15 aprile 2013

Judith McNaught
Qualcosa di meraviglioso

Serie Sequels 2

Trama
Mondadori Emozione
458 pagine | € 2,99 ebook
Assalito dai briganti sulla via di casa, Jordan Townsende, duca di Hawthorne, viene salvato da un misterioso cavaliere in armatura che poi, però, perde i sensi. Solo dopo averlo fatto visitare, Jordan scopre che in realtà si tratta di una ragazza, e basta una notte per comprometterle la reputazione. Così Alexandra si ritrova precipitosamente sposata, seppur altrettanto rapidamente innamorata. Ma pochi giorni dopo il matrimonio, Jordan scompare per riapparire parecchi mesi più tardi, quando Alexandra, credendolo morto, si è ormai trasferita a Londra ed è diventata la lady più corteggiata del ton. Tra gelosie e vendette, la ragazza non si scoraggerà di fronte alla fredda e arrogante reazione di Jordan, confidando che dietro quella maschera si celi ancora l’uomo tenero e sensuale che ha sposato…




Commento
Ho avuto la dimostrazione che, per alcune autrici, devo evitare certe ambientazioni per favorirne solo una. Se un'autrice scrive in diverse epoche, allora è meglio capire dove eccelle e non lasciarmi tentare dal resto, perché ne sono convinta: c'è sempre un'ambientazione che riesce meglio di altre.
Il mio primo tentativo con la McNaught è stato un contemporaneo: mai finito, abbandonato per la noia.
Se non fosse stata per l'occasione di leggere Qualcosa di meraviglioso senza pensieri (da interpretare aggratis) probabilmente non mi sarei mai buttata nella lettura di un'autrice che mi aveva già fatta stramazzare dalla noia, ma thanks to Mondadori ho dato una seconda possibilità alla McNaught con uno storico e, a lettura finita, confermo la regola sopra auto imposta. La McNaught è un'autrice da storico. Non leggerò mai più un suo contemporaneo, ma per gli storici è un altro discorso.
Con quattro cuoricini la storia non poteva che essermi piaciuta molto, considerando il timore di dover affrontare una storia noiosa e interminabile. In più ho avuto la fortuna di rimanere colpita già all'inizio della narrazione. Questa, infatti, si apre con Jordan e l'immagine di questo giovane cinico, disilluso e separato da sentimenti e famiglia è così netta e precisa, così forte che cattura l'attenzione senza difficoltà. Si capisce subito come la McNaught abbia condensato in Jordan fascino, arroganza tipica della nobiltà, forza di carattere e durezza, tutto in un aspetto oscuro e tenebroso da infarto. Jordan è un eroe negativo e positivo assieme, perché agisce e pensa come un perfetto villain, sprezzante e cattivello, ma - da buon eroe di romance - si lascia trasportare dalla storia diventando un personaggio positivo e romantico quanto basta.
Accoppiato a una normale eroina, Jordan (e tutta la storia) non avrebbe avuto granché da dire: solito duca, solita protagonista femminile carina e povera, solito svolgimento. Invece la McNaught ha creato un'accoppiata insolita: Jordan, adulto, libertino e cinico da un lato e Alexandra, giovane, ingenua, fresca e tenera dall'altro. La notte e il giorno. Alexandra è - forse - troppo fiduciosa nella vita, considerando la sua poco felice situazione: povera in canna, senza padre e con una madre isterica, governa la casa e si cura anche del benessere della servitù, con tutta la buona volontà e la cultura del mondo, Alex è rimasta fin troppo con la testa tra le nuvole per risultare credibile. Ma, per fortuna, questo spirito adolescenziale ha vita breve: la parte iniziale è dedicata al creare le basi della relazione tra Alex e Jordan e al chiarire i sentimenti dei due protagonisti. Solo con la presunta morte di Jordan e la sua resurrezione dai morti comincia il vero fulcro della storia: Alex è cresciuta, non è più acerba nel fisico e nella mente, ormai è una donna che ha accettato il tremendo lutto che ha dovuto sopportare e, pur essendo una donna molto popolare e corteggiata, rimane fedele a Jordan. Quando Jordan ritorna, si trova di fronte una situazione facile al misunderstanding: Alex e il cugino diventato duca stanno per convolare a nozze (di convenienza) ma per lui l'immagine è più che chiara: Alex lo ha bellamente dimenticato e, pur di rimanere duchessa, si sposa con il cugino, anche lui colpevole di voler mantenere il ducato.
Niente di più lontano dalla verità, ovviamente, ma tutta la seconda parte del romanzo è basata proprio sul fraintendimento: Jordan si comporta male, è aggressivo e offensivo, e Alex è divisa tra l'amore che prova verso di lui e l'indipendenza che ha raggiunto nell'ultimo anno. Il tira e molla è costante, soprattutto a livello sentimentale perché per l'aspetto più fisico nessuno si fa tanti problemi: alla faccia dell'inesperienza Alex si butta tra le braccia di Jordan e si scatena mentre lui ne approfitta per stabilire una sorta di autorità su Alex.
Il vero fascino della storia, quello che mi ha fatto dare 4 cuoricini, è proprio lo scontro netto tra i due protagonisti: Jordan è troppo inflessibile, fino alla fine non riesce a mettere in dubbio le sue convinzioni e sbaglia clamorosamente, rimanendo quindi fedelissimo alla sua immagina iniziale. Alex è convinta di poter raggiungere la felicità prima solo rimanendo sola, senza Jordan, e poi solamente con lui e agisce con una convinzione, con un'abbandono tali da metterla sempre nel ruolo passivo di chi viene maltrattato.
Jordan è uno strapazzatore e Alex una strapazzata, ma stranamente non si supera mai il limite di sopportazione e, appena i personaggi si avvicinano al punto di rottura, è sempre Jordan a fare marcia indietro, salvandosi all'ultimo secondo.
Mi è piaciuto questo personaggio maschile cattivello e pieno di difetti: anche se è esteticamente bello, ricco, potente, è un uomo che fa grossi errori e che fatica ad ammetterlo. Come fatica molto a cedere al sentimento.
Probabilmente avrei gradito maggiormente una fine meno zuccherosa e frettolosa, ma credo che sia una regola leggere il solito happy ending per cui è meglio non farci troppo caso. Bisogna gustare il ripieno e l'inizio e la fine vederli per quello che sono: l'apertura e la chiusura di una storia. Non so voi, ma io punto sempre al ripieno.

2 commenti:

SilviaLeggiamo ha detto...

Ricordo che quest'autrice giocava molto sui misunderstanding, è così anche qui?

Miraphora ha detto...

Sì, decisamente. Rientra perfettamente nello schema del romance di fine anni '80. Il misunderstanding è la spinta di tutta la seconda parte: senza non ci sarebbe nessuna tensione tra i personaggi. ^_^