28 ottobre 2013

Virginia De Winter
Black Friars. L'ordine della Spada

Serie Black Friars 1

Trama
Fazi | pag. 682
€ 19,50 | ebook € 1,99
Chi è Eloise Weiss? Perché il più antico vampiro della stirpe di Blackmore abbandona per lei l’eternità suscitando le ire di Axel Vandemberg, glaciale Princeps dello Studium e tormentato amore della giovane? La Vecchia Capitale si prepara alla Vigilia di Ognissanti e il coprifuoco è vicino perché il Presidio sta per aprire le sue porte. Il lento salmodiare delle orde di penitenti che si riversano per le vie, in cerca di anime da punire, è il segnale per gli abitanti di affrettarsi nelle proprie case, ma per Eloise Weiss è già troppo tardi. Scambiata per una vampira, cade vittima dell’irrazionalità di una fede che brucia ogni cosa al suo passaggio. In fin di vita esala una richiesta d’aiuto che giunge alle soglie della tomba dove Ashton Blackmore, un redivivo secolare, riposa protetto dalle ombre della Cattedrale di Black Friars. Il richiamo della ragazza è un sussurro che si trasforma in ordine, irrompe nella sua mente e lo riporta alla vita. Nobili vampiri di vecchie casate, spiriti reclusi e guerrieri, eroici umani e passioni che il tempo non è riuscito a cancellare: Black Friars – L’ordine della Spada è un mondo nuovo che profuma di antico, un romanzo che si ammanta di gotico per condurre il lettore tra i vicoli della Vecchia Capitale o negli antri del Presidio, in un viaggio che continua oltre la carta e non finisce con l’ultima pagina.

Commento
First thing first. Devo chiedere scusa alla ragazza di Fazi - non ho idea se lavori ancora per loro - che mi spedì questo romanzo alla sua uscita solo perché voleva avere il mio parere. Il mio parere, santo cielo, e io come una perfetta cretina l'ho sepolto nella libreria e me ne sono scordata. E' risorto 2 anni fa, dopo il trasloco, e solo ora sono riuscita a superare la vergogna di averlo trascurato. Quindi chiedo umilmente scusa a quella gentilissima ragazza. Scusa.
A distanza di 3 anni e con il quarto titolo appena uscito, mi sono finalmente decisa ad iniziare il romanzo. Un bel volume di 676 pagine esclusa la lista dei personaggi, con un peso specifico notevole, tanto che il mio braccio sinistro - quello che normalmente regge i libri quando leggo in piedi - ha sviluppato una muscolatura mai vista prima e sproporzionata rispetto a quella del braccio destro. Aggiungo anche che, quando lo avevo in mano, aspettare il treno in una stazione buia non mi preoccupava più di tanto. Provate a calarlo su una qualsiasi parte del corpo e vedrete l'effetto: ematoma assicurato.
Partiamo subito con il voto. Quattro cuoricini, anche se non se sono particolarmente convinta. Il mio giudizio oscilla tra i 3 pieni e strabordanti e i 4 indecisi. Alla fine mi sono buttata sul voto più alto per un semplice motivo: è un romanzo che spiazza. O meglio, lo inizi pensando che sia il classico romanzo gotico, Anne Rice wannabe, di quelli in cui le somiglianze con i guru del genere si sprecano e si tingono di un tono giovanile, e poi appena superi il primo capitolo ti rendi conto che hai tra le mani qualcosa di completamente diverso.
La mazzata che cala tra capo e collo è gradevolmente intensa. Ammetto senza tante storie che ci ho messo un po' per entrare in sintonia con lo stile di Virginia: una delle utenti del mio forum ha usato un aggettivo che trovo perfetto per descrivere il modo di scrivere della De Winter. Denso. Densissimo di parole, di metafore, di similitudini e di altre figure retoriche di cui ignoro il nome. Insomma, non è una lettura che scorre veloce, le parole ti bloccano sulla pagina e ti obbligano a vedere oltre che leggere. Naturalmente questo può scoraggiare di brutto con il rischio che si definisca il romanzo noioso, pesante, pomposo. Non lo è, però. Ci vuole una buona dose di pazienza e, appena si entra nel mood e nel ritmo, praticamente si rimane incollati alle pagine fino alla fine.
Spiazza, quindi. Spiazza perché non mi aspettavo una scrittura così ricca e carica e perché non pensavo di poterla trovare particolare e vincente; eppure funziona talmente bene che ci si convince che non c'è un altro modo per raccontare il mondo creato dalla De Winter.
Naturalmente questo è un romanzo che va letto con calma e con attenzione per non lasciarsi passare sotto il naso le rivelazioni della trama, ben nascoste tra aggettivi e svolazzi gotici.
Ecco che a questo punto devo tirare fuori quello che, secondo me, è il difetto più grosso del romanzo: la trama si perde nello stile, nell'uso delle parole. Più di una volta mi sono sentita costretta a segnare con un post-it il punto in cui finalmente succedeva qualcosa di significativo per ricordarmelo durante la lettura. Non mi piace molto quando non capisco dove la storia vuole andare a parare e quando ci vogliono centinaia di pagine perché si chiarisca la trama e/o la direzione del romanzo. Mi fa sentire un'imbecille, perché tutti capiscono cosa succede tranne me.
Però questo difetto sparisce durante la lettura. Infatti appena mi innervosivo perché non riuscivo a cogliere le sfumature ecco che mi dimenticavo completamente di tutto, presa com'ero da Eloise, da Axel e da Ashton. Chi mi conosce sa che io adoro soffrire quando leggo. Mi piace da impazzire quando ci sono sentimenti contorti e contrastanti, quando non c'è romanticismo fine a se stesso, quando ogni gesto ha un significato che va al di là delle apparenze e che ferisce con una sottigliezza che confonde. Piacere e dolore si mischiano tanto che non sai se odi o ami, se vorresti picchiare Axel o se vorresti scioglierti ai suoi piedi in stile faidimeciòchevuoi. Mi sono crogiolata nella difficile relazione tra Axel ed Eloise, ho avuto i brividi per quanto mi è piaciuta e mi sono affezionata a tutti i personaggi secondari, nessuno escluso.
Non posso riassumere in poche righe le vicende di tutto il romanzo, posso però affermare che il mondo fantastico, iper gotico e oscuro creato dalla De Winter è affascinante, con un grande potenziale non espresso al suo massimo in questo primo titolo della serie. Nonostante a volte si rischi la confusione, tutto è ben amalgamato e il ritmo di lettura non si ferma né singhiozza. Considerando il numero di pagine e lo stile ricco direi che questo è già un grandissimo punto a favore del romanzo.
Ora il quesito esistenziale è: andrò avanti con la serie? Dopo lunga e meditata riflessione ho deciso che sì, non voglio dire è stato bello grazie e addio. Sicuramente andrò avanti con il secondo romanzo però ho bisogno di un po' di tempo, prima di buttarmi nel prossimo titolo. Anche se, onestamente, non so quanto resisterò visto che il protagonista è Axel.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Fammi sapere quando leggi gli altri, come allora, sono molto molto curiosa del tuo parere.

- la gentilissima ragazza di (ex) Fazi - :D