6 luglio 2015

Sophie Jackson
A fior di pelle

Serie A Pound of Flesh 1
Titolo originale A Pound of Flesh

Trama
Fabbri Editori
pag. 452 | € 15,90
Dopo aver assistito all’omicidio di suo padre quando era solo una bambina, Kat da anni sogna il misterioso ragazzo che l’ha salvata dal fare la stessa fine. Ora, a 24 anni, Kat insegna letteratura inglese in carcere, per onorare la memoria del padre, un sognatore prestato alla politica.
In carcere, i demoni di Kat sembrano risvegliarsi, soprattutto quando incontra Wes, un detenuto problematico, pericoloso almeno quanto affascinante e carismatico. Tra loro cominciano presto a esserci scintille, soprattutto quando Wes riconosce in Kat la bambina che ha salvato tanti anni prima...







Commento
***Spoilers***
La storia di questo romanzo - della mia copia - è un po' travagliata. Dopo un lungo cogitare e dopo aver considerato tutti i commenti in rete ho deciso di lasciarmi coinvolgere dall'entusiasmo.
Così ho fatto arrivare una copia, ma questa è sparita nel buco nero delle spedizioni per non uscirne mai più. Questo è stato il primo segno, ma io l'ho ignorato. La Fabbri, nella sua immensa generosità, me ne ha mandata un'altra copia che ci ha messo talmente tanto ad arrivare che ormai la davo per dispersa. Secondo segno, anche questo ignorato.
Quando la maggior parte dei blog lo aveva già recensito, quando la maggior parte delle mie conoscenze l'aveva letto, io mi apprestavo ad iniziarlo. Il terzo segno dell'Apocalisse era, appunto, questo generale amore spassionato per il romanzo. A quel punto avrei dovuto tirare le somme e prepararmi alla disfatta. Non l'ho fatto e ho pagato il prezzo con la noia. O meglio, ho pagato la mia libbra di carne perché mi sono cavata le palle degli occhi durante la lettura.
Mi censurerò solo per rispetto all'editore che è stato così gentile con me, ma il voto dovrebbe essere chiaro e cristallino.
A fior di pelle non mi è piaciuto. Non solo non mi è piaciuto, ma è stato proprio una delusione. Quello che tutti avevano dipinto come un romance controverso, profondo, appassionante si è rivelato essere una versione annacquata dei soliti romanzi d'amore, privo di qualsivoglia spessore, privo di originalità, profondità, coerenza, stile. Insomma quello che pensavo - ero certa - di trovare non si è rivelato essere vero e questo, più di ogni debolezza, ha determinato la mia negatività.
Il romanzo del carcere, dicevano. Il romanzo del carcerato pericoloso e bellissimo, dicevano. Mettiamo in chiaro le cose, così che magari posso evitare a qualcuno la mia stessa doccia fredda: qua il carcere, l'essere un detenuto è solo una piccolissima parte, che finisce a pagina 120 o 130 con una banalità disarmante. Non pensate di avere per le mani un romanzo che si svolge per lo più nel penitenziario o che Wes sia un vero detenuto: niente di tutto ciò succede e niente di tutto ciò è vero.
Tanto per cominciare Wes ha un passato da delinquente per piccoli crimini: furto d'auto e simili; in più il suo crimine attuale è finto: si è preso la colpa per saldare un debito d'onore, quindi è innocente. Quella sua aura da detenuto violento è una finta che crolla subito di fronte alla sua personalità tremante e infantile: si comporta come un ragazzino, reagisce con scatti d'ira non motivati né contestualizzati - ma che fanno tanto figo e ribelle, insieme ai suoi tatuaggi. Del suo passato si conosce pochissimo e solo cose collegate a Kat, del resto vengono seminate delle briciole per suscitare un brivido - ah, sì, il famoso brivido del pericolo - e per dare un tocco di oscurità che, francamente, lascia il tempo che trova. Riassumendo, quindi, Wes ha sì un passato turbolento, ha sì scontato delle pene, è stato sì un detenuto, ma del detenuto pericoloso, del vero criminale non c'è nemmeno l'ombra. Io, che speravo di poter leggere un personaggio veramente controverso, mi sono dovuta sciroppare questo mezzo smidollato che si lagna per tutto il tempo.
Perché non è stata sufficiente la finta del carcere, la Jackson ha voluto caricare la dose rendendo Wes un detenuto violento ma dalla preparazione culturare elevatissima: sfoggia conoscenze di letteratura manco avesse un dottorato, quando nemmeno si parla dei suoi studi, se ne esce con discorsi profondi che stonano malissimo con tutto il mood del libro e poi - botta finale - dice di essere ossessionato/infatuato/innamorato di Kat (che non conosce eh, ci ha passato insieme poche ore traumatiche a 11 anni e poi ZERO) da SEDICI ANNI. Cioè, dai, ma mi prendi in giro Sophie?
Quindi eccoci alla trama.
Kat convive con il trauma della morte del padre da, appunto, 16 anni. Ha proseguito la sua vita, ha tentato di andare avanti diventando un'insegnate e dedicandosi ai meno fortunati convinta che questo fosse ciò che il padre avrebbe desiderato. Così diventa di ruolo in un carcere dove insegna letteratura inglese ai detenuti. Tra loro c'è Wes, un giovane bellissimo e sempre sulla difensiva, che la scombussola subito per l'attrazione che provano l'uno per l'altra. Kat decide, contro ogni senso di autoconservazione, di dedicarsi a lui al 100% dandogli lezioni private. Non si chiede mai qual'è il suo crimine, non le importa nemmeno che abbia degli evidenti problemi comportamentali, Kat si lascia comandare dagli ormoni e a causa degli ormoni inzia questa relazione nascosta/proibita con Wes.
L'autrice pecca subito di ingenuità trascurando completamente il background dei due personaggi e il realismo quasi necessario perché la storia d'amore risulti accettabile: invece ci propina scene sdolcinate di bacetti, sesso così stucchevole da risultare tutto tranne che romantico, e dialoghi poco credibili fatti di citazioni colte, lessico forbito e paroline dolci che tramutano la storia in un romance nemmeno troppo elegante.
Naturalmente il fatto che Wes fosse il bimbo che l'aveva salvata durante l'aggressione spunta fuori e in poche righe diventa tutto giusto: si cancellano gli errori di Wes - che magicamente smette pure di avere problemi di rabbia -, e la loro relazione diventa stile Romeo e Giulietta, con tanto di mamma e amica cattive per Kat, e cugini cattivi per Wes. Cattivi poi per modo di dire: pure gli antagonisti di questo romanzo sono sciaquette senza spina dorsale, senza nerbo, senza ragione d'essere, senza potere. Si riduce tutto a: siete cattivi perché pensate male di Wes che è sì un ex detenuto, ma è anche ONESTO (cit. Kat, l'assurdità arriva a livelli stellari), gentile, ricco, e bello e io ci sto assieme perché ci amiamo da 16 anni anche se non lo sapevamo e non ci conoscevamo.
Ecco, più o meno è questa la sostanza.
Non me la sento di rincarare la dose commentando pure lo stile della Jackson. Ad essere onesta non ha nulla che non vada, pur essendo acerbo e troppo sdolcinato, ma per me è proprio inadatto a raccontare questa storia: manca di potenza, manca di grinta e di carattere; infatti tutto il romanzo si trasforma da un criminal romance oscuro, ad un romance leggerino nel giro di pochissime pagine.
E' ovvio che ognuno ha i suoi gusti, e che ogni romanzo ha il suo pubblico, eppure continuo a chiedermi cosa ci abbiano trovato tutti in A fior di pelle, quando io non sono riuscita a scovare nemmeno una piccola cosa che mi abbia lasciato una buona impressione. Non ci sono proprio riuscita, quindi è evidente che non investirò più energie per leggere la Jackson. Le auguro tanto bene, di essere pubblicata ancora, ma non mi avrà più tra le sue lettrici. Così come eviterò accuratamente di causare sbattimenti agli editori per i casi super osannati. Risparmiano loro, risparmio io.
ps: se vi state chiedendo come ho fatto ad arrivare alla fine, ecco la risposta.


