18 agosto 2014

J.C. Reed
Prigioniera del tuo amore

Serie Surrender your love 1
Titolo originale Surrender your Love

Trama
Leggereditore
pag. 288 | € 12,00
Brooke Stewart è un’agente immobiliare di New York che non ha nessuna voglia di complicarsi la vita con relazioni sentimentali impegnative. Ma Jett Townsend è così affascinante... così sexy e arrogante, con quei suoi occhi verdi e i capelli un po’ scompigliati... non si può non cadere nella sua trappola! Anche se poi è necessario filar via a gambe levate: meglio stargli alla larga e dimenticare. Ma il destino non agisce mai per caso, e quando un’affermata agenzia immobiliare chiede a Brooke di chiudere un importante affare a Bellagio, sul lago di Como, lei si ritrova di nuovo faccia a faccia con Jett, che ora è nientemeno che il suo capo! Cosa può nascere tra un uomo che non accetta mai un no come risposta e una donna che ha paura di cedere all’amore? Tra viaggi in Italia e notti di passione, Brooke scoprirà che Jett nasconde un segreto scottante e che per entrambi è arrivato il momento di mettersi davvero a nudo.


Commento
*Parappapaparappaaa. Pappan. Paraparararararaaaaaaaaa rarara. Parararara.*
E sulle note della sigla di Beautiful entra in scena...Brooke!
Questa volta non riesco proprio a trattenermi, chiedo scusa scusa scusa.
Ho un difetto, come lettrice. Se i nomi dei protagonisti non mi piacciono è veramente difficile che un romanzo mi appassioni. Se questi nomi mi ricordano persone sgradite, film, telefilm che non mi sono piaciuti o -santiddio- soap opera allora è la fine. In questo caso entrambi i personaggi hanno dei nomi che aiuto! e per tutte le 288 pagine ho tremato. Brooke, la tremenda Brooke di Beautiful, la mangia uomini che si è passata tutta la famiglia Forrester e tra poco pure i figli, ha lo stesso nome della protagonista femminile. Ogni volta che leggevo il suo nome mi partiva la sigla nella testa, tanto che il mio livello di concentrazione calava drasticamente.
L'eroe della situazione non è messo meglio. Jett. Un misto tra la versione maschile di Jem (Il mio nome è Jem) e Jett-O (getto, [gèt-to] n.m.) letto proprio come il sostantivo getto che mi richiamava alla mente immagini dubbie e comiche.
Come potevo, in tutta onestà, riuscire a prendere seriamente un romanzo i cui protagonisti si chiamano Brooke e Jett? Non ce l'ho fatta, scusa J.C.
Ma il vero dramma è stata la noia. La NOIA. Più giravo le pagine, più la fine era lontana. Più l'autrice si impegnava a creare tensione più mi calava la palpebra. Più cercavo di prestare attenzione alla storia, più mi ritrovavo a pensare ad altro anche se gli occhi continuavano a scorrere sulle pagine. Non c'è altro modo di dirlo quindi lo faccio e basta. Questo romanzo è noioso. Sono stata prigioniera della noia, altro che amore.
Primo, perché lo stile dell'autrice è piatto.
Secondo, la protagonista è sciocca, monodimensionale e banale.
Terzo, il protagonista non è per niente affascinante.
Quarto, l'uso continuo e smodato di alcool mi disturba.
Quinto, la trama è superficiale e inconsistente (più inconsistente dell'inconsistenza del romance).
Sesto, le scene di sesso sono di una tristezza disarmante.
Settimo, l'unico momento degno di nota viene usato come scusa per chiudere il romanzo.
Ottavo, l'evoluzione della storia d'amore è trasparente. Si dicono ti amo out of the blue, tanto per.
Nono, se leggo ancora di un contratto di natura sessuale mi infilo degli spilli sotto le unghie.
Decimo, la fine è il solito cliffhanger apertissimo, con la solita separazione traumatica.
Quindi ricapitolando. Lo stile della Reed è quanto di più piatto abbia letto ultimamente. Non c'è trasporto, non suscita emozioni, sembra talmente pensato e controllato da aver perso lo slancio genuino della scrittura, senza contare che c'è pochissimo nella storia di originale o di curioso. Lo schema è il solito, e lo rispetto, ma leggermente esasperato perché il nostro Jett è un furbacchione che gioca sporco, troppo per i miei gusti, e elimina quel poco di romanticismo oscuro da eroe alfa. A volte le scelte dell'autrice mi sono sembrate un po' sporche, moralmente parlando, e non ho nemmeno apprezzato i personaggi secondari.
Come protagonista femminile Brooke è troppo superficiale, a tratti infantile e il fatto che all'occorrenza abbia un trauma nel suo passato che spunta senza contestualizzazione, senza spiegazioni, solo per creare una scena - teoricamente - drammatica non la rende più complessa, solo più confusa e abbozzata. Non mi piace, poi, che il personaggio femminile sia dedita all'alcool. Passi una sbronza, passi il bicchiere di vino, ma che beva fino a dimenticarsi il proprio nome, e che lo faccia senza pensarci due volte mi ha dato molto fastidio. Il poco di simpatia che avevo per lei è sparito alla seconda ubriacatura.
Jett dovrebbe essere un eroe oscuro e potente, aggressivo e arrogante, invece è piuttosto comune perché non ha un comportamento particolarmente estremo tranne in alcuni episodi di palese stronzaggine. Non mi ha colpita in nessun modo, a volte non ho nemmeno fatto caso alla sua presenza (i momenti di pura noia) e in generale è dimenticabile nel modo più assoluto.
Ho già detto quello che penso dello stile dell'autrice, non mi ripeto.
Anzi, credo che più dei dieci motivi per cui questo romanzo non mi è piaciuto non posso aggiungere altro. E' stato abbastanza tremendo leggerlo, non voglio infierire sulla mia psiche e sulla povera J.C. vomitando veleno.
Come Stephanie Forrester con Brooke.
Fine della puntata.
*Parappapaparappaaa. Pappan. Paraparararararaaaaaaaaa rarara. Parararara.*

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