18 giugno 2015

Trilogia Dei Sensi
Anne Rice

aka Trilogia Bella Addormentata
Titoli originali
The Claiming of Sleeping Beauty
Beauty's Punishment
Beauty's Release


Trama
Longanesi | pag. 236 | € 14,90
Vittima di un perfido incantesimo, la principessa Bella ha dormito per cent'anni e tutti coloro che hanno tentato di svegliarla sono morti nell'impresa. Ma poi è arrivato lui, il Principe, affascinante e spietato, e Bella si è svegliata dal suo sonno secolare. Ora lei gli appartiene totalmente, ne è diventata la schiava, e dovrà seguirlo alla corte della regina Eleonora, madre del principe. Qui, in un ambiente raffinato e perverso, altri giovani di sangue reale imparano a conoscere il piacere e il dolore. Sopraffatta dal desiderio e dalla passione, Bella diventa la favorita del Principe e della sua amante, la crudele Donna Giuliana, e sperimenta i rigori della Sala d'Addestramento e le spietate prove della Sala delle Punizioni. Ma alla corte l'aspetta anche un sentimento nuovo, che ha gli occhi dolci e profondi di un altro schiavo come lei. L'amore però è proibito agli schiavi e la punizione per chi vi cede può essere molto crudele...

"Mia cara, ti ho svegliata da un sonno secolare e ho restaurato il regno di tuo padre. Tu mi appartieni. E non troverai in me un padrone duro, ma un padrone assoluto. Se di giorno, di notte e in ogni istante penserai solo al mio piacere, per te non ci saranno difficoltà." E poiché lei, anche se con grande sforzo, non distoglieva lo sguardo, il Principe lesse sollievo nel suo volto e comprese che gli era completamente sottomessa.
Longanesi | pag. 222 | € 14,90
Il Principe l'ha risvegliata da un lungo sonno e l'ha portata nel suo castello, dove la Principessa Bella ha conosciuto il piacere e il dolore, e ha scoperto che possono essere una cosa sola e alimentarsi reciprocamente. Ma poi l'amore per Tristano, un principe schiavo come lei, l'ha spinta a disobbedire e la punizione è stata terribile. Ammassati su un carro con altri ribelli, i due giovani sono stati trasportati al villaggio per essere venduti all'asta sulla pubblica piazza. Per loro non ci saranno più le raffinate torture della corte, ma solo la ferrea disciplina e la dura sferza di nuovi padroni, finché non impareranno la lezione e saranno pronti, forse, a tornare un giorno al castello, sottomessi com'è giusto che siano. Eppure anche al villaggio, nonostante le ripetute umiliazioni o forse proprio grazie a esse, Bella e Tristano sapranno trovare il piacere che hanno imparato a conoscere alla corte e si legheranno di un rapporto speciale ai loro nuovi, avvenenti padroni. Dimentichi di ciò che erano un tempo, i due giovani vivono nuove, esaltanti esperienze sessuali, ma un pericolo incombe e le loro esistenze stanno per essere di nuovo sconvolte...

Mi sentivo perduto. Le grida e i lazzi penetravano in me e con essi penetravano la luce e il dolore. Ero consapevole solo delle mie echimosi brucianti, della carne che si gonfiava, del mio membro duro e pronto, della moltitudine urlante e della paletta che colpiva ancora e ancora, mentre le mie stesse grida si levavano sempre più alte. Niente, al castello, mi aveva così fuso l'anima. Niente mi aveva a tal punto svuotato e privato di sensibilità.
 
Longanesi | pag. 241 | € 14,90
Dopo il castello e le sue dolci e terribili punizioni, la principessa Bella, che il Principe ha risvegliato da un lungo sonno e avviato a una raffinata e perversa educazione sessuale, ha conosciuto i rigori e le asprezze del villaggio, dove è riuscita comunque a trovare il piacere e la passione. Ma nuove, più sconvolgenti esperienze erotiche l'attendono nella sua ultima avventura. Rapita sulla spiaggia insieme a Tristano e Laurent da uomini misteriosi, Bella viene trasportata su una nave in lidi lontani, al palazzo del Sultano. Qui, nella sensuale penombra dell'harem, tra profumi esotici, morbidi cuscini e splendidi arazzi, Bella e i suoi compagni di avventura incontreranno uomini dal fascino inquietante, donne dal volto velato e lo sguardo voluttuoso, che apriranno loro le porte su piaceri estremi ancora sconosciuti. Una sola condizione, un solo limite: qui sono considerati semplici giocattoli sessuali, senza cuore né anima. Ma nulla può piegare la forza di Bella, capace di farsi dominatrice anche nelle situazioni più difficili, schiava in grado di dare e ricevere piacere senza alcuna inibizione.

Eppure, a dispetto delle nostre differenze e del nostro parlare d'amore, eravamo tutti autentici schiavi. Questo era sicuro. La schiavitù aveva ampliato i nostri orizzonti e ci aveva cambiati. Quali che fossero i nostri timori e conflitti, non eravamo più le sgomente creature facili al rossore di un tempo. Nuotavamo, ognuno al proprio ritmo, nell'abbacinante torrente dell'estasi erotica.
Commento
"They were pure erotic fantasy - a special genre, which some call pornography. I wanted the pen name personally so that I could feel absolutely free to write the best and most exciting erotica possible. Authenticity was the key. No half measures."

