, quasi un fallito.
Così decide di prendersi un anno, allontanarsi dalla famiglia e da Tate, capire che tipo di persona vuole essere, trovare un lavoro che gli piace e poi tornare, magari farsi una famiglia con lei, essere veramente felice. Invece no, perché Tatum sfoggia un comportamento egocentrico ed egoista, maltrattandolo e scacciandolo senza dargli la possibilità di spiegarle cosa prova: è tutto o come vuole lei, o niente.
Poi c'è il salto temporale, dove i due praticamente si sono lasciati, lei esce con uno, lui non si sa bene se è una star delle moto o delle corse, insomma: uno da una parte, una dall'altra e nel mezzo ci sono Madoc e Jax che - per quanto possano suscitarmi tenerezza - sono due pirloni totali.
Tutto il romanzo, tutto il dramma lui mi ha lasciata, lei mi ha dimenticato si potevano risolvere facilmente se solo quei due rincitrulliti avessero parlato con loro. Prima Madoc, che sapeva cosa stava passando Tate, ma non parlava a Jared, e poi Jax che sapeva tutto di Jared e non ne ha parlato con Tate. Cioè, l'asilo mariuccia - come si dice dalle mie parti - apri la bocca, parla e smettila di fare il bimbo che ha un solo amichetto. Ma, siccome nessuno parla con nessuno, per due anni questi due rimangono separati e un po' si odiano anche, fino a quando le circostanze li rimettono nello stesso posto nello stesso momento e riprendono quasi dallo stesso punto in cui si sono lasciati.
Ecco, a parte l'inconsistenza strutturale della storia, è proprio questa facilità ad avermi dato noia: una relazione che subisce una brusca interruzione non riparte come se niente fosse, e i sentimenti sono difficili da gestire, di sicuro non si può risolvere tutto con il sesso ma sembra che questo la Douglas l'abbia dimenticato in fase di regressione allo stato adolescenziale.
E ancora una volta c'è stato troppo sesso a discapito dell'angst - è quello che voglio, mica la sveltina - e a malincuore un personaggio rovinato: Tate. Tatum è odiosa, mi era piaciuta nel suo romanzo ma qui è da schiaffoni continui. Insomma, va bene che Jared ti ha fatto lo scherzetto ma buon Dio ripagarlo con la carta della stronza inacidita non ti fa certo onore, tanto più che ti rende illeggibile.
Naturalmente, dopo tutto questo tira e molla, il finale è lietissimo, talmente lieto che mi è schizzato il diabete alle stelle: sono tutti incinti, tutti sposati, tutti felici, tutti sessualmente super attivi, tutti di successo, insomma un cliché ambulante dietro l'altro.
Per carità, nulla di male, ma c'è un limite alla quantità di robe melense che puoi infilare in un romanzo, è NA non romance grazie tante.
Nonostante tutto, incredibile ma vero, ho divorato questo benedetto romanzo. L'ho letto in un paio di sere, mentre ero in fase cambio di stagione con lo stomaco in tilt, sotto la coperta con il sacchetto di Fonzies a disposizione. Mi ha distesto la mente, mi ha fatta rilassare, mi ha regalato un break assolutamente necessario da un romanzo molto bello ma molto impegnativo e - cosa ancora più importante - è stato l'ultimo titolo della serie e me ne sono separata senza soffrire.
Poi tanto lo sappiamo che tra un anno ci sparerà tutti i romanzi sui loro figli, quindi è inutile che dice addio, è tutta una tattica.

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