26 marzo 2015

J.R.Ward
Possession

Serie Fallen Angels 5
Trama
Signet | pag. 564 | € 7,91
When Cait Douglass resolves to get over her broken heart, throw off her inhibitions, and start really living, she’s unprepared for the two sensual men who cross her path. Torn between them, she doesn’t know which to choose—or what kind of dire consequences could follow. 
Jim Heron, fallen angel and reluctant savior, is ahead in the war, but he puts everything at risk when he seeks to make a deal with the devil—literally. As yet another soul is unwittingly caught in the battle between him and the demon Devina, his fixation on an innocent trapped in Hell threatens to sidetrack him from his sacred duty...Can good still prevail if true love makes a savior weak? And will a woman’s future be the key, or the curse, for all of humanity? Only time, and hearts, will tell.



She was lost, and he was, for the time being, her imperfect anchor.
Commento
***Spoiler***
Sono passati un anno e due mesi da Rapture, eppure mi sono sembrati secoli da una parte e solo giorni dall'altra.
Secoli perché un'autrice come la Ward la leggerei sempre, senza interruzioni, soprattutto quando scrive paranormale e l'attesa tra un romanzo e l'altro mi distrugge, mi pesa come per pochi autori che seguo. Giorni perché, nonostante sia effettivamente passato del tempo, i personaggi, la trama e i momenti principali della serie mi sono rimasti impressi come se non ci fossero state pause durante la lettura. Tutto mi è tornato alla mente senza sforzo e ho ripreso il filo della narrazione esattamente dove si era fermata.
E' la magia di J.R. Ward, la magia che questa serie sembra possedere ben più della Black Dagger Brotherhood e che aumenta ad ogni romanzo e che, probabilmente, culminerà in Immortal, l'ultimo titolo della serie.
Perché la serie Fallen Angels ha una fine, non è aperta come la BDB, e per questo sembra possedere una struttura più razionale, più studiata e divisa con sapienza tra un titolo e l'altro. Ogni colpo di scena avviene al momento giusto e si capisce che tutto è stato pianificato.
Possession è uno di quei romanzi che si prende i suoi tempi per carburare e per stabilire un ritmo abbastanza serrato da coinvolgere il lettore. L'inizio è piuttosto anonimo, quasi banale, e si limita - in un certo senso - a ristabilire una connessione con i personaggi già presenti: Jim e Adrian, Devina e Nigel. Loro quattro sono i punti saldi, quelli che ritornano sulla scena per forza di cose e che devono riprendersi un posto nell'attezione del lettore. Per Jim, come si può immaginare, è questione di poche righe; stessa cosa per Adrian - anche se è notevolmente defilato - mentre Devina e Nigel non si curano più di tanto di farsi notare. Si rinfresca la trama, ricordando a che punto sono gli schieramenti nella lotta tra bene e male, il punteggio e - soprattutto - le strategie lasciate in sospeso in Rapture.
E, infine, arriva il momento in cui la Ward introduce i nuovi personaggi, protagonisti solo di Possession e soggetti della storia d'amore. Cait e Duke, la bella e la bestia. Cait fa parte della schiera di protagoniste insulse, esteticamente imperfette, vestite a caso, anonime nella maggior parte dei momenti ma bellissime, splendenti, uniche nella loro semplicità e capaci di attrarre solo i loro opposti. Cait è, aimé, insulsa anche da leggere: intendiamoci, è un buon personaggio, ma se non fosse inserito in questo contesto e se non avesse affiancato un eroe come Duke sarebbe tranquillamente rimasta nell'ombra, letta e presto dimenticata. D'altra parte la Ward sa bene che se c'è semplicità da una parte, dall'altra ha più libertà per poter eccedere, così nasce un eroe che è spigoloso, aggressivo, difficile come solo i personaggi maschili della Ward sanno essere.
Duke - Duncan - lavora sulle strade di giorno ed è un buttafuori di notte e di sé dice di non avere un cuore, di non provare sentimenti. Ed è vero, Duke è una macchina impassibile, respira, si muove, parla, ma pochissime cose lo toccano prima tra tutte l'odio viscerale che prova per il gemello G.B.
