27 ottobre 2014

Alessia Gazzola
Le ossa della Principessa

Serie Alice Allevi 3

Trama
Longanesi | pag. 346 | € 17,60
Benvenuti nel grande Santuario delle Umiliazioni. Ossia l'istituto di medicina legale dove Alice Allevi fa di tutto per rovinare la propria carriera di specializzanda. Se è vero che gli amori non corrisposti sono i più strazianti, quello di Alice per la medicina legale li batte tutti. Sembrava quasi che la sua tormentata esistenza in Istituto le avesse concesso una tregua, quanto bastava per provare a mettere ordine nella sua sempre più disastrata vita amorosa, ma ovviamente non era così. Ambra Negri Della Valle, la bellissima, brillante, insopportabile e perfetta Ape Regina, è scomparsa. Difficile immaginare una collega più carogna di lei, sempre pronta a mettere Alice in cattiva luce con i superiori, come se non ci pensasse lei stessa a infilarsi nei guai, con tutti i pasticci che riesce a combinare. Per non parlare della storia di Ambra con Claudio Conforti, medico legale affermato e tanto splendido quanto perfido, il sogno proibito di ogni specializzanda... E forse anche di Alice. Ma per quanto detesti Ambra, Alice non arriverebbe mai ad augurarle la morte. Così, quando dalla procura chiamano lei e Claudio chiedendo di andare a identificare un cadavere appena ritrovato in un campo, Alice teme il peggio. Non appena giunta sulla scena del ritrovamento, però, mille domande le si affollano in mente: a chi appartengono quelle povere ossa? E cosa ci fa una coroncina da principessa accanto al corpo?
"Ebbene, Allevi? Sei tornata purificata nel corpo e nello spirito dal tuo viaggio in Terra Santa?" domanda Claudio non appena mi vede in Istituto, il lunedì mattina successivo al mio ritorno."Anche tu hai molto da purificare, dottor Conforti." "Per me ci vorrebbe il Creatore il persona.[...]"
Commento
Inizia ufficialmente l'attesa al prossimo romanzo della Gazzola.
Finiscono troppo in fretta e ce ne sono troppo pochi, come succede sempre quando trovo un'autrice che mi piace. Ho il brutto vizio di non razionalizzare la lettura, così mi trovo a volerne di più e a non poter fare altro che lamentarmi fino al prossimo libro.
Questa volta il mio entusiasmo non è al livello ossessivo di Un segreto non è per sempre, è lievemente meno maniacale, più umano e posato. Se fossi una lettrice furbetta, di quelle che vogliono passare per letterate di alto profilo, insisterei sugli aspetti meno scontati della storia e sui contrasti tra forma e contenuto. Ma, siccome sono io e se non infilo una delle mie sparate non ci dormo la notte, sarò onesta.
Il 60% del mio gradimento è dovuto alla protagonista Alice e allo stile della Gazzola, su questo non ci piove e non si discute. Il restante 40% è suddiviso - in modo discontinuo e alterno - tra l'ineguagliabile malefico Conforti e l'égoïste avventuriero Arthur. Lo so, sono superficiale, preda delle mie pulsioni letterarie e delle inevitabili attrazioni che questi personaggi esercitano sulla mia debole psiche. Però, insomma, chissenefrega, no? Io non leggo per farmi bella con gli altri.
Tuttavia in questo romanzo il mio 40% di masochismo ha - come dire - perso terreno. Non per mia scelta ma perché semplicemente entrambi i fustacchioni sono defilati. Ci ho sofferto, signora Gazzola. Certi scherzi non me li doveva fare, ho rischiato seriamente di avere un crollo nervoso (you know why) e di entrare in crisi d'astinenza. Poi, diciamocelo, Alice dà sempre il meglio di sé quando è sotto stress: dopo una sana fustigata verbale di Claudio o una strapazzata emotiva di Arthur.
Eppure la Gazzola, nonostante abbia ridotto la presenza di un maschio nella vita di Alice, non si è privata della rara soddisfazione di far soffrire la sua eroina: ogni cosa suscita in lei ricordi dolci e amari, desideri e speranze infrante e una nostalgia infida per i bei tempi andati.
Anzi, ora che ci penso, il rimpianto per il passato, per le decisioni non prese, per le parole mai dette, è un po' il tema centrale di tutto il romanzo: sia per Alice sia per la Principessa.
Molto più degli altri due romanzi, questo si concentra sull'indagine e sulla collaborazione tra Alice e l'ispettore Calligaris. Il cadavere - o meglio le ossa - attorno al quale si svolge tutta la trama viene trovato per caso dopo molti anni in una buca, in posizione fetale, con una coroncina da principessa di fianco alla testa. Oltre all'analisi forense, Alice si trova subito invischiata nella ricerca dell'identità dello scheletro che la porta sempre più spesso lontano dall'Istituto e nascosta nell'ufficio di Calligaris, tra carte e dossier di ragazze scomparse.
Il caso, quindi, è più di deduzione e di ricerca che di una vera e proprio analisi medica, tanto che le parti decisive sono principalmente legate all'investigazione. Mi sembra chiaro che in un futuro prossimo la direzione di Alice sarà quella di essere allieva di Calligaris, più che di Conforti, della Wally o del Supremo.
Sono rimasta freddina, lo ammetto, di fronte alla scelta di infilare tra un capitolo e l'altro il punto di vista della vittima che ricrea le vicende prima della sua morte. Non l'ho trovata coinvolgente, emozionante e - più in generale - me l'ha resa molto antipatica. E' carino, però, quel ritrovarsi di Alice nelle esperienze della vittima e nell'evoluzione dei suoi sentimenti tanto da influenzarla nelle sue scelte di cuore.
Il punto forte del romanzo, in ogni caso, sono Alice e la sua arguzia. E' intelligente ma con moderazione e ha questi momenti di sfiga epocale che la mettono sullo stesso piano delle sue lettrici, senza contare gli alti e i bassi della quotidianità che costellano tutto il romanzo.
Non posso tacere sull'originalità del caso (o dei casi, se penso anche ai romanzi precedenti) inventato dalla Gazzola: è particolare, ma non contorto e riesce a coinvolgere molti soggetti su diversi livelli, in modo da muovere le fila del lavoro ufficiale di Alice in Istituto e di quello ufficioso con Calligaris. Insomma, se pure io sono riuscita a capirne l'evoluzione, ce la possono fare tutti.
Questo è quanto. Ammazzerò l'attesa del prossimo romanzo struggendomi d'amore per Claudio Conforti. Passo e chiudo.

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