14 aprile 2014

Monica Murphy
Non dirmi un'altra bugia

Serie One Week Girlfriend 1
Titolo originale One Week Girlfriend

Trama 
Newton & Compton
pag. 248 | € 9,90

Drew Callahan è un ragazzo ricco, affascinante, la stella della squadra di football del college. Le ragazze lo desiderano, ma nella sua vita sembra non esserci spazio per l’amore. Fable invece ha dovuto rinunciare agli studi per lavorare come cameriera e occuparsi di sua madre e del suo fratellino. È bellissima e ha già avuto diversi ragazzi, ma nessuno le ha mai fatto davvero battere il cuore. Drew e Fable si conoscono appena quando lui le chiede, in cambio di una somma di denaro, di fingere per una settimana di essere la sua ragazza e trascorrere con lui la festa del Ringraziamento nella villa di famiglia. Fable accetta, perché quei soldi le fanno comodo e tra loro non ci sarà sesso: sarà solo una finzione per i genitori di Drew. Ma le cose presto cambieranno...





Commento
Ancora una volta il cliffhanger. Ormai e' lo strumento preferito delle autrici NA, e' il finale standard. Questa volta, pero, e' un tipo diverso di finale sospeso perché non lasciamo uno dei protagonisti in un lago di sangue. La chiusura del romanzo corrisponde ad un momento particolare della storia, con uno dei protagonisti determinato/a a proseguire almeno un pochino in solitaria e a lasciare a bocca asciutta non solo l'altro personaggio ma anche il lettore.
Quindi, se siete assetate per un happy ending da manuale preparatevi ad una leggera delusione. Considerando che ci sono ben quattro romanzi di questa serie tre dei quali dedicati a Drew e Fable è chiaro che la loro storia non può concludersi in un solo romanzo. Mettiamoci l'anima in pace e aspettiamo il seguito. Anche se io non mi strapperò i capelli nell'attesa perché il romanzo è carino, ma nulla di più.
Dopo tutto il parlare che ne e' stato fatto quasi mi aspettavo di venire travolta e rimbambita dalla classica storia NA con il tipico risvolto difficile, con l'angst a mille e colpi su colpi che traumatizzano e creano dipendenza. Invece no.
Non dirmi un'altra bugia e' un romanzo con un potenziale altissimo ma che, a lettura finita, lascia la sensazione che sia quasi incompiuto. Tanto per cominciare è troppo veloce, quasi inconsistente, come se l'autrice avesse scritto di getto e poi non avesse ampliato le parti che - chiaramente - ne avevano bisogno. In più manca l'introspezione dei protagonisti nonostante abbiano materiale a sufficienza per anni di sedute dall'analista.
Risultato? Il romanzo scorre leggerissimo e - lo dico con tristezza - non lascia il segno tra i tanti titoli NA che sono in commercio. La mia animuccia di romantica lettrice di NA è rimasta indenne anche se l'ho iniziato determinata a farmi del male.
Passiamo ai due personaggi. Fable e' un personaggio femminile che - per una volta - non ha un trauma nascosto che le ha rovinato la vita. Semplicemente e' nata nel momento sbagliato dalle persone sbagliate. Vive una vita difficile, economicamente e socialmente, non ha una famiglia degna di questo nome, non ha prospettive future e raccatta un surrogato di affetto da quelle poche attenzioni che riceve, facendo finta che il sesso occasionale e' in realta' amore, che quel ragazzo ci tenga a lei, che Fable sia davvero speciale. E' tutto finto, nessuno la stima e l'unica forma di affetto che riceve sono poche parole strappate al fratellino tredicenne. Fable non e' una ragazza che normalmente nessuno frequenta: una barista dalla reputazione di essere una facile non merita un secondo sguardo. Fable fa tenerezza e suscita rispetto allo stesso tempo, perché non si fa buttare giù da niente e da nessuno, mantiene un nucleo duro ed e' onesta con sé stessa.
La sua corazza viene messa a dura prova quando il bello quanto famoso giocatore di football dell'universita' Drew la ferma una notte fuori dal bar dove lavora. Drew ha bisogno di una finta fidanzata da usare come cuscinetto tra lui e i suoi genitori. Bello e pieno di successo com'è, Fable pensa che sia tutta una scenata, un modo come un altro per far infuriare la famiglia perfetta. Quello che non sa è che Drew non è per niente parte di una famiglia perfetta, che non è per niente il ragazzo vuoto e superficiale e che in realtà nasconde un animo oscuro, una personalità quasi negativa. In tutto il romanzo il personaggio di Andrew è l'elemento migliore, anche se l'autrice non lo ha usato fino all'ultima briciola.
Drew non mente mai. Mai. Dalla prima pagina non si nasconde, non finge, non dissimula. Mente, scappa, evita lo scontro ma solo perché un opprimente senso di colpa lo guida verso l'autodistruzione, non tanto del corpo quanto dell'anima. Ma quello che fa con i personaggi del romanzo, il modo in cui reagisce e ciò che dice sono una minima parte della sua personalità: il suo POV è complesso, diverso. Quasi insicuro nella sua attrazione verso Fable, infantile e bisognoso con il padre e terrorizzato e schifato con la matrigna, Drew è il motore che permette alla storia di svolgersi ed è la benzina che le permette di funzionare. Senza di lui questo romanzo non è niente. Il fatto che Drew non sia stato approfondito nel modo in cui mi sarebbe piaciuto lascia l'amaro in bocca, perché ho intravisto un romanzo più cattivo, ricco di scene che esprimono meglio la storia di Drew e i sentimenti che suscita. Invece no, l'autrice rimane sul vago, sul semplice, sul leggero e prima che te lo aspetti il romanzo si conclude. Certo, si ha la speranza del seguito, ma anche così sai che lo scoglio più grosso è stato superato praticamente barando e questo non aiuta a vedere in modo diverso il primo titolo.
C'è da dire, però, che questo libro lo leggi in pochissime ore. Lo inizi e non ti stacchi finché non lo hai finito e lo cerchi quando non puoi andare avanti. Ne vorresti di più, lo vorresti più lungo ma te lo fai andare bene così com'è e te lo gusti. A breve dovrebbe uscire il seguito, spero. Sarà mio.

Nessun commento: