22 maggio 2013

Mary Balogh
Il Duca di ghiaccio

Serie Bedwyn 6

Trama
I Romanzi Mondadori
pag. 314 | ebook | € 2,99 
Erano così diversi che il loro amore poteva essere solo perfetto.
Il glaciale e solitario Wulfric Bedwyn, duca di Bewcastle, ha visto i suoi fratelli e sorelle trovare l’amore e sistemarsi. Tuttavia non ha alcuna intenzione di emularli. Alla morte della sua amante si sente però improvvisamente solo e accetta un invito a un ricevimento, incontrando una schiera di dame che fanno di tutto per attirare la sua attenzione. Tranne una: Christine Derrick. Non più giovanissima e vedova, Christine ha comunque una vivacità e una carica sensuale che Wulf non riesce a ignorare. Eppure, nonostante l’inevitabile e corrisposta attrazione, lei rifiuta di diventare sua amante, e sedurla sarà per il “duca di ghiaccio” una sfida da vincere a ogni costo. Al punto di rendersi conto di non poter più fare a meno dell’amore...
"Continuava a tenere la mano tra le sue e sentì come se un nucleo di ghiaccio, che aveva sempre tenute prigioniere e domate le sue emozioni, avesse cominciato a sciogliersi in gocce di acqua tiepida nelle sue vene."
Commento
Il miracolo è avvenuto! Finalmente, dopo innumerevoli tentativi fallimentari, ho incontrato un super osannato romance che mi è piaciuto! E' stato un momento epico, uno di quelli che fa venire le lacrime agli occhi, quando ho chiuso Il Duca di ghiaccio e ho sospirato con il sorriso sulle labbra.
Avevo quasi perso le speranze di potermi uniformare al popolo romance e di poter dire che anche io avevo amato un DIK. Questa volta ce l'ho fatta, sono entrata nel mucchio selvaggio e ho gradito veramente il super osannato, super lodato, super costoso negli usati, Wulfric.
Ringrazio quindi la Mondadori, di cuore, che ha reso possibile alle nuove generazioni di lettrici romance la lettura di questo romanzo e che mi ha tolto la sensazione di essere ogni volta la pecora nera, quella che rema contro e che smonta i titoli messi sul piedistallo. Sono contenta come una Pasqua.
Però credo di aver apprezzato questo romanzo per motivi diversi, rispetto a quelli che di solito vengono associati a Il Duca di ghiaccio. Generalmente dicono che è un romanzo fantastico perché Wulfric è un eroe tutto d'un pezzo, rigido e bellissimo; nel suo essere inaccessibile e nella sua inevitabile caduta di fronte all'amore risiede tutto il fascino di questo personaggio. Ma è davvero così? E' certamente vero che più sono freddi e distaccati, più cadono in fretta ed intensamente, ma in questo caso il vero interesse non è tanto nello schema romantico, quanto nella particolarità del personaggio stesso.
Ci sono tantissimi eroi rigidi, duri e cattivelli, ma ogni volta si portano appresso una fisicità invadente che offusca il loro carattere. La Balogh, con Wulfric, ha fatto un lavoro meraviglioso: la descrizione fisica di Wulf è ai minimi termini e spicca con insistenza il suo cervello. Sappiamo che è alto, con capelli scuri e naso aquilino, tratti netti e spudoratamente aristocratici e che possiede il più gelido paia di occhi grigi del creato; ma tutto questo non viene sbandierato costantemente né dall'autrice né dall'eroina e ciò che rimane su carta è sostanza al 90%. Non mi è mai successo, mai nella mia carrellata di letture romance, di apprezzare tanto profondamente un personaggio maschile per le parole, per i pensieri e per il suo nucleo e di dimenticare senza rimpianti la sua fisicità.
C'è un tale fuoco in Wulfric, come un vulcano addormentato, civilizzato da anni e anni di severa disciplina ed espresso solamente attraverso le parole. La parlata del Duca è fluente, schietta, meravigliosamente intensa e si sposa alla perfezione con quel suo modo di porsi al mondo: monocolo alla mano - Dio mio che spasso le scene con questo aggeggio e MIODIO che tenerezza la scena dei monocoli... - guarda tutti come se fosse conservato in una teca sottovuoto. Wulfric è consapevole di essere un automa, un Duca fatto e finito, senza vizi e senza grilli per la testa, devotissimo alla famiglia e - a detta di lui - nemmeno troppo incline alla passionalità. Oh ma c'è, eccome, la passione e risiede proprio nella presa di coscienza di sé. Christine è un personaggio funzionale perché risveglia quel fuoco nell'unico modo possibile: portando Wulfric oltre alla sua zona di conforto. Tanto Christine è esagerata e lontana dalle consuetudini sociali, tanto Wulfric se ne sente attratto: la spontaneità è ciò che lo abbaglia e rimane suo malgrado invischiato in un meccanismo di dipendenza. E' come se Wulf vivesse attraverso di lei, godendo della libertà di Christine, del suo disinteresse nei confronti delle aspettative del ton e assorbisse la voglia di vivere che lei emana. Lo dice chiaramente, il Duca che tutti vedono come inarrivabile e insensibile: lui riconosce il valore di quella donna, il suo potere e analizza con la sua classica disciplina le motivazioni che gliela rendono così cara. Potrei elencare una serie di citazioni stupende, toccanti, nelle quali lui esprime ogni volta le sue paure e le sue speranze che renderebbero appieno il senso di tutto: Wulfric accetta di mettersi in gioco, timido, insicuro, soffre ogni volta che Christine gli rinfaccia i suoi difetti e a modo suo cerca di cambiare, non perché lei glielo chiede ma perché lui lo vuole.
Wulfric è uno di quei personaggi che ti assorbono totalmente, che ti fanno provare tenerezza, possessività e lealtà: tifi per lui, vuoi che sia felice, tieni le dita incrociate ad ogni suo passettino verso la felicità e ti sciogli di fronte al suo timido sorriso.
Christine, l'ho già detto, ha un senso solo in funzione di Wulfric, senza di lui e con qualsiasi altro personaggio sarebbe stata un'eroina insopportabile ma così, come opposto alla rigidità di Wulf, diventa necessaria in ogni sua mossa.
Non c'è bisogno che dica che il vero ed unico protagonista è Wulfric. Ogni cosa, ogni parola, ogni movimento dei personaggi ha come unico scopo l'eruzione della sua vera personalità, la riscoperta di Wulfric Bedwyn, l'uomo che è anche Duca.
Sebbene io non sia una fan della Balogh lo dico e non lo nego: Il Duca di ghiaccio è da leggere. Non ci sono più scuse: è ancora nelle edicole e c'è in vendita anche la versione ebook. E' da leggere con calma, ogni bella parola di Wulfric è da assaporare, da sottolineare per ricordarci che un eroe di romance non è solo muscoli e sex appeal, e che una frase detta con convinzione, passione e motivazione è più forte di qualsiasi crisi ormonale.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Bella recenzione
che mi trova proprio d'accordo con te, in assoluto il libro romance più bello letto da un sacco di tempo, sia per la coppia che per i tempi ed i dialoghi.

ciao
lucia