25 novembre 2013

Tracy Chevalier
L'ultima fuggitiva

Trama

Neri Pozza
pag. 311 | € 18,00
È il 1850 quando Honor e Grace Bright si imbarcano sull'Adventurer, un grande veliero in partenza dal porto inglese di Bristol per l'America. L'aria smarrita di chi non è avvezza ai viaggi, il bel volto offuscato dal mal di mare, Honor Bright sa che non rivedrà mai più Bridport, il paese in cui è nata, nell'istante in cui la nave si allontana dalle verdi colline del Dorset. Troppo grande è il mare e troppo lontano è Faithwell, il villaggio dell'Ohio in cui Adam Cox, un uomo anziano e piuttosto noioso, attende sua sorella per prenderla in sposa. L'irrequieta Grace ha allacciato una corrispondenza epistolare con lui, culminata poi con la proposta di matrimonio, con l'intento di lasciarsi alle spalle l'angusta vita della piccola comunità di quaccheri in cui è cresciuta e abbracciare così nuove avventure. Honor Bright non condivide lo spirito temerario di Grace, ma Samuel, il suo promesso sposo, ha rotto il fidanzamento e la prospettiva di vivere in mezzo all'altrui compassione l'ha spinta a seguire la sorella al di là del mare. Una volta giunte in Ohio, tuttavia, a un passo da Faithwell, Grace si ammala di febbre gialla e, tra le misere mura di un albergo, muore. Honor Bright si ritrova così sola in una nazione enorme ed estranea, divisa da un immenso oceano dall'amato Dorset. Non le resta perciò che Adam Cox come unica ancora di salvezza. A Faithwell, tuttavia, viene accolta con freddezza dall'uomo e dalla cognata vedova. Nel paese, poi ̶ una fila di edifici ai bordi di una strada sconnessa, con una drogheria, una bottega e alcune fattorie nella campagna circostante ̶ le persone sono amichevoli, ma con una schiettezza che rasenta la brutalità. A turbare l'equilibrio di Honor non è, però, la vita sociale di Faithwell, ma qualcosa di più grande che riguarda l'America della metà del XIX secolo, il Paese in cui i neri sono ancora ridotti in schiavitù. Il villaggio si trova, infatti, nei pressi di un crocevia dove si accalcano i coloni diretti a ovest in cerca di terra da coltivare, gli schiavi in fuga verso nord e i cacciatori di schiavi pagati dai proprietari di piantagione per riportare indietro i fuggitivi. Tra questi Donovan, un uomo sfrontato e attraente, con gli occhi di un castano chiaro che spiccano nel viso squadrato e una durezza senza pari nello sguardo. Per non venir meno ai saldi principi di rettitudine cui è stata educata in Inghilterra, Honor decide di aiutare gli schiavi in fuga. Comincia di nascosto a offrire loro acqua e cibo e, in qualche caso, riparo. Sarà, tuttavia, abbastanza guardinga da non tradirsi? E, soprattutto, saprà resistere alla tentazione più grande? Quella di cedere a un uomo i cui principi detesta, ma che è l'unico in grado di rimescolarle il sangue nelle vene? Romanzo che conduce il lettore nel cuore dell'America schiavista, dove i grandi temi della crudeltà e dell'eroismo, dell'onore e della passione, della viltà e del coraggio trovano un fertile terreno, L'ultima fuggitiva è una splendida conferma del talento dell'autrice della Ragazza con l'orecchino di perla.
"Cos'è peggio: non avere principi, o averne e non poterli rispettare?"
Commento
Lo ammetto. Ho scelto questo romanzo per la copertina. Non ho saputo proprio tenere a freno le mani di fronte ad una cover come questa. Meravigliosa! Però l'attrazione iniziale che ho provato per il libro si è trasformata in curiosità per il suo contenuto grazie alla trama.
Ora, non sto parlando di quelle 10 righe in cui si dice poco o niente del romanzo, ma di una vera trama, di quelle che occupano entrambi i risvolti di copertina e che presentano la storia, i personaggi, l'autore senza anticipare nulla dell'intreccio. Quando un editore riesce - nella trama - a rendere affascinante un romanzo che contiene elementi che di solito non mi attirano per niente lo prendo come un segno del destino. E il risultato ha confermato la prima impressione.
Oltre a tutto questo ho ceduto anche per l'autrice. La Chevalier è una di quelle autrici il cui nome spunta fuori regolarmente - tra le novità, in biblioteca, nelle librerie - e che non ho mai preso in considerazione. Semplicemente prendevo atto della sua esistenza e dei suoi romanzi e passavo oltre.
Complice una promozione al - 25% di sconto e un bel tavolo solo di Neri Pozza, mi sono trovata tra le mani questo romanzo, tra tutti quelli della Chevalier.
Considerando che l'editore ha saputo riassumere con precisione e fedeltà la trama del romanzo, non mi dilungo troppo sulla vicenda. Tra l'altro, secondo me, ciò che rende speciale il libro è l'atmosfera.