No half measures. Niente mezze misure.
Anne Rice è una donna che io stimo, a prescindere dal fatto che sia stata per anni il mio punto di riferimento. A prescindere dal fatto che i suoi romanzi hanno creato la lettrice che sono, a prescindere da cosa scrive. Io, di questa autrice, leggo e leggerei tutto, tutto. Se Longanesi pubblicasse i romanzi su Gesù leggerei pure quelli perché, nel caso di Anne Rice, non è tanto il contenuto ma la forma.
Anne Rice è una donna di cultura, una donna intelligente, che non teme di esporsi e di portare le sue idee e le sue opere su un altro livello, non si vergogna. E perché mai un'autrice del suo calibro dovrebbe mai vergognarsi di aver scritto una trilogia erotica, quando anche così riesce a distinguersi dalla massa?
La prima volta che ho letto questi romanzi solo due erano stati pubblicati in italiano e non erano nemmeno a catalogo. Tramite la biblioteca ho potuto leggerli entrambi e rimanerne scioccata. Ero troppo giovane per andare oltre alla loro sfacciata sessualità, troppo ingenua perché l'eccesso non offuscasse il mio giudizio. Ho concluso la lettura con un misto di fascino e repulsione, come se questi romanzi fossero sporchi, da nascondere, una lettura di cui vergognarsi.
Ora, a distanza di molti anni, non mi vergogno di avere in mano questi libri per il semplice motivo che il nome Anne Rice è in copertina.
Banale? Forse. Quello che è sicuro è che rileggerli ora, tutti e tre, è un'esperienza diversa, impossibile da fraintendere e impossibile da giudicare con il paraocchi della falsa moralità, del falso perbenismo.
In molti hanno giudicato questa trilogia come pornografica, per il semplice fatto che la Rice non ha sentito la necessità di infilare il solito, banale e scontato amore romantico. E' pornografia una fantasia che non si pone limiti? Io non credo. Credo che questi romanzi siano coraggiosi perché onesti, forti e estremi, non si nascondono dietro l'ombra rosea di questo amore che, in teoria, rende tutto più sopportabile.
In certi casi, però, l'amore è solo un ostacolo alla fantasia. Senza di esso, invece, non ci sono limiti, non ci sono vincoli e niente è in modo assoluto giusto o sbagliato.
La Trilogia dei Sensi è anarchia erotica allo stato puro, è un'overdose sensoriale che può risultare eccessiva, difficile da accettare e anche da leggere, è una lettura che pretende un'apertura mentale estrema: sesso estremo, rapporti omosessuali, bondage al limite della violenza, sottomissione, umiliazione, la Rice non si fa mancare proprio niente. Cavalca l'onda della sensualità, della sessualità e delle vastissime e illimitate sfumature dell'erotismo per creare un mondo fittizio di edonismo, inteso sia come ricerca del bene attraverso il piacere, sia nella sua definizione più volgare della ricerca del piacere fisico fine a se stesso.
Il concetto di piacere usato dalla Rice è, in tutto e per tutto, sottile: nel mondo della Regina e del Sultano, nel Villaggio e nelle stanze della Reggia, ogni atto, ogni punizione, ogni scelta dei padroni ha come unico scopo quello di rendere gli schiavi persone migliori. Privandole del loro ruolo, dei vestiti, del libero arbitrio, gli schiavi sono costretti ad accettare il loro destino e a scavare a fondo nella loro anima per capire le loro reazioni, le loro paure, le loro motivazioni. Ogni cosa viene messa in discussione e ogni convenzione completamente cancellata: non c'è limite, solo una totale libertà di espressione. Perché anche costretti, legati e imbavagliati, gli schiavi possono esprimere il loro dolore, la loro felicità ed è nell'eliminazione della paura la vera natura del loro stato.
Il percorso di Bella e, in parte, degli altri personaggi è una chiarissima conquista della paura: da giovane terrorizzata e completamente sottomessa al suo Principe - una figura oscura e conturbante che non verrà mai messa in luce - Bella impara a testare i suoi limiti e a non temere la punizione.
Per lei il dolore è la misura della sua forza, l'orgoglio di saper portare a termine un compito difficile e duro, è la testimonianza della resistenza del suo spirito. Così come il Villaggio la libera dalle catene dell'infatuazione e dalle pastoie dell'amore, la breve esperienza del Sultanato la trasforma in una creatura capace di aprirsi a qualsiasi forma di amore: da quello sensuale, a quello più tenero e protettivo, a quello dell'amicizia. Non c'è limite, per nessuno. Così, alla fine, Bella chiude il suo percorso accettando la sua natura, più forte e determinata di prima, più consapevole e profonda.
In nessuna scena, nemmeno nella più estrema, la Rice può essere male interpretata: la volgarità non sfiora questi romanzi nemmeno con il pensiero - perché si sa, la volgarità è quasi sempre negli occhi di chi guarda - e ogni gesto ha un fine più alto del semplice piacere fisico.
Non posso dire che questi romanzi vanno letti per forza, perché non sono per tutti. Non sono facili da apprezzare, non sono facili da capire, e non sono facili da accettare: la sessualità è un argomento troppo privato e delicato per la maggior parte di noi, persino per me, anche se io mi sono immersa in questa esperienza con la cieca e assoluta fiducia di una seguace per la sua dea. La Rice è la mia dea della letteratura, è il mio spirito guida. Mi ha insegnato tante cose, con i suoi romanzi, e con questi ho imparato ad accettare ogni cosa, persino quella che mi ripugnava.
Credo che si capisca, ma lo ribadisco, difenderò i romanzi di questa autrice sempre e comunque perché per lei non è l'argomento, ma lo stile. E Anne Rice è sublime, in ogni sua forma e in ogni suo romanzo.


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