17 marzo 2016

Amabile Giusti
Odyssea. Oltre il varco incantato

Serie Odyssea 1

Trama
Dalai Editore
pag. 361 | € 15,90
Se potesse, Odyssea, sedici anni e nessuna bellezza, chiederebbe molte cose a sua madre. Ad esempio perché da anni sono costrette a vivere come fuggiasche, senza una meta, una casa stabile e, soprattutto, senza un padre. Finché in una tiepida notte d’estate, attraversando un varco incantato nascosto nel bosco, sua madre la riporta a Wizzieville, dove è nata, e lei scopre di appartenere a una cerchia di persone speciali, dotate di rari poteri. Incredula, Odyssea si immergerà in un mondo intriso di magia, dove ogni esperienza – per lei che è sempre vissuta lontano da tutto e da tutti – ha il sapore della prima volta, ma si accorgerà presto, suo malgrado, che dietro la facciata idilliaca e fatata di Wizzieville brulica il Male. Un nemico sanguinario – lo stesso che ha ucciso suo padre dodici anni prima – perseguita la sua famiglia da generazioni ed è tornato sotto mentite spoglie per attuare il suo crudele disegno. Mentre la paura di non essere in grado di gestire i propri poteri arriverà a farle rimpiangere la vita fuori di lì – senza amicizie, né legami né radici – e a temere per l’incolumità di chi ama, terribili, inconfessabili incubi la assaliranno come artigli di un doloroso passato. Come se non bastasse, l’amore la coglie di sorpresa. Il misterioso e impavido Jacko, un giovanotto di poche parole che, a differenza di tutti gli altri, la tratta senza solennità e cerimonie, entra nella sua vita e devasta il suo cuore inesperto. Ma come mai tutti lo temono e lo disapprovano? Può fidarsi di lui? Minacciata da un’oscura condanna, Odyssea dovrà crescere e trovare in sé la forza di difendersi. Non può concedersi errori. Il nemico è in agguato. Potrebbe essere ovunque, potrebbe essere chiunque.

Commento
Rischio il linciaggio, mi sa.
Due foglioline e mezzo soffertissime. Ci ho impiegato una settimana a leggere Odyssea, sette giorni di fatica e di pazienza, eppure ce l'ho fatta. Ormai era una questione di forza interiore: io non abbandono quasi mai le letture, ma a volte la tentazione mi viene, ed è questo il caso. Però mi son detta è inutile mollare il colpo a metà, stringi i denti e arriva alla fine.
Bene, alla fine ci sono arrivata ma stanca e anche un po' annoiata.
Mi viene il dubbio che avrei dovuto aspettare, leggere Odyssea in un altro momento - uno un po' meno funesto - e farlo con un mood coerente al romanzo. Ho sbagliato, l'ho preso in mano in un momento in cui macinavo un romanzo al giorno con un ritmo che ancora non mi sono scrollata di dosso. La noia è sorella dell'irrequietezza: frena un impulso e ti trovi a cercare il muro più vicino per sbatterci contro la testa.
Personalmente qualche testata al muro l'avrei data, durante la lettura, ma niente di drammatico. Più che antipatia o vero dislike per la storia, la noia è stata la vera regina delle reazioni.
Iniziamo con il target. Odyssea è senza dubbio un fantasy per ragazzi: ne ha i toni, i dialoghi, i pensieri, le reazioni, così come non eccede in sentimenti amorosi o oscuri, né in una trama che sostanzialmente segue la semplicità della linearità. Mi sta bene - o meglio, di solito mi sta bene, in quel momento cercavo altro - , però non so...forse c'è troppo di young nel romanzo per toccare realmente un lettore adulto. O forse bastava calcare la mano su qualche aspetto per dare un tocco meno infantile - e lo dico nel miglior senso possibile.
In ogni caso, se lo si prende per quello che è Odyssea è un fantasy piacevole da leggere, con i suoi momenti di maggior coinvolgimento e momento di stasi totale. Va bene così.
Purtroppo, però, è veramente impossibile evitare di fare paragoni con Harry Potter. Ne avevo letto qualche parere, su quanto fossero simili in certi punti, ma ho preferito scartare quei commenti e farmene uno mio. E invece è così, è inevitabile pensarci. Con questo non voglio dire che è copiato perché non lo è (anche perché i fantasy per ragazzi che parlano di magia bene o male son tutti simili), però le somiglianze ci sono: Odyssea, come Harry, è una sorta di prescelta per sconfiggere il mago oscuro; Squartavene (Squarta, Squartino, Squartuccio, cit. dal film Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban), come Voldemort, era un mago potente passato al lato oscuro, con seguaci e tutto il resto; ci sono altri piccoli punti in comune, ma questi sono quelli che hanno pesato di più, per me.
Essendo una Potterhead, avrei dovuto o odiare o amare Odyssea, ma non sono riuscita in nessuno dei due. Il problema di base, per me, è proprio il tono: il target giovane ha castrato/ammorbidito/censurato quelle parti che avrebbero dovuto, invece, essere meno soft. Ad esempio gli attacchi di Squartavene non sono abbastanza grafici, drammatici, violenti, ma rimangono sullo sfondo e assumono il giusto peso solo attraverso il sentito dire dei personaggi. Stessa cosa per i poteri - di tutti, non solo di Odyssea: mi aspettavo che la magia fosse protagonista tanto quanto la ragazza, mentre invece rimane sullo sfondo e si butta in scena solo in determinati momenti.
Per tutto il resto gioca pesantemente il gusto personale: a me Odyssea non è piaciuta granché, troppo infantile, così come Jacko e le sue oscillazioni tra gentilezza e cattiveria. I personaggi sono un po' passivi, di fronte ad una storia di magia, però tutto sommato ci sta, la protagonista è giovane, inesperta e sopraffatta, e conosce i fatti insieme al lettore, però l'impressione che manchi qualcosa non mi ha mai abbandonata.
Sullo stile della Giusti non posso dire proprio niente. Scrive molto bene, ha una bella vena ironica - anche se qui si sente pochino - e riesce a rendere emozionanti persino quelle scene che normalmente scivolerebbero sotto agli occhi senza lasciare segno. Però la bravura a volte non basta, perché la storia prenda sul serio, né basta una buona idea perché il lettore si affezioni.
Personalmente speravo di ritrovare la Giusti di Cuore Nero, anche se con qualche differenza, invece ho trovato una storia non nelle mie corde che si è trascinata pesantemente nella mia routine di lettura quotidiana. Poco male, c'è sempre la possibilità che il secondo titolo della serie sia più in sintonia con me, quindi non dispero. Chissà che al prossimo giro mi debba rimangiare tutto.

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