19 dicembre 2012

Karen Marie Moning
Il bacio dell'Highlander

Serie Highlanders 4

Trama
Leggereditore
pag. 400 | € 10,00
Stregato da un potente incantesimo, Drustan MacKeltar ha dormito per quasi cinque secoli nascosto nelle profondità di una grotta, fin quando un improbabile salvatore lo ha svegliato: una ragazza seducente come nessun’altra. Gwen Cassidy è venuta in Scozia per scuotere la sua vita monotona e forse incontrare un uomo. Come poteva sapere che cadere in un burrone l’avrebbe spedita tra le braccia dell’uomo più affascinante che avesse mai visto? Nel futuro del mondo di Drustan restano solo rovine, e lui sa che deve tornare al passato se vuole salvare il suo popolo; ma per farlo ha bisogno di avere al suo fianco una donna unica. Legato a Drustan da una passione più forte del tempo, Gwen si ritrova nella Scozia del XVI secolo, dove un nemico infido complotta contro di loro, al fianco di un guerriero in grado di cambiare la storia e sfidare ogni istante del tempo per la donna che ama. Può un amore essere immortale, oltre ogni luogo e ogni Era?


Commento
Cosa succede quando nel web si diffonde la frenesia per una serie nuova, acclamata da tutti? Semplice, si tende ad acquistare il primo romanzo e si tengono le dita incrociate. Ogni tanto capita di prendersi un bel granchio grosso e cicciottello, di quelli che ti fanno imprecare e maledire chi si è fatta paladina di questa notizia.
Quando uscì Amori nel tempo, primo della serie Highlanders, mi sono lasciata convincere per poi beccarmi una delusione come poche nella storia delle mie letture. Ricordo perfettamente tutto quello che non mi era piaciuto - e non era poco - e il trauma che mi ha spinta a debellare la serie e la Moning dalle mie letture come se fosse un virus pestilenziale.
Ma a volte ritornano, nel senso che ho ricevuto il terzo romanzo della serie per sbaglio. Quando Il bacio dell'Highlander è uscito dal mio pacchetto al posto di un altro libro mi è venuto un coccolone. Un rifiuto categorico, un NOOOO ad alta voce che mi ha fatto salire la tristezza. Eppure, rimasto a macerare nascosto nella mensola più imboscata del mobile mai usato del salotto, ha subito lo stesso procedimento di fermentazione del vino: invecchiando migliora.
Ad un certo punto mi è venuta la smania di uno storico bello corposo, di quelli da libreria, ma nel mucchio c'erano solo contemporanei. Poi ho riaperto il mobile ed è spuntato fuori lui, l'Highlander che viaggia nel tempo. Ero ben disposta, lo ammetto. Ero proprio in vena di leggere un time travel divertente e ho trovato esattamente quello che volevo.
Il vero miracolo, però, è stato la differenza abissale tra il primo ed il quarto romanzo. Del secondo e del terzo non posso dire nulla, non li ho letti, ma del quarto posso dire di tutto. Tanto per cominciare, stilisticamente parlando, sembra di leggere due autrici diverse: la prima insicura e confusionaria, divertente e capace la seconda. I personaggi, poi, sono frizzanti, vibranti e coerenti con la storia e con la loro caratterizzazione. Il salto di qualità è stato - per me - così netto che non ho potuto fare a meno di premiare l'autrice per aver saputo migliorare lo stile e la trama.
Il bacio dell'highlander ha come protagonisti due soggetti che sono una l'opposto dell'altro: Gwen è una ex ricercatrice di fisica, una bambina prodigio che ha vissuto schiacciata dai genitori e dal peso della sua intelligenza. Ad un certo punto della sua vita, Gwen compie la scelta di mollare tutto e tutti e di vivere la vita con spontaneità. Vergine a 28 anni, Gwen è convinta non solo di essere un animale raro, ma anche di non possedere la capacità di amare, sognare e sperare. Ha uno spirito attivo e auto ironico, una voce narrativa spiritosa e giovane tutto racchiuso in un contorno che la rende più vicina alle donne normali: fianchi non proprio snelli, bassina, Gwen è una ragazza come tante. Per questo le sue insicurezze e le sue azioni sono credibili e facili da rendere proprie. Il suo affrontare a muso duro ciò che la vita le mette di fronte, nascondendo sempre il suo cuore, la rende un osso duro, durissimo da conquistare. Per una protagonista così moderna e frizzante ci voleva un uomo d'altri tempi: un highlander.
Vittima di un sortilegio, Drustan dorme per 500 anni in una caverna nascosta dove nessuno lo potrà risvegliare. Ma quando Gwen cade dentro al buco della grotta e gli finisce addosso compie il contro incantesimo che lo risveglierà: sole e sangue. Appena i due cominciano con i battibecchi (Gwen convinta che lui sia pazzo, Drustan convinto che lei sia una povera ragazza troppo svestita) la narrazione prende un ritmo ben definito: divertente, ironico ma allo stesso tempo ricco di sensualità. I due, così diversi, si attraggono costantemente e il loro legame diventa subito molto forte perché Drustan dipende da lei per poter riorganizzarsi nel mondo moderno. 
La trama, poi, è molto più complessa di quanto appaia all'inizio: abbiamo il time travel di Drustan, che è un Druido oltre ad essere un capoclan, abbiamo i riti magici, abbiamo il salto nel passato di entrambi i protagonisti e la risoluzione del contrasto nella parte finale. C'è tanta carne al fuoco, abbastanza per farne un romanzo molto più lungo; eppure la Moning ha saputo dosare in modo equilibrato le due sezioni: contemporaneo, con Drustan fuori luogo e tempo, e storico dove è Gwen ad essere il +1. Il rischio principale era proprio quello di creare caos, confusione stile minestrone riscaldato, dove i riti magici si confondeva con il viaggio temporale, con i contrasti tra i due protagonisti e le storie dei personaggi secondari.
Non mi capacito della differenza, della qualità della narrazione. La Moning è migliorata - e molto - e il risultato si sente. Drustan è un eroe piacevolissimo, razionale e divertente e Gwen è un concentrato di modernità e di insicurezze, con quel pizzico di tenacia che la rende speciale. Anche i personaggi secondari sono degni di nota: dal gemello di Drustan, probabile prossimo eroe, al padre e alla governante Nell. E' tutto riuscito, tutto scorre benissimo e si arriva alla fine senza un blocco, senza una sbavatura. Certo, c'è ancora spazio per migliorare, ma rispetto al primo romanzo questo è un capolavoro.
La Moning rientra nella mia lista? Non lo so...aspetto di conoscere le prossime trame per prendere una decisione. Di sicuro non mi aspettavo di riciclarla dopo lo schifo del primo romanzo, ma tant'è...è il bello dei romanzi, dopo tutto.

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