1 dicembre 2014

Chelsea M. Cameron
Il mio sbaglio preferito

Serie My Favorite Mistake 1
Titolo originale My Favourite Mistake

Trama
Harlequin Mondadori
pag. 396 | € 14,90
Fin dal loro primo incontro, Taylor Caldwell non sa se desidera baciare o prendere a pugni Hunter Zaccadelli, il suo nuovo coinquilino. Da una parte Hunter è un affascinante ragazzo dagli occhi blu, irresistibile e pieno di charme. Dall'altra è il tipico bad boy, con la chitarra sempre in mano e il corpo coperto di tatuaggi. Forse è per questo motivo che Taylor ha paura di innamorarsi di lui, non vuole restare scottata e quindi è necessario che Hunter se ne vada... prima che sia troppo tardi. Anche Hunter ha avuto le sue delusioni e i suoi dolori nel passato, ma Taylor ha una risata così sexy e inoltre non gliene fa passare una liscia! Insomma non può darsi per vinto facilmente e le propone una scommessa: se lei riuscirà a convincerlo che lo odia o lo ama sul serio, lui se ne andrà dall'appartamento, lasciandola finalmente in pace. Ma quando il passato riemerge all'improvviso Taylor deve decidere: fidarsi di Hunter confidandogli il suo segreto più nascosto o fare tutto il possibile per vincere la scommessa e allontanarlo per sempre.
Questa è la storia di una ragazza che conosco
Si chiama Missy e mi vuole a ogni costo.
Di lei voglio dirti ogni cosa:
ha capelli castani, labbra rosa,
e due occhi di un verde che l'azzurro sposa;
lotta e flirta con me per disperazione
ecco perché le ho scritto una canzone.
Forse dirà che il limite ho passato,
ma di odiarmi sostiene da quando sono nato,
e così di quel che dice non credo una parola,
adoro come ride quando si crede sola,
adoro il suo sguardo quando s'incazza.
Se pensa di piacermi allora è proprio pazza,
questa canzone non l'ho scritta per questo.
Altre due cose di lei voglio aggiungere al resto,
due cose così belle che fanno quasi male:
il modo in cui s'infila la sera il bite dentale,
e poi, proprio così - mi fece l'occhiolino - il suo culo spaziale.
Commento
Mi sento un po' in colpa a dirlo, però la canzone di Hunter è la parte che più mi è rimasta impressa di tutto il romanzo.
Gotta love un giovanotto che riesce a prenderti in giro, a sedurti e a cantare una canzone che ha scritto solo per te tutto nello stesso momento. Che poi una serenata così potrei sopportarla pure io, che sono notoriamente allergica ad ogni manifestazione romantica pubblica e imbarazzante.
Il mio sbaglio preferito è, in tutto e per tutto, un New Adult. Ha un'ambientazione universitaria, due protagonisti che vivono soli e lontano dalle rispettive famiglie e che nascondono un passato problematico, il sesso è onnipresente anche se non esplicito - e assente tranne che nell'ultima parte - e gli innuendo e i sottointesi sessuali non si sprecano.
Diciamo che, in linea di massima, il romanzo corrisponde allo schema del genere anche se a volte sgarra e si trasforma in una esagerazione senza freni, come se la Cameron si fosse lasciata prendere dall'entusiasmo e non avesse regolato - o razionalizzato - la storia. A tratti si sfiora il ridicolo, a tratti torna in carreggiata, a tratti non si capisce dove stia andando ma, soprattutto, il più delle volte non si capisce il perché.
Perché, per esempio, Taylor è rabbiosa il 90% delle volte e picchia il povero Hunter senza nemmeno conoscerlo. Apre la porta, decide che non gli piace e gli tira un pugno e un calcio nelle parti basse. Sei una psicopatica o cosa? Perché, perché la protagonista deve essere così aggressiva senza una vera ragione - e per favore che non mi si dica che ha un passato difficile altrimenti divento una bestia. Perché - innomediddddio - maltratta un povero ragazzo che non ha fatto altro che essere un giovane di vent'anni, bello, divertente, intelligente, simpatico. Perché Taylor si trasforma da Furby a un Gremlin che ha fatto la doccia e indigestione di junk food solo perché Hunter esiste. Perché?
Tanto vale che vi prepariate e accettiate Taylor così com'è, psicosi e violenze comprese perché il suo comportamento sarà un mistero per tutto il romanzo.
Il secondo grande perché - mio, per lo meno - è il cognome di Hunter. Hunter Zaccadelli. Parliamone.
Un cognome come questo, in un NA americano, è la cosa meno sexy che si possa affibbiare al protagonista. Leggi la scena in cui lui appare per la prima volta, con la maglietta bianca stretta, occhi blu, sguardo malandrino, tatuaggi in vista e ti dice 'piacere Hunter Zaccadelli'. Appena il cervello registra quel cognome finto italiano, stile Padrino, l'ormone muore. Muore, vi dico. Perché, Chelsea, perché? Non gli bastava essere maltrattato dalla pazza, sto' povero ragazzo deve anche sfoggiare un nome da camorrista?
Terzo ed ultimo perché. Perché l'autrice fa parlare i personaggi in modo assurdo? Una sorella maggiore che dice 'vi scopate con gli occhi' è completamente fuori contesto, e l'uso così disinvolto  (e fuori luogo) del verbo scopare in tutte le sue declinazioni avvelena la lettura. Perché, Chelsea, perché?
Ma se si supera tutto questo e, diciamocelo, lo si può fare con uno sforzo minimo, il romanzo è uno di quelli che leggi svelto e disimpegnato, uno di quelli che richiede un minimo di attenzione e che riesce ad essere apprezzato nonostante i difettucci. Perché se si vuole essere precisi e onesti Il mio sbaglio preferito non è completamente da buttare o da demonizzare: il suo scopo in quanto libro viene raggiunto, i suoi personaggi - in un modo o nell'altro - hanno un senso sia come singoli che come coppia, e la storia si legge anche con piacere. Non è indimenticabile, questo no, non ti fa girare le pagine come una pazza o piangere/sbavare senza ritegno, eppure a modo suo soddisfa le aspettative del genere. Si poteva fare di meglio, nevvero, ma stare a polemizzare su un romanzo che vuole - prima di tutto - intrattenere è veramente inutile e crudele.
Quindi io lo promuovo, con alcune riserve e con dei perché che mi rimbomberanno nel cervello per molto tempo, eppure tre foglioline non gliele posso negare. Probabilmente la Cameron è una di quelle autrici che ha bisogno di maturare prima di raggiungere una qualche sicurezza e metodicità nella scrittura. Io ho tempo, magari in un prossimo futuro la incrocerò di nuovo con un romanzo migliore di questo. Mai dire mai.

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