8 settembre 2014

Lisa Kleypas
L'amore che viene

Titolo originale Love Come to Me

Trama
Leggereditore
pag. 390 | € 14,00
Dopo la fine della Guerra civile americana, Heath Rayne, affascinante e volenteroso uomo del Sud, decide di trasferirsi a Concord, Massachussets, e di rifarsi una vita. Quando vede per la prima volta Lucinda Caldwell e se ne invaghisce, non può immaginare che di lì a poco i loro destini si sarebbero incrociati indissolubilmente. Allontanatasi da casa dopo un litigio con il suo promesso sposo, Lucinda rischia di affogare nelle acque gelide di un fiume. Sarà Heath a salvarle la vita e a prendersi cura di lei durante la tempesta di neve che impedisce loro di tornare a casa. Lucinda capisce subito che Heath non è come gli altri uomini che ha incontrato nella sua vita: è impetuoso, ironico, sensuale. Sa che è in grado di strappare ogni brandello di resistenza che lei stessa oppone al desiderio che le arde dentro e che può regalarle sensazioni che non ha mai provato. Ma sa anche di essere promessa a un altro uomo.


Commento
In apertura di questo romanzo c'è una lettera aperta di Lisa alle lettrici. Una lettera in cui la nostra dice subito di avere pazienza, perché questo è il primo romanzo che abbia mai scritto. Dice per favore, tenete conto dei difetti come faccio io, dice siate comprensive e sorridete per le assurdità che ho scritto. Mi immagino Lisa seduta con le caviglie incrociate, un tubino chiaro e il caschetto perfetto dietro le orecchie, con la sua vocina mielosa, il sorriso smagliante e i denti bianchi. E a questo punto mi viene da pensare: Lisa, ma non dire ca**te!
Tanto per cominciare un romanzo d'esordio non è necessariamente il peggiore nella produzione di un autore (a volte è addirittura il migliore, inarrivabile), e poi non è detto che i romanzi che ha scritto negli anni non contengano errori e strafalcioni che richiedono sì una lettera di scuse in apertura. Insomma, questo voler urlare ai quattro venti che la lettrice sta per leggere un romanzo scadente quando non è per niente vero mi ha dato un po' fastidio. Le insicurezze da autore dovrebbero essere private e - secondo me - non si dovrebbe mai mettere su un piano basso il proprio lavoro. Perché, a quanto pare, questo non è per niente un romanzo acerbo, pieno di errori, debole o raffazzonato. Quindi Lisa, shut up.
I commenti su Goodreads sono alquanto diversi. C'è chi lo definisce bellissimo e chi invece gli da un voto basso per una fantomatica scena di violenza sessuale (che io non ho trovato, ma forse sono meno bigotta di loro), c'è chi lo osanna e chi lo vorrebbe bruciare nel camino. Io l'ho trovato molto buono. Non eccelso, non sfacciatamente kleypasiano - anche se le radici si intravedono - e nemmeno indimenticabile, ma molto buono in ogni caso.
Partiamo dalla prima cosa, che ormai sembra essere una chimera nel mondo dell'editoria. Questo romanzo è uno stand-alone, un titolo singolo, non fa parte di una serie. Leggetelo così com'è, e godetevi il momento perché una volta finito è finita e basta.
La seconda cosa degna di nota è che la storia non si svolge in un arco temporale ristretto, ma si prende il suo tempo e non teme di fare anche delle pause in cui l'autrice tace sulle interazioni tra i due personaggi, lasciandole sotto intese e andando avanti nel tempo per trovare la giusta collocazione sentimentale per le scene che ha scelto di sviluppare. Mi piace quando un romance non si brucia subito, un paio di mesi al massimo e tutto si risolve con il lieto fine. Apprezzo molto di più una storia che dura più a lungo, anche se solo nel tempo narrativo che non nel numero delle pagine.
Alcune hanno detto che assomiglia a Via col vento - forse troppo? - ma credo sia impossibile scegliere quel particolare periodo storico, quella particolare area geografica e quel particolare tema sociale senza incappare in un già letto. Io non ho letto Via col vento (ho visto solo il film) ma, anche se ci fossero sul serio delle somiglianze, ha poi così tanta importanza? Insomma, finché non è plagio perché non godersi la lettura e basta?
Un altro punto forte che, forse, la Kleypas ha scambiato per debolezza è la solidità della struttura portante della storia e dei personaggi. L'ambientazione è descritta con fin troppi particolari, con dettagli a volte esagerati (come per i vestiti e per gli interni), e la situazione sociale permea la trama come una spugna imbevuta fino all'eccesso. I personaggi sono talmente immersi nella loro ambientazione che i difetti e le mancanze vengono tranquillamente sostituiti dalla precisione estrema della ricerca storica. Naturalmente non so se la Kleypas abbia scritto frignacce, non ho controllato, ma probabilmente ha dato fondo alla sua ossessione per l'accuratezza storica con questo romanzo, quindi mi fido sulla parola.
Veniamo ai personaggi. Lucinda è una giovane del Nord, di buona famiglia, ben educata, con la prospettiva di un ottimo matrimonio con il fidanzato storico Daniel. Lucy è, però, troppo vivace, troppo impulsiva per le abitudini della sua terra e per la gente che la circonda. Senza rendersene conto vuole di più, vuole vivere sinceramente e per questo, a volte, si mette in situazioni compromettenti. Quando cade nel fiume ghiacciato rischiando di morire, Lucy viene salvata dal reietto di Concord, il sudista Heath. I due giorni che passa a casa sua per riprendersi saranno decisivi per lei: le differenze tra Daniel e Heath, e la sua reazione al bel sudista la cambieranno per sempre. Lucinda è un buon personaggio, a tratti infantile e a tratti furbetta, ma in linea di massima perfetta per la storia creata dalla Kleypas.
Heath, invece, è l'Adamo degli eroi kleypasiani, l'origine di tutto. E' arrogante, sicuro, si impone a volte con forza e a volte subdolamente e sempre - sempre - è concentrato sulla sua eroina. Alcuni tratti che rendono così speciali i personaggi maschili della Kleypas sono ancora annacquati, non spiccano in Heath, eppure riesce comunque a farsi un'immagine di eroe dominante e affascinante, difficile di carattere e complesso. Il fatto che l'autrice gli abbia dato anche un background ben fatto lo rende interessante sotto diversi punti di vista: la sua relazione con Lucinda è molto più che una semplice love story, è una seduzione lenta sia sul piano fisico che su quello mentale, è un eroe che punta ad ottenere una devozione totale e non si accontenta di meno.
Insomma, come primo romanzo è sicuramente ben riuscito. E' un libro ricco, corposo e appassionante, non lesina sull'ambientazione e ha un buon approfondimento dei personaggi. Non capisco perché la Kleypas lo abbia sminuito così, perché secondo me non ha nemmeno bisogno di chissà quali modifiche. Certo, spazio per migliorare c'è sempre ma a quel punto vuol dire aspirare alla perfezione.

1 commento:

Alice Land ha detto...

Condivido la tua opinione. Anch'io ho trovato questo romanzo molto buono, per certi versi addirittura migliore di quelli scritti in età più matura. Percepivo una certa ingenuità, ma ottimamente compensata con l'accuratezza dell'ambientazione e con una trama ben costruita.
Io sono tra quelle che ha notato una notevole somiglianza con Via col vento e fino a un certo punto mi ha infastidita notevolmente perché non riuscivo ad ignorare la spiacevole sensazione della "scopiazzatura". Ma più o meno verso la metà, fortunatamente, quella sensazione è svanita e sono riuscita a gustarmi a pieno il romanzo.