31 dicembre 2015

Thomas Hardy
Il braccio avvizzito

Trama
Robin Edizioni
pag. 163 | € 12,00
Sullo sfondo dei pacifici paesaggi della campagna inglese, i protagonisti di questi "racconti dell'orrore" si trovano ad affrontare l'incombere nelle loro vite di potenze esterne che portano scompiglio, quasi un destino malvagio contro il quale l'uomo non può nulla. Una costante di tutta la produzione letteraria di Hardy è "il contrasto tra la vita ideale desiderata dall'uomo e quella reale e squallida che è destinato ad avere".
Malattia, odio, morte sono i temi ricorrenti di queste storie, immerse in un'atmosfera magica e cupa, densa di presenze sovrannaturali, dove il Male appare un castigo imposto a creature deboli e oneste, le cui sorti si incrociano tragicamente.
E infatti il cuore di un innamorato dopo il possesso può essere paragonato alla Terra nei suoi stadi geologici [...] dapprima carbone ardente, poi soltanto caldo, poi una cenere che va raffreddandosi, da ultimo il gelo; e non proseguiamo oltre con il nostro paragone.
Commento
Nonostante non sia una grande appassionata di racconti, per Thomas Hardy faccio un'eccezione.
Avevo a disposizione solo due giorni prima dello stop natalizio - sì, lo so, sono strana ma ho bisogno di finire sempre un libro prima di uno stop forzato/feste comandate - e non volevo iniziare un romanzo vero e proprio perché sapevo che non sarei mai riuscita a finirlo in tempo.
Così ho spulciato la sezione classici della mia libreria e ho deciso di prendere in mano una raccolta di racconti e, tra i tanti che ho, ho scelto Il braccio avvizzito. Certo, come libro da leggere prima di Natale, non è stata la scelta migliore, eppure ha saputo accompagnarmi negli ultimi due giorni di lavoro senza caricare sulla mia povera mente già logorata altri feels natalizi. Ha ripulito brutalmente con il suo cinismo tutti i trullalero che mi bombardavano da ogni direzione e mi ha preparata come una tavola bianca ripulita per le feste - e per le prossime letture.
Certo, leggere Hardy con il cervello stanco è stata una prova di forza, visto che spesso ho dovuto rileggere due volte gli stessi periodi, ma ce l'ho fatta e lo sforzo ha contribuito a farmi concentrare - cosa che ho faticato a fare, ultimamente - e a farmi isolare dal caos natalizio. Ne avevo bisogno, e ora mi sento più leggera.
Sembra assurdo dire che un classico, pure impegnativo da leggere, possa alleggerire la mente eppure a me Hardy fa questo effetto: è come se candeggiassi il neurone e mi liberassi delle scorie letterarie, come uno scrub approfondito del cervello. E' bastato poco per ottenere una massima resa.
I racconti sono veramente brevi, poche pagine e tutti auto conclusivi, alcuni con un tono più horror e altri con il tipico tono brutale, cinico e disilluso di Hardy: io e lui condividiamo la visione della natura dell'umanità, la sua è ancora così attuale che non c'è nulla che cambierei.
Il ventaglio di casi umani racchiusi in 163 pagine basta a soddisfare ogni inclinazione: vuoi la ragazza tremebonda e impressionabile? Vuoi il giovanotto sfortunato? La vecchia strega? Ogni gusto è assecondato, e ogni storia ha una diversa sfumatura. Come ho già detto in poco spazio, tanta resa.
Il braccio avvizzito è anche un ottimo primo tentativo se volete entrare in confidenza con Hardy ma non avete il coraggio di prendere di petto un romanzo dei suoi. Fatevi un'idea con i racconti e poi decidete, un libricino perfetto e versatile. Grazie al cielo ne ho ancora pronti per essere tirati fuori in occasioni simili.

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