26 novembre 2015

Cassandra Clare
Shadowhunters. Città degli Angeli Caduti

Serie Shadowhunters 4
Titolo originale City of Fallen Angels

Trama
Mondadori
pag. 477 | € 10,50
La guerra è conclusa e Clary è tornata a New York, intenzionata a diventare una Cacciatrice di demoni a tutti gli effetti. E finalmente può dire al mondo che Jace è il suo ragazzo. Ma ogni cosa ha un prezzo. C'è qualcuno che si diverte a uccidere gli Shadowhunters, e ciò causa fra Nascosti e Cacciatori tensioni che potrebbero portare a una seconda, sanguinosa guerra. Simon, il migliore amico di Clary, non può aiutarla. Sua madre ha scoperto che è un vampiro e lui non ha più una casa. E come se non bastasse, esce con due ragazze bellissime e pericolose, nessuna delle quali sa dell'altra. Quando anche Jace si allontana senza darle spiegazioni, Clary si trova costretta a penetrare nel cuore di un mistero che teme di svelare fino in fondo: forse è stata lei a mettere in moto la terribile catena di eventi che potrebbe farle perdere tutto ciò che ama. Jace compreso. Amore. Sangue. Tradimento. Vendetta. La posta in gioco non è mai stata così alta per gli Shadowhunters...
Cerchi di farla felice pur sapendo che il motivo principale per cui non lo è sei proprio tu - disse Simon, senza molto tatto. - Non ti sembra un po' una contraddizione? - Ma l'amore è una contraddizione - rispose Jace tornando a guardare fuori dalla finestra.
Commento
Come mi erano mancati tutti quanti. Ho passato meno di un mese lontana da loro e la nostalgia è stata fortissima. Ho ordinato in biblioteca gli ultimi tre romanzi perché so che li leggerò uno dietro l'altro, e nemmeno vedere in che stato pietoso erano conciati ha alterato il mio entusiasmo.
Città degli Angeli Caduti - adoro l'edizione economica, morbidina e leggera - è finito in pochissimo tempo, aspirato con una facilità che mi ha lasciata stupefatta. Una mattina l'ho iniziato e, dopo neanche un attimo, l'ho finito senza nemmeno accorgermene.
Un po' mi spiace quando un libro così stagno - perché 477 pagine non sono poche - scorre via in un lampo, perché se da una parte vuol dire che mi è piaciuto davvero, dall'altra sembra che sia volato via troppo velocemente.
Cosa rimane, quando capita? Rimane il sorriso, rimane la sensazione di essere rientrati in un mondo che ti ha lasciato tanto e che ti fa sentire a tuo agio. Rimane la voglia di leggere, leggere, leggere e che i libri non finiscano mai, mai, mai.
Città di Vetro, il terzo romanzo, era finito con un lieto fine che avrebbe anche potuto chiudere la serie. La guerra con Valentine è conclusa, Clary e Jace finalmente non hanno più ostacoli e persino gli altri personaggi hanno trovato un equilibrio nella chiusura del romanzo.
Eppure, è chiaro, persino la Clare non poteva mollare il colpo e non poteva non sviluppare personaggi che erano troppo belli per essere veri - cartacei, ma pur sempre veri.
Si rientra nel mondo Shadowhunters senza il minimo tentennamento, dallo stesso punto dove è finito Città di Vetro, e subito Clary, Simon e Jace entrano in scena bellissimi e prepotenti.
La storia vuole che - sottilmente - Simon diventi sempre più importante, con il marchio di Caino che svela i suoi pro e contro, con il suo scoprire cosa vuol dire essere vampiro ed essere Diurno, cosa significa avere delle compagne che lo apprezzano per com'è fatto e non per quello che è, e cosa vuol dire imparare da capo cosa desidera, cosa spera, cosa si aspetta dalla sua immortalità. Simon è un personaggio che ha sempre più da dire, e sempre più da dare, e si mette in gioco emotivamente e fisicamente come solo un personaggio chiave può fare.
Il fatto che il ruolo di Simon sia determinante nello sviluppo della storia sbilancia leggermente la presenza di quelli che prima erano i protagonisti: Jace e Clary. Entrambi rimangono saldi nei loro ruoli ma cadono in comportamenti che pensavo si fossero ormai lasciati alle spalle.
Clary, che nell'ultimo romanzo era diventata meno lagnosa e più indipendente, soffre ancora di un'insicurezza cronica verso Jace, verso la sua natura di Shadowhunter e verso il suo particolarissimo potere. E' lontana la combattente il cui ruolo era stato determinante nella guerra, la si intravede in piccoli momenti di grinta che, però, non sono abbastanza potenti perché non venga travolta dalla trama. Mi spiace dirlo, ma Clary poteva dare molto di più.
Jace, invece, è sempre il meravigliosamente tormentato Jace, colui che mi rimane così caro anche quando lo vorrei scrollare, anche quando sbaglia, sbatte la testa contro la sua testardaggine, quando - nel tentativo di proteggere - ferisce brutalmente. Del resto è la sua natura, e la Clare non può che assecondare l'umore di un personaggio che è votato al tormento interiore. Mi piace così com'è Jace - ovviamente - anche se il suo ripetere errori che potrebbe tranquillamente evitare un po' lo lasciano nella categoria ragazzino che, secondo me, non gli calza per niente a pennello.
Il fatto che Jace prosegua con il suo modus operandi del silenzio/punizione auto imposto facilita grandemente lo sviluppo della storia e prepara il lettore, in un certo senso, all'evoluzione del suo personaggio nel secondo romanzo. Di più non si può dire, meglio di no.
Oltre ai magnifici tre, sto cominciando a provare una sorta di affetto anche verso i fratelli Lightwood che, prima, mi erano un pochino indigesti. Isabelle è un osso duro che fa veramente fatica a rendersi simpatica: ha i suoi momenti, s'intende, ma solo adesso comincia ad ammorbidirsi e a risultare gradevole in un modo tutto suo. Stessa cosa per Alec, che ha imparato ad aprirsi soprattutto grazie a Magnus. Ecco un personaggio che ormai è tra i miei preferiti: Magnus con il suo cuore tenero, il suo look assurdo e con la sua sempre viva e sempre presente generosità. Se non ci fosse lui dove sarebbe ora la storia? Forse si sarebbe fermata molto tempo fa.
Per quanto riguarda la nuova cattiva - chiuso il capitolo Valentine - ho apprezzato la semplicità della trama e il suo sviluppo veloce, chiaro, netto. Lilith è uno di quei villain che prima o poi avrebbero dovuto spuntare fuori nei romanzi. Sconfitto il cattivo per eccellenza, uno estraneo al passato dei personaggi era chiaramente citofonato. Così, però, non solo si aprono nuovi filoni di trama - in Città  delle anime perdute è evidente - ma si possono coinvolgere personaggi che fino ad ora erano sempre rimasti in disparte. Simon diventa determinante, più protagonista persino di Clary, e sostiene buona parte della storia fino alla fine.
La fine, sorprendentemente, si conclude e si chiude sul piano Lilith, mentre lascia aperta l'altra parte - non ve lo posso dire - con un cliffhanger cosmico che mi ha mandata nel tunnel della disperazione. Per colpa di questo finale ho cominciato subito Città delle anime perdute perché non potevo aspettare.
Mi sembra il mantra di questa serie: non posso aspettare.

Nessun commento: