4 aprile 2013

J.R. Ward
Lover at last

Serie Black Dagger Brotherhood 11

Trama

New American Library
609 pagine | € 14,00 ebook
Qhuinn, son of no one, is used to being on his own. Disavowed from his bloodline, shunned by the aristocracy, he has finally found an identity as one of the most brutal fighters in the war against the Lessening Society. But his life is not complete. Even as the prospect of having a family of his own seems to be within reach, he is empty on the inside, his heart given to another...Blay, after years of unrequited love, has moved on from his feelings for Qhuinn. And it’s about time: it seems Qhuinn has found his perfect match in a Chosen female, and they are going to have a young. It’s hard for Blay to see the new couple together, but building your life around a pipe dream is just a heartbreak waiting to happen. And Qhuinn needs to come to terms with some dark things before he can move forward...Fate seems to have taken these vampire soldiers in different directions...but as the battle over the race’s throne intensifies, and new players on the scene in Caldwell create mortal danger for the Brotherhood, Qhuinn finally learns the true definition of courage, and two hearts who are meant to be together... finally become one.

Commento
Aiuto! Help! Hilfe! Apua! Au secours! Lo posso dire in tutte le lingue del mondo ma, santo cielo, qualcuno mi aiuti! Per la prima volta in assoluto sono stata tentata di dare 4 cuoricini. Quattro, 4, per la Ward, per la BDB, per la Qhuay. Quattro. Entrerò in depressione, mi verrà voglia di tagliarmi le vene con la carta del libro, di strapparmi i capelli dalla radice, piangere come una pazza, digiunare, soffrire e disperarmi. QUATTRO. Ma poi ho pensato bene, con calma, e ho analizzato tutto quello che mi ha lasciata perplessa e sono tornata ai 5 cuoricini. Ma il primo voto era un 4. Questo è un momento difficile, difficilissimo.
Per esorcizzare il trauma ho fatto un schemino dove ho elencato tutti i punti che secondo me non vanno. Via il dente, via il dolore.
La prima cosa che mi ha fatto bloccare e rimanere perplessa è il senso - perenne - di staticità. Abituata, come sono, a continui colpi di scena, ai cambi di PoV, al movimento dei personaggi nello spazio, LaL mi ha lasciato - invece - l'impressione che non accada nulla di importante. Manca di ricchezza e di complessità, manca di ritmo, come se ogni cambio di PoV sia un blocco separato dagli altri. La lettura, rispetto ai romanzi precedenti, è più lenta, meno coinvolgente - in un certo senso - e quasi si trascina fino alla fine. Non ho sentito l'irresistibile pulsione di continuare la lettura, di fare le ore piccole per macinare le pagine, ma mi sono limitata a leggere quando ne avevo il tempo. Ciò è male, molto male.
Il secondo elemento grosso che pesa è la presenza, ingombrante, degli altri personaggi. Sebbene la Ward abbia perfezionato la sua struttura, inserendo sotto trame molto complesse legate ai personaggi secondari, questa volta le ha private di sostanza. Mi spiego: se - ad esempio - Layla è la voce narrante di 100 pagine su 600, mi aspetto che succeda qualcosa di sostanzioso e non che vengano solamente anticipati o accennati sviluppi decisivi per il personaggio. Il risultato è che ad ogni cambio di PoV ci si aspetta un colpo di scena che non arriva MAI. E' una continua attesa e la smania, l'ansia cresce fino a quando arrivi alla fine e porcamiseriaèfinito! e l'autrice ha chiuso solo UNA delle trame sviluppate nel romanzo. Roba da diventare isterica.
Per forza di cose la mia più grossa delusione è legata a Layla e a Xcor. Non voglio fare spoiler, per cui mi limiterò a dire: SOLO? Cioè...fammi capire, Jessica, mi crei Xcor, me lo fai invaghire di Layla, me li metti a sospirare per tutto il romanzo e poi...SOLO? Ti odio con tutto il cuore. Non mi sono bastate le scene introspettive di Xcor, che ragiona e squarta di meno, come non mi è bastata la misera consistenza dei suoi piani di detronizzare Wrath. Faccio uno sforzo e penso al futuro e spero che Layla e Xcor avranno un romanzo loro.
Terzo elemento di disturbo: la maledetta sciatrice di fondo Marisol aka Sola Morte (my God, what a name) e Assail. Assail, santo vampiro, è uscito dal nulla alla fine di Lover Reborn ma in LaL - non si sa come - è perennemente in mezzo ai cogl...è sempre in mezzo. Sempre. Cambia PoV e ti aspetti Qhuinn, o Blay, o Layla, o Xcor, e caxxo no, arriva lui. Sei figo, sei gnocco, sei vampiro virile, ma quel tuo sigaro te lo infilerei su per il naso. A te e a Sola Morte. Che poi, solo a romanzo finito ho capito perché questi due occupano 1/3 delle pagine: alla Ward, Assail fa sangue. Va bene, okey, ti capisco, ma ripetere scene uguali per sti due? Nein! Kaputt! Insomma, o fai succedere qualcosa altrimenti cambia registro!
Quarto elemento di disturbo: Trez. Le Ombre mi piacciono - anche se preferisco iAm - ma il suo PoV è il più caotico di tutto il romanzo. Non si capisce cosa succede e quando la Ward chiarisce ecco che PUF! Non lo dico. Si poteva fare di meglio, non dico che così fa schifo, ma è come per Assail: lo leggi e ti chiedi perché? Quinto ed ultimo elemento di disturbo: gli altri Brothers sono solo delle comparse. Entrano ed escono dalla narrazione ma interagiscono ai minimi termini. Una scena molto buona con Zsadist e Qhuinn, qualcuna divertente con V, altre molto interessanti con Wrath, ma il resto è il nulla. Mi sono mancati, e molto. Peccato.
Poi giri pagina e arriva lui...Qhuinn.
Sarà anche il romanzo dedicato alla Qhay, ma per me questo è il romanzo di Qhuinn. Punto. Blay è una parte importante ma Qhuinn è IL protagonista e solo per lui, solo per lui ho dato 5 cuoricini a LaL. Qhuinn cancella ogni dubbio, ogni perplessità, ogni smorfia dalla faccia del lettore perché lui è così intenso, così emozionante che non c'è spazio per altro se non per lui. Dalla sua prima comparsa, gracilino e spavaldo, completamente out of control con il sorriso sulle labbra, Qhuinn ci ha fatto vedere diversi lati di sé. All'inizio era un giocherellone, sempre pronto alla battuta e al divertimento, poi - dopo la transizione - è diventato il selvaggio del trio, quello senza freni, senza inibizioni e senza morale, praticamente una puttana. Poi è diventato un guerriero, un protettore e infine un vampiro adulto. Ognuna di queste trasformazioni ha lasciato vedere poco del suo nucleo, perché Qhuinn - da buon disadattato - si è sempre nascosto, ha sempre negato la sua diversità e la sua identità. Nonostante sia molto legato a Blay e a John, nessuno lo conosce davvero tanto che solo negli ultimi due romanzi ha cominciato a lasciarsi andare: il nucleo di Qhuinn è nero, nerissimo di sofferenza. Rifiutato dalla famiglia, nei confronti della quale prova continuamente un affetto distorto fatto di bisogno e di amore non corrisposto, rifiutato dalla società che lo ha spinto ad assumere un'identità fatta di estremi, bloccato nel reparto sentimenti perché incapace di esprimerli, Qhuinn è fregato su ogni lato. Solo Blay e John vedono oltre le apparenze e nemmeno loro riescono a capire fino a che punto Qhuinn è devastato.
Ci sono certe parti, certi momenti in cui ogni sua parola e ogni suo pensiero si conficcano nella pancia e ti fanno venir voglia di piangere e urlare, coccolarlo e proteggerlo. Qhuinn è così impotente, così incredulo di fronte all'amore e alla devozione di Blay ('Make it stop.', Dio, DOLORE) che non vede ciò che gli succede: Blay - stanco di essere rifiutato - si difende con l'attacco, usando parole che segnano Qhuinn come niente prima d'ora. Non solo il suo amico, la sua roccia, l'unico per lui, non gli parla più, ma non lo ama. Qhuinn vuole amore, sopra ogni cosa. Vuole essere accettato, vuole una famiglia, vuole appartenere e solo Blay riesce a dargli esattamente ciò di cui ha bisogno. Il loro è un rapporto che va oltre il sesso, oltre l'attrazione sessuale, è come se fossero due parti divise di una stessa forza, che prima o poi deve tornare intera. E' incredibile come la Ward abbia girato attorno alla questione mating/sesso per dare più importanza al sentimento, allo strazio, all'amore sofferto. E' perfetto, perché soffrire per poi gioire è una delle cose più intense che ci siano. E Qhuinn, per fortuna, riesce a gioire di tutto entro la fine del romanzo. La sua storia - e per forza di cose quella di Blay - è l'unica chiusura di tutto il romanzo. Mi riesce difficile esprimere chiaramente cos'è stata, per me, la Qhuay. E' molto più che una storia M/M, un romance gay. La Qhuay è so much more, è di più ed è emozione. Soltanto leggendo si può cogliere la purezza e l'intensità di questa relazione.
A mio parere Qhuinn è il personaggio meglio riuscito di tutta la serie, per la sua complessità, per il cammino che ha percorso e per la trasformazione che ha subito, volontariamente o meno. La Ward ha raggiunto un livello di complessità, con lui, che sarà difficile ritrovare. Un limite quasi impossibile da superare.
Qhuinn è emozione pura.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho letto per caso la storia di Thor (eh lo so, non si comincia dal 10°libro...) incuriosita dalla tua recensione e devo dire che mi aveva lasciata perplessa. Poi me li sono letta tutti (nel giusto ordine) e mi sono appassionata! Pensavo che la storia di Z fosse la più bella finchè non sono arrivata a Lover at Last! *.* Sarà che è l'unico che ho letto in originale ma mi ha davvero colpita. Quindi grazie alla Ward e grazie alle tue recensioni!
F.

Miraphora ha detto...

Ciao!
Non mi sorprende che Thor non ti abbia colpita più di tanto. Dal 5° romanzo in poi (V per intenderci) l'evoluzione della storia e dei personaggi sconfinano negli altri romanzi, per cui è necessario leggerli nell'ordine per poterli apprezzare davvero! ^_^

LaL è speciale, c'è poco da fare. Ma tutti i romanzi della Ward letti in lingua originale sono speciali... :D