Tramite gli occhi di Honor ripercorriamo la sua avventura, un pò tragedia un pò viaggio alla scoperta del mondo. Dopo essere stata lasciata dal ragazzo di cui era innamorata, Honor non riesce più a sentirsi a suo agio nella famiglia e nella comunità di quaccheri di cui fa parte. Il suo villaggio inglese, per quanto amato, non le è più di conforto così decide di accompagnare la sorella in occasione delle sue nozze con un Amico di Faithwell, in Ohio.
La traversata è un incubo di due mesi che finisce in modo altrettanto traumatizzante. L'America è grande, sconosciuta e anche avversa alle due sorelle. Il loro lungo viaggio da una città all'altra, nonostante l'appoggio degli Amici, si blocca quando Grace si ammala e poi muore.
Honor non aveva previsto la possibilità di rimanere sola. L'enormità della situazione la travolge tanto da farle perdere completamente il controllo sul suo destino. Come una barchetta in balia delle correnti, Honor viene gestita, accudita e poi spedita dagli Amici fino al piccolo villaggio di Oberlin dove incontra Marie, una modista, che la prende sotto la sua ala protettrice. Le da una casa, cibo, le offre la possibilità di rendersi utile grazie alla sua abilità nel cucire e le regala anche del tempo prezioso per distrarsi dalla sua condizione e rimettersi in forze per affrontare l'ultimo grosso passo della sua nuova vita: Faithwell. Durante quei giorni preziosi Honor scopre la varietà del mondo e dell'umanità nei volti dei numerosi schiavi di colore che fanno tappa a Oberlin nella loro fuga verso il Canada. In base ai principi degli Amici la schiavitù va contro il volere di Dio e Honor non capisce perché le persone girino le spalle a questi fuggiaschi, per quanto esotici siano i loro volti hanno pur sempre bisogno di cibo e acqua. Non riesce a capire i comportamenti di chi rifiuta un gesto gentile e di chi, come Donovan, dedica la sua vita a riacciuffare gli schiavi.
La sua bontà e la sua incapacità di farsi influenzare dal credo locale grazie ai principi degli Amici la mettono in una situazione difficile: vuole aiutare gli schiavi, ma si rende conto che a volte ciò che per lei è buono è male per quelle persone. Appena si reca a Faithwell capisce che la sua ambientazione sarà difficile. Honor si sente isolata, fuori posto, un peso per l'Amico che avrebbe dovuto sposare la sorella e che l'ha accolta con distacco e per la loro piccola comunità.
Nemmeno quando si inserisce nella comunità grazie al matrimonio Honor trova un posto speciale per sé. L'isolamento, la scontrosità dei familiari del marito e le regole che la privano di ogni slancio naturale - soprattutto nell'aiutare gli schiavi - la segnano con forza.
Sarà per questo, per il divieto e per la sofferenza che ne deriva, che Honor farà la prima azione secondo la sua volontà: incinta, lascia il marito e l'insensibile Faithwell e torna tra le braccia dell'amica Marie. Si immerge così nella libertà di fare ciò che il suo cuore le dice e si libera del dolore della perdita della famiglia, della patria e della sorella. Honor trova una nuova identità, si trasforma in una vera americana che guarda avanti e cambia la sua vita.
Scopre nuove amicizie, come la dura signora Reed, con il suo cibo speziato e la pelle color del cioccolato; scopre la vera passione in Donovan, quella che non guarda in faccia a niente; conosce l'amore puro per la sua bambina, e scopre la forza del suo carattere, la voglia di cambiare non solo se stessa ma anche chi ha attorno.
La voce narrante di Honor è leggera, delicata, a tratti debole ma sempre perfettamente in linea con ciò che avviene nella sua vita. E' un personaggio fragile, che prova sentimenti reali e non artefatti e che riesce a distendere la mente mentre la si legge. Honor è discreta, piacevole, coerente, credibile e molto dolce. Tutti gli altri personaggi sono altrettanto piacevoli, ma è Donovan che spicca: il cattivo che sotto sotto è vittima tanto quanto gli schiavi che recupera, rappresenta forse l'unica nota negativa del romanzo. Non condivido la scelta dell'autrice di utilizzare il dramma per chiudere la storia come non ho apprezzato il fatto che per l'unico personaggio che spicca per originalità e complessità non ci sia possibilità di redenzione.
Tuttavia, nonostante la fine amarognola, il romanzo mi è piaciuto molto. Ha quel tono delicato e leggero che fa girare le pagine senza accorgersene, e riesce a raccontare diversi tipi di storie senza trascurare l'importanza che ognuna di esse gioca nella riuscita del libro.
Non mancano avventura, amore, questioni sociali, scene agresti e bucoliche, cucito, navigazione, amicizia, altruismo e tanta tanta speranza nel futuro.
Sono contenta di aver ceduto all'istinto e di aver scoperto questo romanzo. D'ora in poi terrò in considerazione la Chevalier e non la ignorerò più.

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