30 marzo 2015

Anne Brontë
Agnes Grey

Trama
Newton & Compton
pag. 157 | € 4,90
Agnes Grey, la protagonista dell’omonimo romanzo del 1847, opera prima e in parte autobiografica di Anne Brontë, fa la governante presso due famiglie della facoltosa borghesia inglese di età vittoriana.
La sua famiglia è caduta in disgrazia e prendersi cura dei figli dei ricchi, indisciplinati e viziati, è l’unica scelta rispettabile che la ragazza possa fare per sopravvivere.
Con una prosa elegante e scorrevole, la minore delle sorelle Brontë mette a confronto la grettezza della nobiltà dell’epoca, del tutto priva di scrupoli e di valori, e i sani principi morali di una giovane timorata di Dio, che cerca in ogni modo di smascherare il lato oscuro delle persone “perbene”.
I legami che ci uniscono alla vita sono più tenaci di quanto lei non immagini; nessuno lo immagina, a meno di non aver provato fino a che punto si possan tendere senza spezzarsi. Certo, sarebbe triste senza una casa, ma vivrebbe lo stesso, e senza neanche sentirsi tanto infelice come crede. Il cuore umano è come il caucciù: poca aria lo gonfia e molta non lo fa scoppiare.Anche se 'quasi niente basta a turbarlo, ci vuole quasi tutto' per spezzarlo.
Commento
Con Agnes Grey ho fatto amicizia con tutte e tre le sorelle Brontë.
Ho adorato Charlotte con il suo Jane Eyre, ho arrancato con Emily e Cime Tempestose, ma con Anne mi sono divertita.
Eppure, leggendo i commenti online, sembra quasi che delle tre, Anne sia quella meno dotata, quella che risente dell'abilità stilistica delle sorelle e della portata dei loro romanzi. I pareri non sono, in genere, molto positivi, non ci sono voti alti e - come del resto ho fatto io - si rimane nel mezzo. Altrimenti si leggono paragoni tra i tre romanzi, anche se onestamente non capisco perché.
Essere sorelle ed essere scrittrici non presuppone che le opere debbano per forza somigliarsi, come se avere lo stesso sangue implichi anche avere un cervello, una fantasia e uno stile unici.
Diamo ad Anne ciò che è di Anne, a Charlotte ciò che le spetta e ad Emily la sua gloria.
Avendo letto tutti e tre i romanzi faccio fatica a pensare che si assomiglino. Certo, il periodo storico è lo stesso, le ambientazioni le stesse, come in certi casi anche le circostanze delle storie eppure i tre stili sono talmente diversi, talmente personali, che è francamente impossibile generalizzare.
E' ingiusto, anche, sminuire una per favorire l'altra, gusti personali a parte.
Agnes Grey si allontana con decisione dal romanticismo di Jane Eyre e dall oscurità di Cime Tempestose e si butta a capofitto nella descrizione cinica, impietosa e ironica della nobiltà inglese. Attraverso gli occhi di Agnes sfilano una serie di fanciulli e ragazzine di ogni età accumunati da una demoralizzante ignoranza e da una insensibilità che fa rabbrividire.
Essere una governante non è un lavoro romantico, il padrone solitario e affascinante è più realisticamente un vecchio panzone dedito all'alcool o un damerino eccentrico quanto meschino che se ne frega di tutto tranne che di se stesso. All'orizzonte, per Agnes, non c'è una tormentata storia d'amore ma una tormentata esistenza fatta di dispetti, di arrabbiature e depressione, di solitudine e isolamento. Essere una governante, nella visione di Anne è un lavoro duro, che non conosce rispetto e felicità, dove per raccimolare un briciolo di felicità ci vuole pazienza, impegno e una buona dose di fortuna.
Ammetto di aver fatto una certa fatica ad abituarmi allo stile, probabilmente colpa delle troppe letture frivole, ma ho certamente apprezzato la capacità dell'autrice di usare le parole come armi.
Quanti modi ci potranno mai essere per descrivere una persona? Quanti aggettivi per definire un singolo aspetto del carattere? Pensavo pochi ma è chiaro che, invece, per chi sa usare le parole ce ne sono un'infinità. Anne Bronte è glaciale, spietata, brutale ma sempre elegante, arguta, a tratti divertente. Sa come degradare il più nobile dei ragazzini e trasformarlo in un mostriciattolo spocchioso e analfabeta con poche e semplici frasi, senza dover ricorrere a scene drammatiche dove la protagonista subisce una serie ininterrotta di cattiverie. Basta fare una presentazione obiettiva dei fatti, elencare i pregi e difetti, e indulgere in quella sincerità sentimentale che rimane poco romanzabile ma sufficiente a soddisfare lo spirito romantico che non riesco a spegnere.
Tutto sommato, considerando la motivazione che mi ha spinta verso lo scaffale classici, posso dire di aver fatto la scelta giusta per staccare dalla routine e per dare una sferzata di energia ai miei neuroni, ormai da tempo addormentati.
In più, cosa da non sottovalutare, è un romanzo breve che si legge veramente bene e in poco tempo e che non ha un lessico pesante, periodi verbosi e personaggi mummificati. Anne ha superato la prova, sale sul podio e si piazza al secondo posto dietro Charlotte e davanti ad Emily.
Ho in libreria un altro suo romanzo e, grazie ad Agnes Grey, lo affronterò con più tranquillità.

2 commenti:

Pila ha detto...

Sono d'accordo con il tuo discorso, perchè sminuirne una?? Sicuramente tre sorelle diverse e tre romanzi lontani, il mio amore infinito per Charlotte e il suo stile non danneggia però l'opinione sulle altre due! Anche a me Agnes Grey è piaciuto, non al livello della prima ma il romanzo di Emily non è nelle mie corde e gli ho preferito questo qui, a volte semplice è bello!

Miraphora ha detto...

La penso esattamente come te, anche sul giudizio delle altre due sorelle.
Emily per carità bravissima, ma troppo morbosa e oscura (e non nel senso romantico del termine), mentre Charlotte è la mia preferita! :D