4 commenti:

Alice Land ha detto...

Ecco nero su bianco quello che anch'io ho pensato di questo romanzo. Non avrei saputo dirlo meglio. Brava Mira.
Mi piacerebbe taaaaanto sapere cosa avresti scritto se non ti fossi censurata per rispetto dell'editore. *_*

daydream ha detto...

Ahahahaha bellissima review, Mira :D
Per fortuna non mi ispirava per niente... dunque me ne sono infischiata degli spoiler... e sai che ti dico? Meglio così v.v giro a largo!

Miraphora ha detto...

@Alice
Non posso, dai. Ma Farm Heroes non ti ha dato un'idea di come ero messa? La disperazione mista a noia...

@Daydream
Avessi trovato una rece come la mia prima di iniziarlo...mi sarei risparmiata l'agonia di leggerlo. Mi consola sapere che contribuirò a salvare ore di lettura ad altre persone :D

Debora ha detto...

Ah ah ah ah ah meravigliosa lettura la penso esattamente come te una noia e una banalità bestiale che io che non so scrivere manco un racconto avrei fatto di meglio... il carcerato cattivo??? Ma daiiiiii mi sa che la Jackson il vero carcere americano non lo ha mai visto se no certe boiate se le risparmiava ahahahahah fortuna che non ho sprecato un soldo visto che l'ebook l'ho ottenuto con uno scambio!!