3 settembre 2015

Lisa Kleypas
Una piccola magia

Serie Friday Harbor 2
Titolo originale Rainshadow Road
Trama
Mondadori | pag. 311 | € 9,90
Di scelte giuste, nella vita, Lucy Marinn ne ha collezionate ben poche, soprattutto in fatto di fidanzati. L'ultimo, Kevin, l'ha lasciata confessandole il peggiore dei tradimenti: con la sorella minore di lei, Alice. Doppiamente tradita, Lucy abbandona l'incantata cittadina di Friday Harbor, nello Stato di Washington, un luogo dove tutti si conoscono e cerca rifugio nella solitaria isola di San Juan, il posto ideale per rimanere sola con i suoi pensieri e il suo dolore. Quello che Lucy non ha previsto è di conoscere un affascinante vinicoltore locale, Sam Nolan, che è in realtà un amico di Kevin incaricato di "distrarla" un po'. E quello che Sam invece non ha previsto è di innamorarsi perdutamente di lei.

Le amiche sono i reggiseni sostenitivi della vita. Ci teniamo su a vicenda.
Commento

In questo periodo sto facendo una gran fatica a sopportare il romance contemporaneo, quello classico per intenderci. Ne prendo in considerazione uno poi, inevitabilmente, mi annoia. Allora cambio genere nella speranza che una pausa me lo renda più appetibile, eppure ancora non sento la necessità di leggerne uno, come mi capitava anni fa.
Questa settimana mi sono resa conto che ho zero novità da leggere e un ripiano pieno di titoli della Kleypas che ho comprato nel corso degli anni e ho lasciato ad ammuffire. In particolare sono i romanzi della serie Friday Harbor, di cui ne ho letto solo il primo (e che ho dimenticato praticamente subito). Così mi sono detta, vediamo di finire anche questa serie.
Bene, Una piccola magia è la lettura perfetta per chiudere la giornata. Dopo 10 ore passate fuori di casa, con il caldo mortale, i clienti che ti fanno perdere ogni rispetto per l'umanità, arrivi a casa che sei consumata nel corpo e nell'anima e senti il bisogno fisico di staccare. Io di solito mi permetto almeno 30 minuti di relax a letto prima di entrare in coma: dopo la doccia, dopo la crema, dopo aver sprimacciato per bene i cuscini, mi preparo a scollegare del tutto il cervello e non c'è niente di meglio di un romanzo poco impegnativo, dove tutto è positivo, dove c'è sempre un'umanità gradevole, dove la speranza permea le pagine e ti distende le nevrosi accumulate durante la giornata.
Una piccola magia è così, piacevolmente inconsistente, leggero, facile, una lettura che non ti impegna troppo ma allo stesso tempo non ti annoia, una lettura che ti fa sorridere e che non eccede né in romanticismo, né in sensualità. Del resto la Kleypas è un'autrice con grandi capacità e con questo romanzo (e con il primo, naturalmente) è riuscita a coprire un genere che, fino ad ora, non aveva occupato.
Una piccola magia è piacevole nella sua totalità, perché la trama, i personaggi e gli elementi inseriti dalla Kleypas funzionano solo messi insieme, mentre presi da soli non avrebbero assolutamente niente di speciale. L'ambientazione - che, per pura fortuna, è una di quelle che mi ricordano l'estate - è sempre Friday Harbor, con il mare, il verde, la piccola comunità sparpagliata e tante piccole attività pittoresche: tra queste la vigna di Sam e il laboratorio di Lucy sono due componenti speciali. La vigna e la casa vittoriana sono bellissime, danno alla storia un respiro e una sensazione di comfort e familiarità che mettono il lettore a proprio agio, mentre il laboratorio per la lavorazione del vetro dona quel tocco di originalità che definisce il carattere del romanzo.
Poi ci sono i due protagonisti: Sam è il classico scapolo convinto che teme con tutto se stesso il matrimonio, con l'impegno e il rischio che porta con sé. Eppure, nonostante le sue paure, Sam è stranamente docile, un uomo con una spiccata vena familiare che non disprezza la vita domestica e non si fa pregare quando c'è da esprimere affetto. Lucy, al contrario, è orientata a sistemarsi nonostante le batoste sentimentali, il tracollo familiare con la sorella e le sue fobie sulle relazioni.
Un unico aspetto, infilato nel romanzo ma assolutamente trascurabile, mi è rimasto indifferente: questa magia che c'è, spunta fuori per un secondo e sparisce, giusto per dare un'aria fantasy che manco si sente, non è niente di determinante nella trama e - per questo - non ne vedo l'utilità. E' carina come idea di base, ma un po' forzata visto che la Kleypas l'ha distribuita su entrambi i personaggi.
A fine lettura mi sono sentita piacevolmente distesa, quindi credo proprio che procederò con gli altri come terapia anti stress in mancanza di strumenti più incisivi (leggi, Xanax).

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