Sarebbe troppo facile se la Ward si fosse limitata a mettere lui e lei sulla stessa strada, così decide di confondere le acque - sia per il lettore che per Jim - introducendo un altro personaggio che per quasi tutto il romanzo gioca un ruolo di buono, quello dell'altro. G.B. è l'antitesi di Duke: dove uno è elegante, artistico e gentile, l'altro è grezzo, ruvido e per niente gentiluomo. Uno è l'uomo ideale, l'altro è l'ideale di passione.
Il triangolo amoroso ha uno scopo ben preciso, ovviamente nascono ad arte dalla Ward, che spunta fuori esattamente quando ormai è troppo tardi e quando anche il lettore ha perso la speranza di vedere la risoluzione ideale. Don't worry, siamo pur sempre in ambito romance quindi otteniamo quello che vogliamo.
La particolarità di questo romanzo, ciò che lo ha reso più bello di tutti i titoli precedenti, è lo sviluppo di Jim. L'angelo non è più solamente un agente esterno che influenza le anime e poi rimane nell'ombra, in questo romanzo la Ward si addentra nella sua testa, nei suoi sentimenti, e lo trasforma in un personaggio a pieno titolo. Lo era anche prima ma adesso ottiene un ruolo che prima non poteva avere: nel momento in cui desidera si aprono una serie di possibilità e di scelte che lo innalzano a protagonista maschile quasi più di Duke stesso.
Jim aveva bisogno di aprirsi, aveva bisogno di ammettere ciò che lo turbava da Rapture e di scendere a patti con la sua coscienza: in tutto questo l'elemento scatenante è Sissy Barten.
Per chi si ricorda la fine di Rapture la presenza di Sissy e la sua importanza per Jim non sarà una novità, ma per chi ha sottovalutato l'importanza di questo personaggio vederla guadagnarsi sempre più spazio e sempre più autonomia sarà stato un trauma. Sissy è passata dall'essere una vittima ad un'anima più speciale delle altre, fino a diventare rarissima merce di scambio.
E' a questo punto che la Ward sbilancia il gioco: Jim cede una vittoria in cambio di Sissy scatenando una reazione a catena degna di una crisi isterica. Nigel si suicida, Devina è in vantaggio ma sconvolta dalla perdita del suo nemico storico, Adrian è costretto a gestire la lotta per l'anima, l'ambientazione di Sissy e anche lo squilibrio in Jim, mentre quest'ultimo prende atto solo troppo tardi che le sue paure e le sue azioni hanno distrutto il fragile equilibrio della guerra.
La costruzione della storia è talmente ben riuscita da aver servito i colpi di scena in modo magistrale: non me li aspettavo, non si potevano prevedere e i loro effetti sono stati troppo capillari per poter rilegarli al solo momento.
Per esempio il cambiamento più grosso è in Devina stessa: dal primo romanzo a Possession passa dall'essere un demone malvagio all'essere una creatura fragile, insicura e capace di amore. La sua passione per Jim sfiora l'amore vero, la sua insicurezza la rende umana, la sua natura le impedisce di liberarsi dagli obblighi del suo ruolo e la costringe a cadere in comportamenti prevedibili. Ciò che si aspetta da lei, lei lo fa, ma l'amarezza e il desiderio di poter avere un futuro diverso ormai sono dichiarati. Devina vuole uscire dalla guerra e vuole Jim al suo fianco.
Being enemies was a fun thing, except when it wasn't.
Assieme a Jim, Devina è il personaggio che più mi piace, ed entrambi riescono a rendere tutto più interessante.
Da non sottovalutare Sissy, con quel suo modo schietto di vedere le cose riesce a scuotere personaggi che sono rimasti troppo a lungo chiusi nel loro guscio.
Naturalmente il voto è alto, il massimo per un romanzo che ci mette un po' ad ingranare e poi ti risucchia dentro, costringendoti ad una lettura attenta e maniacale. Considerando la lieve delusione per gli ultimi romanzi della Ward, poter tornare a venerarla mi è stato di estremo conforto e mi ha ridato la speranza di poter proseguire con i prossimi romanzi senza accusare colpi di nessun tipo.
L'ordine per Immortal è stato fatto, non vedo quasi l'ora di affrontare la battaglia finale.

2 commenti:

Monica Peccolo ha detto...

Sono rimasta indietro con questa serie, ma recupererò

Miraphora ha detto...

Non scappa ;)